ARATO (῎Αρατος, Arātus)
Letterato e filosofo nato forse a Tarso, ma cittadino di Soli in Cilicia, dove morì versò la metà del sec. III a. C. e dove gli fu eretto un monumento, ricordato da Pomponio Mela (i, 71).
Andò ad Atene dove frequentò filosofi e letterati. Invitato nel 276 alla corte macedone compose un Inno a Pan celebrante la vittoria di Antigono Gonata sui Galli presso Lisimacheia nel 277; divenne il poeta ufficiale della corte di Pella, dove forse compose i Fenomeni, mettendo in versi l'opera astronomica di Eudosso di Guido. Dimorò anche in Siria presso Antioco I Sotere, dove terminò una edizione dell'Odissea.
Sulle monete romane del 162 d. C. di Soloi-Pompeiopolis, sono raffigurate le teste barbate dei due illustri cittadini: A. e Crisippo, ma non sappiamo precisamente quale delle due sia A. e quale Crisippo.
Una ha la barba più prolissa, il profilo nobile e dignitoso con il mantello che gira molto alto sul collo, scende davanti sul petto facendo spuntare una mano con le dita ricurve verso il mento; l'altra e rialzata con forte curvatura nella nuca, ha lo sguardo volto in alto, con sopracciglia aggrottate, il naso ha le narici più rotondeggianti e carnose, la barba è breve a riccioli scomposti, il mantello gira più in basso sul collo. Questo ultimo tipo è noto in circa 16 copie marmoree, fra torsi, busti, teste, ed è un tipico ritratto della corrente di un verismo virtuosistico della fine del III sec. a. C. I più riconoscono in questo ritratto Crisippo (v.) e nel tipo con barba prolissa della moneta Arato.
Di questo abbiamo una copia marmorea in una erma di Villa Albani (n. 610), dall'aspetto nobile, solenne, concentrato, risalente a un archetipo del IV sec. a. C. Contro questa identificazione di A. nel tipo con barba lunga e mantello chiuso sul petto è da notare, peraltro, la singolare raffigurazione della mano emergente dal mantello nel tipo con la barba lunga sulla moneta, che potrebbe richiamare la descrizione che Cicerone (De fin., ii, 11, 39) dà della statua di Crisippo seduto porrecta manu nel Ceramico di Atene, a cui si aggiungano sia il particolare citato da Sidonio Apollinare (Epist., ix, 9, 14) e riferito alla stessa statua digitis propter numerorum indicia constrictis, sia l'altro ricordato da Plinio (Nat. hist., xxxiv, 88) per l'opera di Euboulides di Atene raffigurante un digitis computans da identificare con il Crisippo del Ceramico. La mano, stranamente riprodotta nella immagine della moneta del 163 e ripetuta in una altra meno fine del 245, potrebbe mettersi in relazione con la statua ateniese di Crisippo, che sarebbe allora da vedere in questo tipo con barba fluente.
Il problema comunque rimane incerto e le immagini che di A. abbiamo in altri monumenti più tardi sono troppo convenzionali e generiche per arrecare un sicuro contributo chiarificatore.
Sono: il mosaico di Monnus a Treviri, della metà del III sec. d. C., che raffigura A. ammantato, seduto di profilo verso destra di fronte alla Musa Urania stante, con un globo poggiato su un treppiede al centro. La barba sembrerebbe breve e mossa con un andamento ricurvo in avanti e quindi più vicina al tipo con testa rialzata della moneta che a quello con barba fluente, ma contrasterebbe la mancanza di calvizie che sembra attestata dalle monete e dalle teste marmoree, sebbene il mosaicista possa aver liberamente interpretato il modello, che sarà poi ripetuto nel codice astronomico di Aratus a Madrid (A. 16) del XII secolo.
Una immagine vicina a quella del mosaico ritorna in una stoffa del Museo Benaki, certamente ispirata a qualche modello pittorico o musivo ellenistico, con A. fra le muse Urania e Calliope. A. ha la testa leggermente rialzata con lo sguardo volto in alto e la barba folta, ma breve e stondata: questi due elementi sono in favore del riconoscimento di A. nel tipo monetale con testa sollevata e corta barba. Anche qui, come nel mosaico di Treviri, manca la calvizie, che però non costituisce un elemento discriminante, perché anche l'altro tipo con barba fluente risulta calvo nelle monete e nell'erma Albani.
Dai varî elementi sembra dunque più verisimile vedere in questo ultimo tipo Crisippo e in quello con barba corta e testa rialzata Arato.
Bibl: E. Q. Visconti, Iconographie grecque, I, Milano 1824, tav. VII, 4 e 5, p. 273; Imhoof-Blumer, in Journ. Hell. Stud., XVIII, 1898, p. 168; J. J. Bernoulli, Griechische Ikonographie, II, Monaco 1901, p. 154 ss.; G. Becatti, Attika, in Riv. Ist. Naz. Arch. St. dell'Arte, VII, 1940, p. 28 ss.; L. Laurenzi, Ritratti greci, Firenze 1941, p. 118, n. 68, p. 121, n. 76; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, pp. 108, 169, 217, nota 168, figg. 27-28, a p. 173 monete; B.V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 729 (monete di Soli). Per il mosaico di Treviri: F. Hetner, Ant. Denkm., I, tav. 47, 49; codice di Madrid: E. Bethe, in Rhein. Museum, XLVIII, 1893, p. 91; id., Buch und Bild, 1945, p. 84; R. Bianchi Bandinelli, Helenistic-Byzantine Miniatures of the Iliad, Olten 1955, p. 18, figg. 1-2. Stoffa copta del Museo Benaki: A. postolaki, Εἰκῶν τοῦ ᾿Αράτου ἐπὶ ὐϕάσματος, Atene 1938.