Vedi Arab Fund for Economic and Social Development dell'anno: 2015 - 2016
Fondo arabo per lo sviluppo economico e sociale
Nel maggio 1968 il Consiglio economico e sociale della Lega Araba ha approvato l’accordo che istituisce il Fondo arabo per lo sviluppo economico e sociale (AFESD) con l’intento di promuovere la cooperazione e l’integrazione tra i paesi membri. L’accordo panarabo è stato siglato al Cairo da 17 paesi – successivamente ratificato anche da Gibuti, Mauritania, Palestina e Somalia – ed è stato dichiarato effettivo nel dicembre 1971 dal segretario generale della Lega Araba. Il primo incontro ufficiale del Consiglio dei governatori, massimo organo assembleare dell’organizzazione, si è tenuto a Kuwait City nel maggio 1972 e le attività sono state avviate a pieno regime a partire dal 1974. Il Fondo, con status giuridico indipendente, mira a sostenere la crescita economica e sociale dei paesi arabi attraverso il finanziamento di progetti di sviluppo economico e sociale. Priorità è data alle proposte afferenti a programmi che coinvolgono più paesi, tramite istituzioni sia pubbliche sia private, e che si prefiggono obiettivi di utilità per l’intera comunità araba ovvero inerenti, tra gli altri, ai settori dell’acqua, dello sviluppo rurale, dell’agricoltura, dei trasporti, delle reti fognarie e dell’elettricità. Inoltre l’organizzazione – che non copre la totalità dei costi progettuali – intende incoraggiare gli investimenti privati e pubblici, in maniera diretta e indiretta, e sostenere le istituzioni finanziate con servizi di assistenza tecnica, finanziaria e amministrativa.
Il Fondo opera, dunque, a stretto contatto con i governi dei paesi membri e con le istituzioni impegnate nei settori di sviluppo economico e sociale e si occupa di valutare la fattibilità di tutti i progetti proposti e di seguirne tutte le fasi di realizzazione.
Nel 2012, l’AFESD ha finanziato 13 progetti in nove paesi arabi, elargendo prestiti per un totale superiore a 1.340 milioni di dollari.
A capo della piramide del FESD c’è il Consiglio dei governatori, composto da un rappresentante e un vice rappresentante (qualora fosse nominato) di ogni paese membro, e che si riunisce almeno una volta all’anno. Le sue principali funzioni attengono all’ammissione di nuovi membri, l’aumento dei capitali, la sospensione dei membri, la discussione e l’interpretazione degli articoli dell’accordo fondativo, la stipula degli accordi con le altre organizzazioni internazionali, la conclusione delle operazioni e la distribuzione degli utili.
Al livello inferiore c’è il Consiglio dei direttori, composto da otto membri eletti dal Consiglio dei governatori per un termine, rinnovabile, di due anni. I direttori sono responsabili della condotta generale delle attività del Fondo ed esercitano i poteri delegati loro dai governatori, o che comunque non sono direttamente imputati a essi dall’Accordo del 1968. Il direttore generale, capo esecutivo del Fondo, presiede ogni seduta del Consiglio ed è la massima carica dell’organizzazione.
Le Commissioni dei prestiti, alle dirette dipendenze del Consiglio dei direttori, si occupano di selezionare e presentare al Consiglio i progetti avanzati da istituzioni pubbliche e private. Ogni commissione è composta da un esperto nominato dal governatore, che rappresenta il paese di provenienza del progetto, e da uno staff di tecnici scelti dal direttore generale. Esistono poi vari dipartimenti e sezioni amministrative, finanziarie e tecniche.
Algeria, Arabia Saudita, Bahrain, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Gibuti, Giordania, Iraq, Libano, Libia, Kuwait, Marocco, Mauritania, Oman, Palestina, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen.