ar-RAYY (Rhages)
Città, posta a sud dell'odierna Teheran, già abitata ai tempi dei Medi, che ebbe notevole importanza come centro di cultura islamica nel periodo selgiuchide. Distrutta completamente nel 1221 dai Mongoli, non si risollevò più. Solo pochi resti di edifici si sono conservati nell'estesissimo campo di rovine, meglio di tutti un'imponente torre di tomba in mattoni, recentemente restaurata, rotonda, con membrature squadrate a forte aggetto, e terminante in alto con un fregio ripetuto ad archi.
Dopoché il terreno era stato durante decennî spietatamente frugato dagli antiquarî di Teheran, furono nel 1934 intrapresi i primi scavi metodici, sotto la direzione di Erich Schmidt del Pennsylvania University Museum, che misero in luce una serie di case d'abitazione islamiche nonché altri, più antichi, edifici del tempo dei Parti; copiosi ritrovamenti di ceramiche persiane confermarono la supposizione, già avanzata in precedenza da altri, riguardo la posizione preminente che Rayy ebbe in questo campo. Tra le ceramiche provenienti da Rayy e giunte attraverso il commercio antiquario in collezioni europee e americane, vanno ricordati soprattutto le cosiddette ceramiche mīnāi, policrome, inoltre recipienti a riflessi metallici, imitazioni eccellenti di porcellana cinese e diversi altri generi di ceramica di lusso. Le case d'abitazione erano spesso decorate con rilievi di stucco dipinti, in parte recanti rappresentazioni figurate, delle quali si sono conservati esempî interessanti. Nella parete rocciosa sulla quale s'innalzava il castello, Fatḥ ‛Alī scià nel 1820 fece scolpire un grande rilievo a imitazione di quelli sassanidi.