AQUAE (Statio Aquensis)
Centro romano della Romania, odierna Cioroiul Nou, che sorge in una ricca regione agricola che trae il suo nome dalle numerose sorgenti d'acqua di questo sito. Il toponimo antico si è potuto ricostituire recentemente grazie a due frammenti epigrafici: questa località non si deve confondere con il centro omonimo della Dacia Superiore, oggi Călan.
Le vestigia romane si estendono su una superficie di oltre 6o ettari in mezzo alla quale appare una cittadella circondata da un vallo e da un fossato. Gli scavi eseguiti negli anni 1959-1962 hanno messo in luce un tempio romano, un edificio termale e diverse costruzioni private. La località era una statio di carattere doganale-fiscale. Essa è stata depredata e incendiata dai Carpi negli anni 245-247; in un ripostiglio databile in quest'epoca sono stati trovati numerosi resti di statue marmoree (Giove, Apollo, Bacco, Minerva, Venere), senza dubbio seppellite ritualmente. Nel territorio di A. sono venute in luce alcune villae rusticae. Una varia documentazione epigrafica ci offre indicazioni più o meno circostanziate sulle divinità adorate quali Ercole, Ecate (che appare qui sotto il nome eufemistico di Domna Placida), Igea, le Matres, Mercurio gubernator. È degna di nota una dedica a Diana e a una divinità associata (contubernalis), di cui si è perduto il nome, da parte dello schiavo Dioscorus Ianuari, verosimilmente un servus villicus a servizio di Iulius Ianuarius, noto funzionario delle dogane illiriche (161-168 d. C.) che disponeva ad A. di un ufficio fiscale.
Bibl.: D. Tudor, Templul si statuetele romane de la Cioroiul Nou, in Omagiu lui P. Constantinescu-IaŞi, Bucarest 1965, pp. 109-115; id., Aquae en Dacie inférieure, in Latomus, XXV, 4, 1966, pp. 847-854; id., Santierul archeologic Cioroiul Nou (1960-61), in Apulum, VI, 1967, pp. 593-613; G. Bordenache, Domna Placida, in Studii Clasice, VII, 1965, p. 315 ss., f. i.