APTERA (Ἄπτερα, Ἄπταρα)
A. è una delle più importanti città antiche di Creta occidentale, e, forse, secondo G. Svoronos, il più importante emporio commerciale dell'isola. Situata su un alto pianoro che si distacca dal monte Malaxa (Berecinto), controllava il golfo di Suda.
Secondo la tradizione essa trae la denominazione dal mitico Ptera (o Pterà, o Aptera) che da Delfi giunse a Creta, ove fondò un regno (Paus., X, 810); più attraente è un'altra spiegazione mitologica secondo la quale un agone musicale svoltosi fra le Muse e le Sirene, nella zona ove sarebbe sorta Α., fu vinto dalle Muse: le Sirene, contrariate da ciò, si strapparono le ali ('αποπτερώθηκαν) e caddero in mare ove si trasformarono nelle piccole isole bianche (Λευκές) del golfo di Suda (Steph. Byz., s.v.).
Le tracce più antiche di insediamento risalgono al periodo geometrico e consistono in pochi resti architettonici (fondazioni di muri, pavimenti in terra battuta) e scarsi frammenti ceramici. La vita della città continua fino all'epoca bizantina; nel VII sec. d.C. A. fu devastata da un forte terremoto.
Dagli antichi storiografi siamo informati che gli arcieri di A. aiutarono gli Spartani nella seconda guerra messenica (VII sec. a.C.). Gli abitanti presero parte alle lotte intestine fra le altre città dell'isola, tra il IV e il I sec. a.C.; sottoscrissero anche il patto di trenta città cretesi con Eumene II di Pergamo (197-159 a.C.). Epigrafi rinvenute nella seconda metà dell'Ottocento, durante scavi francesi a S del convento di S. Giovanni, riferiscono nomi di consoli di A. in altri centri di Creta, della Grecia occidentale e dell'Asia Minore, insieme a nomi di stranieri che si erano stabiliti nella città.
Della città antica rimangono resti di mura del periodo classico o ellenistico, per un perimetro di c.a 4 km. Nel lato occidentale, l'unico praticabile e nel quale è situato l'ingresso principale, si conservano resti di mura in opera pseudoisodoma; sugli altri lati, naturalmente muniti, l'apparato murario, approssimativo, segue l'andamento delle rocce ed è più volte interrotto dalle stesse. Una parte del lato orientale, in cui si apre un altro ingresso alla città, è costruito in opera poligonale: a intervalli regolari, questo lato e, in particolare, quello occidentale sono rinforzati da torri. Oltre allo scavo di Wescher, durante il quale venne riportato alla luce un muro ellenistico lungo 15 m con i noti decreti consolari, durante la seconda guerra mondiale archeologi tedeschi lavorarono nella località rilevando i resti visibili e scoprendo il «tempio bipartito» del periodo tardo classico o ellenistico, dedicato a due divinità sconosciute.
All'epoca ellenistica risale anche il tempio dorico nel settore meridionale della città, le cui fondazioni sono visibili insieme a frammenti di colonna sparsi tutt'intorno.
Più a occidente vi sono i resti del teatro databile, forse, nel tardo periodo ellenistico, con una cavea di 55 m di diametro.
Indagini archeologiche eseguite da S. Alexiou nel 1958, hanno riportato alla luce tratti del pavimento di una chiesa del VII o Vili sec., a S del convento, e all'estremità orientale della città, un tempio del I sec. d.C., dedicato a Demetra, come si può dedurre dal rinvenimento di molti frammenti di kèrnoi con tazzine. Edifici di epoca romana sono ancora in piedi; tra questi vanno menzionate due cisterne rispettivamente a Ν e a O del convento: una, tripartita, con volta a botte, misura m 24,70 X 18,50 X 8,20; l'altra, a forma di Γ, misura m 60 X 6,30 χ 6, ed è priva della copertura. A oriente del convento si conserva il muro con tre nicchie di un edificio pubblico absidato, che, secondo il Drerup, sarebbe il bouleutèrion. Per cercare di evidenziare gli strati più antichi della città, sono da poco ripresi gli scavi.
Da A. provengono varie statue e stele sepolcrali. La necropoli è stata localizzata sui lati occidentale e meridionale della città.
Un sito con lo stesso nome era noto già nei tempi preistorici e il nome a-pa-ta-wa appare in una tavoletta in lineare B. Fino a ora, non è stata rinvenuta alcuna traccia di frequentazione preistorica sul luogo della città antica, a eccezione di una scure di pietra: ciò ha fatto concludere che l'insediamento preistorico fosse in località Azogurès Stilou, 1 km e mezzo a S, ove su un'altura si sono trovate significative tracce di abitazioni minoiche. Tuttavia la presenza di tombe a camera a Ν e a SE di Α., individuate sui fianchi dell'altura, e il ritrovamento di corredi cospicui fanno pensare che il sito preistorico possa trovarsi a una distanza minore di quanto si è finora supposto.
Bibl.: R. Pashley, Travels in Crete, I, Londra 1837, pp. 31-35; C. Wescher, Archives des missions scientifiques, IIsérie, I, Parigi 1864, pp. 439-444; B. Haussoullier, Inscriptions d'Aptéra (Crète), in BCH, III, 1879, p. 418 s.; G. N. Svoronos, Numismatique de la Crète ancienne, Parigi 1890, pp. 11-24; L. Savignoni, G. de Sanctis, Esplorazione archeologica delle Provincie occidentali di Creta, Roma 1901, pp. 13-19, 249-252; M. Guarducci, Inscriptiones Creticae, II, Roma 1939, pp. 9-38; F. Matz, Forschungen auf Kreta, 1942, Berlino 1951, pp. 82-105; N. Platon, in KretChron, I Β, 1958, pp. 468-469; ΙF. Sanders, Roman Crete, Warmister 1982, pp. 165-168; A. Kanta, The Minoan Settlement of the Northern Part of the District of Apokoronas and Minoan Apatawa, in Hommage à Henri Van Effenterre. Aux Origines de l'Hellénisme. La Crète et la Grèce, Parigi 1984, pp. 9-16.