appunto (a punto)
Con il significato avverbiale di " proprio ", " esattamente ", e reso in genere nelle edizioni con la grafia divisa ‛ a punto ', è attestato in Vn III 1 Poi che fuoro passati tanti die, che appunto erano compiuti li nove anni appresso l'apparimento soprascritto di questa gentilissima... (unico luogo dove compare la locuzione in grafia unita); Cv II XIII 27 lo cerchio per lo suo arco è impossibile a quadrare perfettamente, e però è impossibile a misurare a punto; III V 9 se una pietra potesse cadere da questo nostro polo, ella cadrebbe là oltre nel mare Oceano, a punto in su quel dosso del mare dove, se fosse uno uomo, la stella [li] sarebbe sempre in sul mezzo del capo (altro esempio pressoché identico in V 10); V 18 Conviene anche che lo cerchio dove sono li Garamanti... veggia lo sole a punto sopra sé girare; con lo stesso valore, e per aggiungere una precisazione a quanto si descrive o rappresenta, in If XIX 9 Già eravamo, a la seguente tomba, / montati de lo scoglio in quella parte / ch'a punto sovra mezzo 'l fosso piomba; XXXIV 77 Quando noi fummo là dove la coscia / si volge, a punto in sul grosso de l'anche; Pg IX 142 Tale imagine a punto mi rendea / ciò ch'io udiva, qual prender si suole / quando a cantar con organi si stea; / ch'or sì or no s'intendon le parole. Non sono da ricondurre ad ‛ appunto ' gli esempi di Rime LXII 14, Cv IV XI 10, Pd XII 25 e XIII 73, nei quali passi ‛ a punto ' costituisce complemento e non locuzione avverbiale (si veda quindi, per questi passi, Punto).