assorbimento, approccio dell'
assorbimento, approccio dell’ Uno dei 3 schemi analitici, insieme all’approccio delle elasticità e a quello monetario, elaborati dalla teoria economica negli anni 1960 per studiare i meccanismi che ristabiliscono l’equilibrio della bilancia dei pagamenti di un Paese (➔ anche bilancia dei pagamenti, approcci teorici a). L’approccio dell’a., dovuto principalmente al contributo di S. Alexander, pone l’accento sugli aggiustamenti del prodotto e della domanda interna (chiamata anche a. di un Paese), che si verificano come conseguenza della variazione del tasso di cambio reale. Il prodotto nazionale in economia aperta è dato da: Y=C+I+G+X−M, dove C e I sono rispettivamente i consumi e gli investimenti privati, G la spesa pubblica, X−M il saldo fra esportazioni e importazioni (o della bilancia commerciale). Quest’ultimo può essere scritto come differenza fra prodotto, Y, e assorbimento, (A): X−M=Y−(C+I+G)=Y−A. Indicando con c, m e t rispettivamente la propensione a consumare rispetto al reddito disponibile, quella a importare e l’aliquota fiscale sul reddito, ossia ponendo C=c(1−t)Y e M=mY, e indicando con x l’effetto diretto di una data variazione del cambio reale sul saldo dei flussi commerciali e con z quello totale, ossia quello che tiene conto anche degli aggiustamenti nel prodotto e nella domanda interna, si ottiene che: z=k[1−c(1−t)]x dove k è il moltiplicatore keynesiano k=1/[1−c(−t)+m]. Questa relazione indica che in condizioni normali (propensione a consumare <1; aliquota fiscale e propensione a importare entrambe positive), il prodotto e l’a. aumentano entrambi a seguito di una variazione positiva del saldo commerciale, ma il primo cresce più del secondo, e l’effetto totale sul saldo con l’estero y è inferiore a quello diretto x.
L’approccio dell’a. costituì il punto di congiungimento fra la teoria tradizionale della bilancia dei pagamenti (fondata sull’a. delle elasticità) e la teoria keynesiana. I suoi principali limiti furono costituiti dall’ipotesi di una costanza dei prezzi e dal fatto di concentrarsi esclusivamente sui flussi di commercio, trascurando i movimenti di capitali con l’estero.