CLAUDIO Pulcro, Appio
Nome di alcuni personaggi romani dell'epoca repubblicana tra cui sono da ricordare:
1. - (Appius Claudius P. f. Ap. n.). Edile curule nel 217 e tribuno militare nel 216 a Canne; a lui e a Scipione fu affidato il comando dei resti dell'esercito sconfitto. Pretore in Sicilia nel 215, non riuscì ad impedire che rinforzi cartaginesi spediti dall'Africa ad Annibale sbarcassero a Locri e che Geromino di Siracusa passasse all'alleanza cartaginese. Console nel 212, operò col collega Q. Fulvio Flacco in Campania contro Capua e, proconsole nel 211, ne protesse l'assedio contro i tentativi dei Cartaginesi di liberarla e fu ferito in combattimento. Egli inclinava a trattare mitemente i Capuani dopo la resa, alla quale pare non sia sopravvissuto di molto.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 2846; W. Drumann-P. Groebe, Geschichte Roms, II, Lipsia 1902, p. 152; G. De Sanctis, Storia dei Romani, III, ii, Torino 1917, pp. 257 seg., 294 seg.
2. - (Ap. Claudius C. f. Ap. n.). Console nel 143, attaccò senza ragione i Salassi alpini, che gl'inflissero perdite gravi. Riuscito infine a domarli, il senato gli rifiutò il trionfo, che egli celebrò di sua iniziativa, protetto dalla figlia vestale. Eletto alla censura nel 137 con Q. Fulvio Nobiliore, la esercitò severamente. Suocero del tribuno Tiberio Gracco, fu sostenitore della sua riforma, venne eletto fra i triumviri che dovevano applicarla, e tenne questa carica fino alla sua morte nel 130. Egli era dal 131 princeps senatus e fu Salio. Cicerone (Brutus, 108) lo ricorda fra gli oratori.
Bibl.: F. Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 2848; W. Drumann-P. Groebe, Geschichte Roms, II, Lipsia 1902, p. 155; H. J. Greenidge, A History of Rome, I, Londra 1904, p. 107 seg.; J. Carcopino, Autour des Gracques, parigi 1928, passim.
3. - (Ap. Claudius Ap. f. Ap. n.). Fratello di Clodio, il famoso tribuno; sue sorelle furono Clodia, l'amante di Catullo, e l'altra Clodia, moglie divorziata di Lucullo. Rimasto orfano, quasi povero, con a carico le due sorelle più giovani, non ebbe che la preoccupazione di far denaro. Console del 54, fu accusato da due candidati consolari d'aver stretto con loro un patto vergognoso, per favorire la loro elezione. Nel 53 divenne proconsole di Cilicia, e da quel che ci dice il suo successore, Cicerone, sembra non abbia avuto nello sfruttarla riguardi di sorta. Purtroppo anche il figliastro M. Bruto n'ebbe aiuto in certe sue non troppo pulite operazioni finanziarie. Assolto in un processo de maiestate e in uno de ambitu, intentato contro di lui per la sua condotta nella candidatura a censore, raggiunse nel 50 la carica agognata, e fu lui a radiar Sallustio dalla lista dei senatori. Parteggiò per Pompeo, ma senza entusiasmo. Morì nel 48.
Bibl.: Münzer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III, col. 2849 segg.; W. Drumann-P. Groebe, Geschichte Roms, II, 2ª ed., Lipsia 1902, p. 160 segg.