APPENDICULARIE (dal lat. appendicula "piccola appendice")
Sono piccoli tunicati pelagici, formanti un gruppo, che è stato denominato anche dei Perennichordata, Larvacea, Copelata. Furono scoperte nel 1821 da A. v. Chamisso, al quale si deve il nome (Appendicularia flagellum) e riconosciute da Thomas Henry Huxley (1851), che ne scoprì gli spermatozoidi, come appartenenti ai Tunicati (v.). Nuotano per mezzo di una specie di coda piatta (fig.1, A, ac) assai più lunga del corpo, che contiene una muscolatura propria (m), un organo assile omologato alla corda dorsale (cd) ed un prolungamento del sistema nervoso (n). Non esistono né atrî né cavità peribranchiale ed il sacco branchiale comunica con l'esterno per un unico paio di fessure branchiali dette spiracoli (sp); in esso si trovano l'endostilo (e) e il nastro ciliato, organi che segregano il muco necessario ad agglutinare le particelle organiche e i minuti organismi (che formano l'alimento delle piccole appendicularie) e, con il movimento delle loro ciglia, li trasportano all'apertura esofagea per l'ingestione. L'esofago conduce in una dilatazione stomacale, alla quale segue un breve intestino (int) la cui apertura anale (a) sbocca direttamente all'esterno. Il cuore (cu), costituito da una lamina concava contrattile, è posto in vicinanza dello stomaco. Ovario e testicolo (ov e t) si trovano nella parte posteriore del corpo e solo il secondo possiede un vaso deferente (vd) mentre l'ovario libera i suoi prodotti per deiscenza.
La tunica è rappresentata da una specie di nicchio gelatinoso (fig. 2) talvolta molto voluminoso, che può essere abbandonato e poi riformato e che, costituito al principio da una secrezione cuticolare, acquista poi forma complicata e grande importanza per la alimentazione dell'animale.
L'appendicularia, posta in questa specie di nicchio (oik) genera, con i movimenti della coda, correnti d'acqua che attraversano l'involucro e lasciano in esso, per filtrazione, i piccoli organismi pelagici e fra questi alcuni minutissimi, che costituiscono il nannoplancton, che sfuggono alle reti anche più sottili.
Le appendicularie non presentano processi di gemmazione, sono ermafrodite, eccetto la Oikopleura dioica, maturano prima i testicoli (proterandria) e non hanno metamorfosi.
Sono tutte forme pelagiche. Ricordano, nella struttura, complessivamente le larve di ascidie e sono da taluni considerate come forme larvali divenute sessualmente mature (neotenia). In esse la corda dorsale persiste per tutta la vita; carattere che fa distinguere le appendicularie dagli Ascidiacei come dai Taliacei.
Generi principali sono: Appendicularia Cham., Oikopleura Mertens, Fritillaria Q. et G., e Kovalewskia Lahille, nel quale l'endostilo, assente, è sostituito da un organo speciale ciliato con funzione vicariante; mancano cuore e pericardio e la faringe possiede quattro fessure longitudinali.
Bibl.: H. Fol, Études sur les Appendiculaires du détroit de Messine, in Mémoires Soc. de phys. et hist. natur., Ginevra, XXI (1872); H. Lohmann, Das Gehäuse der Appendicularien, in Schrift. d. naturw. Ver. Schleswig-Holstein, Kiel, II (1899) e gli altri numerosi scritti dal Lohmann stesso pubblicati sulle appendicularie nell'ultimo trentennio.