PROIEZIONE, Apparecchio da
L'apparecchio da proiezione (o lanterna da proiezione) è uno strumento ottico destinato generalmente a mostrare delle immagini a un pubblico più o meno numeroso. L'apparecchio da proiezione prende il suo nome dal fatto che esso "proietta" sopra uno schermo l'immagine dell'oggetto che si vuole mostrare. Nelle sue linee essenziali l'apparecchio da proiezione si può immaginare costituito da una sorgente luminosa destinata a illuminare vivamente l'oggetto e da una lente convergente che fornisce, dell'oggetto, un'immagine reale e ingrandita, che viene raccolta sopra lo schermo.
La distanza dell'oggetto dalla lente (che in realtà è un sistema di lenti) determina (v. lenti) il valore dell'ingrandimento, del rapporto, cioè, tra la grandezza dell'immagine e quella dell'oggetto; tale ingrandimento è dato dal rapporto della distanza dell'immagine dall'obbiettivo alla distanza dell'oggetto dall'obbiettivo stesso, più l'oggetto si avvicina al fuoco, più grande sarà l'immagine e più lontano andrà posto lo schermo perché l'immagine venga a fuoco; in pratica l'oggetto viene posto a una distanza un po' maggiore della distanza focale della lente.
L'oggetto è molto spesso una fotografia stampata su lastra, cioè una diapositiva.
Nella figura 1 è schematizzata una lanterna da proiezione; la sorgente luminosa (quasi puntiforme) si trova all'interno di una scatola HK opaca, per modo che la sala può restare nell'oscurità; la luce della sorgente viene raccolta da un condensatore, costituito da due o tre lenti convergenti CC′, DD′, EE′, e concentrata sull'oggetto da proiettare AA′.
Il condensatore è un sistema convergente di lenti, di notevole apertura; poiché esso non è destinato a dare immagini, non occorre che sia completamente esente da aberrazioni: spesso il condensatore è costituito da una coppia di lenti piano-convesse con le superficie convesse affacciate.
L'oggetto da proiettare è posto quasi a contatto col condensatore, in modo che sia utilizzato al massimo il fascio incidente; se l'oggetto da proiettare è una diapositiva, questa viene introdotta lateralmente nell'apparecchio da una apposita fenditura; poiché l'obiettivo fornisce, sullo schermo, un'immagine capovolta dell'oggetto, occorre introdurre la diapositiva capovolta, affinché l'immagine risulti diritta. Il sistema diottrico che produce l'immagine è un obiettivo, costituito, per esempio, da due sistemi acromatici MM′, NN′. La messa a fuoco, come abbiamo detto, si ottiene variando la distanza dell'obiettivo dalla diapositiva; nella figura, T è un bottone a cremagliera, destinato appunto a regolare la distanza tra la diapositiva e l'obiettivo.
Occorre distinguere la proiezione diascopica (che abbiamo descritta) nella quale l'oggetto è trasparente oppure disposto sopra un fondo trasparente e la sorgente luminosa si trova dietro di esso, da quella episcopica, nella quale l'oggetto è opaco e viene illuminato dal davanti. Gli episcopî sono basati sullo stesso principio degli altri apparecchi da proiezione e servono a proiettare figure riprodotte non su lastre trasparenti, ma, p. es., su carta (figure di libri ecc.). Di solito l'oggetto è illuminato dal di sopra, e si trova in un piano orizzontale; uno specchio collocato sopra esso e opportunamente inclinato, rinvia la luce verso l'obiettivo. Si costruiscono ora apparecchi da proiezioni che permettono i due tipi descritti di proiezione: essi si dicono epidiascopî.
Nella proiezione episcopica occorre un'illuminazione intensissima, che provoca un notevole riscaldamento dell'oggetto: per evitare che quest'ultimo si guasti, occorre talvolta o limitare la durata della proiezione o filtrare la luce attraverso una vaschetta di vetro piena d'acqua, destinata ad assorbire le radiazioni infrarosse, che provocherebbero un inutile riscaldamento. La proiezione episcopica richiede l'uso di obiettivi estremamente luminosi e deve limitarsi a ingrandimenti non molto forti. La sorgente luminosa è generalmente una lampada ad arco o una potente lampada a incandescenza.
Il cinematografo è un apparecchio di proiezione la cui parte ottica non è sostanzialmente diversa da quella dell'apparecchio già descritto; esso ha in più un dispositivo meccanico che permette che la immagine si cambi continuamente con grande rapidità (v. cinematografo).