APOPLESSIA
. Galeno adoperò questa parola ἀποπληξία per indicare la perdita subitanea e improvvisa della sensibilità e della motilità del corpo, eccetto la respirazione; dopo Harvey si aggiunse anche: eccetto la circolazione. Con la parola paraplessia (παραπληξία), Galeno indicò le paralisi improvvise parziali e i disturbi mentali postapoplettici: ma questo termine cadde in disuso. Egli credette che l'apoplessia fosse la conseguenza dell'inondazione improvvisa nei ventricoli cerebrali di un umore freddo e melanconico. Rochoux dimostrò per primo che l'apoplessia è dovuta il più delle volte a una emorragia nel cervello spontanea, senza cioè alcuna causa traumatica. In seguito apoplessia ed emorragia cerebrale divennero sinonimi, nonostante che numerosi autori come Abercrombie, Bouillaud, Lallemand, Andral, avessero dato la dimostrazione anatomo-patologica che si può avere apoplessia senza emorragia cerebrale. Anzi anche ora, con estensione di significato, si parla di apoplessia nelle emorragie non solo nel cervello, ma anche in altri organi parenchimatosi, come quella polmonare, tonsillare, surrenale, ecc.
La causa più frequente dell'apoplessia è l'emorragia cerebrale (v.) che s'inizia con l'ictus apoplettico; al quale segue spesso il coma (v.) e residua frequentemente l'emiplegia (v.). Ma sindromi a inizio apoplettico possono aversi in circostanze molto diverse, come nel rammollimento cerebrale (v.), nella meningite (v.), nei tumori, negli ascessi e nei traumi del cervello, nelle emorragie meningee, come nella pachimeningite emorragica.
In altri casi si parla di sindromi apoplettiformi in quanto i fenomeni possono regredire completamente cessando l'azione della causa tossica o infettiva che li ha prodotti: così si possono avere accessi apoplettiformi nella paralisi progressiva, nella tabe, nella sclerosi a piastre, nella sindrome di Adams-Stokes, nell'insolazione, nella malaria perniciosa, nel reumatismo articolare iperpiretico, nell'uremia, nel diabete, nell'elmintiasi dei bambini, nell'alcoolismo acuto, nell'avvelenamento da ossido di carbonio, ecc.
La diagnosi della apoplessia e la cura implicano perciò la valutazione esatta di tutti i dati anamnestici e obiettivi per identificare la vera causa morbosa e dare giusto indirizzo alla terapia.
Anche negli animali si possono avere manifestazioni cliniche caratterizzate dalla cessazione imprevista, subitanea della coscienza e dei movimenti.
Si tratta ordinariamente dell'irruzione, nel tessuto del cervello o nei ventricoli, di una quantità più o meno considerevole di sangue proveniente dalla rottura di una delle piccole arterie cerebrali. Questa rottura si verifica generalmente in corrispondenza di piccoli aneurismi o altre lesioni che si riscontrano a carico delle arterie del cervello stesso, in seguito a malattie che alterano l'integrità delle pareti vasali per arterite, trombosi, embolia (carbonchio ematico, tifo petecchiale, setticemia emorragica, anemia, nefrite acuta, ateromatosi, elmintiasi, ecc.), spesso in seguito ad un rapido, improvviso aumento della pressione sanguigna per sforzo eccessivo o per violenta eccitazione. L'apoplessia si può ancora manifestare nel cosiddetto colpo di sole e colpo di calore, per congestione dei vasi sanguigni del cervello.
Si manifestano disturbi così gravi che in maniera rapida spesso conducono gli animali a morte in brevissimo tempo. Essi cadono privi di sensi, incapaci di qualsiasi movimento per l'arresto di tutte le funzioni nervose motrici e sensitive. La respirazione si rallenta e si fa difficile e penosa, il polso diventa aritmico e raro, la temperatura si abbassa e qualche volta si osservano manifestazioni a carattere convulsivo. Sovente a questi primi sintomi succede un acceleramento irregolare della respirazione, con grave tachicardia, e gli animali soccombono in brevissimo tempo. Talora invece, allorquando le cause sono meno gravi, lo stato comatoso scompare gradatamente, gli ammalati ricuperano le loro funzioni nervose, lasciando però un'emiplegia la quale può essere passeggera o duratura.
L'apoplessia che segue al colpo di sole ed al colpo di calore si manifesta, di preferenza, nei cavalli di truppa nei periodi di eccessivo caldo, durante le manovre, le esercitazioni e le lunghe marce; si manifesta pure, nella stagione estiva, negli animali costretti a lunghi viaggi in ferrovia (suini, bovini ed ovini), e nei cani durante estenuanti partite di caccia d'estate.
Per la cura è raccomandabile: riposo assoluto, compresse fredde sul cranio, salassi, iniezioni di eccitanti generali.
Bibl.: J. Dejerine, Sémiologie des affections du système nerveux, Parigi 1926, G. H. Roger, F. Widal, P.-J. Tessier, Nouveau traité de médecine, XIX, Parigi 1925; P. Varenna, Diagnostica medica differenziale, Bergamo 1928; E. Aruch, Enciclopedia veterinaria Italiana, Milano 1914; Fröhner e Zwick, Lehrbuch der Speziellen Pathologie und Therapie der Haustiere, Stoccarda 1922; F. Hutyra e J. Marek, Spezielle Pathologie und Therapie der Haustiere, Jena 1922.
In botanica si chiama apoplessia (fr. apoplexie, folletage; ted. Schlag, Schlagen; ingl. apoplexy), l'improvvisa morte di pianta legnosa (od anche di una parte di essa), in pieno periodo di vegetazione, cosicché in pochi giorni le sue foglie disseccano ed i rami stessi muoiono con eguale rapidità. È fenomeno particolarmente noto per le viti americane e loro ibridi, ma noto anche per altre piante fruttifere. Si osserva soprattutto negli anni e nei periodi di maggiore siccità ed è probabilmente dovuto ad un improvviso squilibrio tra assorbimento e traspirazione, al quale non sarebbero estranei fenomeni di marciume radicale.