APOPHORETA (gr. ἀποϕόρητα)
Sono i doni che l'ospite distribuisce fra i commensali, perché li portino a casa; greca è la parola, come greca sembra l'origine dell'uso. Particolare occasione di donare apophoreta erano in Roma i Saturnali, il periodo dell'anno in cui gli amici solevano scambiarsi dei regali. L'assegnazione fra i commensali si faceva di solito mediante sorteggio, estraendo per ciascuno una conchiglia con l'indicazione del dono; e si cercava di destar l'ilarità sorteggiando insieme doni di diverso valore. Si racconta di Elagabalo che destinasse come apophoreta dieci cammelli e dieci mosche, dieci libbre d'oro e dieci di piombo, ecc.
Un libro di epigrammi di Marziale porta il titolo di Apophoreta, e contiene una serie di distici destinati ciascuno ad accompagnare un dono; vi si alternano doni della stessa specie, a coppie; uno di costo, uno vile, ma non regolarmente, forse per un disordine che la tradizione manoscritta ha portato nel libro.
Bibl.: Mau, art. Apophoreta, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., II, col. 174. Si consulti anche la notizia che il Friedländer ha preposto nella sua edizione commentata di Marziale al libro degli Ap. (M. Valerii Martialis, Epigramm. libri mit. erklär. Anm., Lipsia 1886, II, p. 295).