APOLLONIOS (Apollonius)
4°. - Scultore greco, figlio di Artemidoros. Nacque a Tralles, centro artistico dell'ellenismo, ed insieme con il fratello Tauriskos, fu adottato dal rodio Menekrates. Eseguì un colossale gruppo marmoreo che oggi è conosciuto nella copia detta Toro Farnese, conservata nel Museo Naz. di Napoli. Si tratta di un'opera classicizzante dell'ellenismo tardo. Il gruppo rappresenta la punizione di Dirce da parte di Anfione e Zeto. Era costruito in un sol blocco di marmo. Plinio è l'unica fonte che ci parli di quest'opera e ci dice (Nat. hist., xxxvi, 34) che essa fu trasportata da Rodi a Roma, e che quivi l'ebbe Asinio Pollione, che era un famoso collezionista di opere d'arte. L'opera dovette suscitare un grande interesse, date le numerose riproduzioni che ebbe. Ne esistono copie anche in una pittura di Pompei e in gemme incise: verso il 200 d. C. il gruppo fu riprodotto su monete della Lidia.
La copia antoniana di Napoli fu rinvenuta nel 1546 nelle Terme di Caracalla; è molto alterata dai restauri: le teste e tutta la parte superiore di Dirce sono di epoca moderna. Tecnicamente si tratta di un pezzo ammirabile, e quasi certamente fu costruito per essere posto all'aperto.
La data dell'originale è da porsi verso il 50 a. C.
Bibl: J. Overbeck, Schriftq., 2038; C. Robert, in Pauly-Wissowa, II, c. 161, s. v., n. 122; W. Amelung, Thieme-Becker, II, s. v.; W. Klein, Gesch. d. griech. Kunst, III, Lipsia 1907, p. 210 ss.; G. Lippold, Kopien und Umbildungen griechischer Statuen, Monaco 1923, p. 48 ss. Per la descrizione tecnica della copia di Napoli, v. L. Mariani, in Guida del Museo Naz. di Napoli, p. 80 ss., n. 260; G. Richter, The Sculpture and Sculptors of the Greeks, New Haven 1930, p. 299. Per la collezione di Asinio Pollione: G. Becatti, in Studi in onore di A. Calderini e R. Paribeni, III, Milano 1956, pp. 199-210.