APOLLONIOS (᾿Απολλώνιος)
13°. - Scultore greco, del I-II sec. d. C., il cui nome, senza patronimico ed etnico, appare come firma sul tronco che funge da sostegno di una statua di Apollo, rinvenuta tra le rovine di un tempio presso Ariccia e ora conservata a Palma di Maiorca. Quasi sicuramente questa statua è la medesima che il Visconti presentava in Mus. Pio Glem., iii, erroneamente dicendo, però, che era stata trovata nella Villa Adriana di Tivoli. Un A. firmò la statua di un giovane satiro ebbro, in marmo pario, proveniente anch'essa dai dintorni di Roma e conservata ora nella Coll. Egremont a Petworth. Il nome appare sulla colonnetta-sostegno a cui si appoggia il satiro; era posto alla fine di un'iscrizione ora scomparsa. La "firma", però, è fortemente sospetta, anzi concordemente ritenuta falsa, e non connessa con l'autore dell'opera. Molto dubbiosa, sebbene non impossibile, è l'identificazione di A. autore dell'Apollo a Maiorca con l'A. 8°, ateniese, la cui firma appare incisa in lettere apicate ed eleganti sulla clamide (caratteristica neo-attica) di un frammento di statua in marmo bianco trovata a Sparta. L'autore di quest'opera viene considerato uno scultore di tradizione neo-attica, e datato - non senza incertezze - al I sec. d. C. È da escludersi un'identificazione di questo A. con i due scultori pure ateniesi, figli rispettivamente di Archìas e Nestor, data la differenza dei caratteri epigrafici (v. A. 6° e 7°).
Bibl: H. Dressel-A. Milchhoefer, in Ath. Mitt., II, 1877, p. 372, n. 175; H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., I, Stoccarda 1889, p. 544; E. Loewy, I.G.B., 336, 379, 517; C. Robert, in Pauly-Wissowa, II, cc. 162-163, s. v., nn. 124, 125 e 126; W. Amelung, in Thieme-Becker, II, p. 35, s. v.; I.G., V (i) 698 e XIV, 1235 e 1236; P. Graindor, Athènese de Tibère à Trajan, Il Cairo 1931, p. 176.