APOLLONIO di Tralle
Figlio d'Artemidoro, scultore. Insieme col fratello Taurisco rappresentò in un colossale gruppo marmoreo Anfione e Zeto che legano Dirce alle corna del toro. Plinio, (Nat. Hist., XXXVI, 34), ch 'è l'unica fonte, dice che l'opera fu da Rodi portata a Roma, e quivi posseduta da Asinio Pollione, famoso collezionista. Riflessi e riproduzioni, che ne documentano la fama, vediamo in una pittura di Pompei, in gemme incise e su medaglioni contorniati: su monete della Lidia il gruppo appare verso il 200 d. C. Una copia frammentaria, con parecchie aggiunte, fu trovata nel 1546 alle Terme di Caracalla: molto alterata dai restauratori (le teste delle figure principali e la parte superiore di Dirce son moderne) è notissima sotto il nome di Toro Farnese, ed è ora al Museo Nazionale di Napoli (v. fig.). Mirabilmente costruito, il gruppo, che con ogni probabilità fu calcolato per esser posto all'aperto, è un esempio tipico della fase tridimensionale della scultura greca: ogni figura ha una propria autonomia spaziale e vuol essere guardata singolarmente, senza che ciò disturbi l'architettura dell'insieme. Come stile, la copia che possediamo non palesa molta originalità: è un accademismo, grandioso e sapiente, che palesa lo studio di sculture del sec. IV a. C. Per un vezzo da cicerone, che gli è abituale in casi consimili, Plinio aggiunge che l'opera era ricavata da un sol blocco, il che non è credibile. I due artisti divennero figli adottivi di un tal Menecrate. Nel teatro di Magnesia al Meandro si trovò la base d'una statua bronzea con la firma d'un Apollonio figlio di Taurisco da Tralle: la grafia è databile verso il principio dell'età imperiale. Se questo scultore è nipote dell'omonimo qui ricordato, il gruppo statuario può datarsi nella generazione precedente, ossia verso il 50 a. C. (v. anche taurisco)
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908, p. 34; W. Klein, Gesch. d. griech. Kunst., III, Lipsia 1907, p. 210 segg.; G. Lippold, Kopien u. Umbildungen griechischer Statuen, Monaco 1923, p. 48 seg. Per la descrizione tecnica della copia di Napoli, L. Mariani, in Guida del Museo Naz. di Napoli, Napoli s. a., p. 80 segg., n. 260.