APOLLONIA di Sicilia
Antica città, di ubicazione incerta. Viene indicata come vicina ad Alesa e a Calatte, e il suo territorio doveva da una parte toccare il mare, dall'altra essere contiguo a quello di Engio. Nel complesso, è probabile ch'essa sorgesse nelle vicinanze dell'odierna S. Fratello. Nel 342 a. C., Apollonia era sottoposta a Leptine, signorotto di Engio; e fu, al pari di questa città, liberata da T. moleone. Venne assalita da Agatocle nel 307 e abbandonata al saccheggio. Ma riappare in età romana fra le città decumane, ed è di quelle che furono obbligate da Verre a prestare una nave per dar la caccia ai pirati: nave che fu perduta. Apollonia batté una moneta di bronzo, in cui è impressa l'immagine di Apollo citaredo, in lunga veste; ed è senza dubbio la forma sotto cui questo dio era adorato nella città che da esso prendeva nome.
Fonti: La moneta di Apollonia - la sola conosciuta - in Salinas, Monete delle ant. città di Sic., 1872, pp. 41, 404; tav. XVI, n. 11; e in A. Holm., Gesch. Sic., III, p. 719 (da Salinas). Iscrizioni trovate presso S. Fratello, in Kaibel, Inscr. Graecae Sic., ecc., p. 69 sgg. (il Kaibel le riferisce ad Alunzio).
Bibl.: A. Holm, Gesch. Sic., I, p. 71; III, pp. 81, 139; Freeman, Hist. of Sic., I, 144 (trad. ted. del Lupus, I, 127); Chr. Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 117.