Vedi APOLLONIA di Cirenaica dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
APOLLONIA di Cirenaica (v. vol. I, p. 482 e s 1970, p. 63)
Dal 1976 la Missione Archeologica Francese ha intrapreso ad A. un'attività di scavo, indirizzata principalmente all'esplorazione delle Grandi Terme e della cinta muraria, che è andata ad affiancarsi a quella già condotta dal Dipartimento delle Antichità della Cirenaica.
Le mura, costruite in un'unica fase nella seconda metà del II sec. a.C., si dispongono nel lato S secondo un tracciato a cremagliera, che si adatta alla conformazione del terreno. Gli stacchi sono rinforzati da torri; un sistema di postierle consentiva sortite lungo i segmenti della cortina.
La cinta non è stata progettata per racchiudere e difendere l'intero complesso abitato (il quartiere dello stadio ne resta escluso), ma aveva la funzione precipua di proteggere le installazioni portuali, e si protende anche sul molo che divide il porto in due bacini: in quello occidentale, di destinazione mercantile, si sono rinvenuti di recente due relitti di navi, abbandonate nel II sec. a.C. Interventi di restauro, tesi a recuperare la piena funzionalità della struttura difensiva dopo periodi di deterioramento, si sono verificati nel corso del III sec. d.C. e soprattutto alla metà del V sec. d.C. Quest'ultimo intervento va inquadrato nell'intensa ripresa edilizia conseguente al trasferimento della capitale da Tolemaide ad Α., chiamata, almeno dal 359 d.C., Sozusa.
Nell'area occupata dalle Grandi Terme si è riconosciuta una lunga sequenza di interventi edilizî che va dal IV sec. a.C. al VI d.C. Parti di un peristilio con un bacino e un muro perimetrale potrebbero documentare per il I sec. d.C. la presenza di una piscina con natatio; rimaneggiamenti e aggiunte sostanziali hanno dato poi origine all'edificio termale, dal percorso rettilineo. L'operazione ha avuto luogo fra il 75 e il 125 d.C., in un periodo di prosperità che ha visto, tra l'altro, il rifacimento del muro di scena del teatro. Verso la fine del IV sec. d.C. due grandi cisterne sanciscono la cessazione della funzione termale, che verrà ereditata da un piccolo edificio eretto all'epoca di Giustiniano lungo il fianco O del complesso originario.
A 1 km a O della città, lungo la riva del mare, è stato rinvenuto lo stadio, scavato in parte in una piccola collina rocciosa: è orientato in direzione E-O ed è dotato di una pista larga soltanto m 13,35. La datazione è ascrivibile intorno alla seconda metà del II sec. a.C.
Il tempio dorico, che era stato scoperto nella stessa zona dalla Missione dell'Università del Michigan, ha raggiunto una più precisa definizione. Il monumento, databile attorno al 300 a.C., aveva 6 colonne nei lati brevi e 11 nei fianchi. Al sensibile accorciamento nel senso della lunghezza si unisce una chiara adesione al principio della frontalità, che è ottenuta con la soppressione dell'opistodomo e con la concessione di una maggiore profondità al portico anteriore. Nel tempio si è riconosciuto quello di Afrodite ricordato da Plauto (Rud., 128 ss.).
Di rilevante interesse per la storia dei culti è stato il rinvenimento di diverse centinaia di statuette fittili in una cavità della roccia, sotto le fondazioni di una postierla. Esse sono databili nella prima metà del IV sec. a.C. e sono state prodotte in un atelier locale, che doveva trovarsi probabilmente nelle vicinanze. La presenza del silfio e della gazzella fra gli attributi dei personaggi femminili potrebbe orientare verso il riconoscimento di divinità locali (p.es. la dea Libia), piuttosto che verso l'identificazione con Artemide.
Una nuova sistemazione ha interessato il Museo Archeologico di Apollonia. In esso hanno trovato posto anche due stele funerarie attiche della fine del V sec. a.C., divinità funerarie nella caratteristica struttura abbreviata, una replica dell'Atena Parthènos, busti-ritratto di destinazione funeraria, un sarcofago di tipo attico con la raffigurazione del mito di Ippolito.
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(L. Bacchielli)