APOLLO (III, p. 671)
Caratteristiche del culto. - L'evoluzione del culto di Apollo è parallela allo sviluppo dei varî centri della civiltà greca. La prima forma di offerta a lui dedicata era incruenta (ἀπαρχαί del rituale delio-iperboreo, altare di Apollo-padre a Delo sul quale era proibito spargere sangue). E quando venne in uso il sacrifizio animale, gli animali a lui sacrificati furono quelli proprî di una società agricola e pastorale: tra i più antichi il capro, che troviamo anche a Delfi.
Le feste di Apollo, nessuna delle quali ha carattere iniziatico, non cadono mai nella stagione invernale, il che si capisce data la sua natura di dio della luce. L'apparizione (epifania) del dio veniva celebrata a primavera o al principio dell'estate. Nel mese gli erano particolarmente sacri i giorni 1, 7, 14, 20, in corrispondenza delle fasi lunari, ma specialmente solenne era il giorno 7 considerato come quello della sua nascita.
Quello che nel culto di Apollo colpisce di più è la sua funzione catartica. Il caso tipico è quello di Oreste, ma sono note anche le purificazioni di Teseo, di Eracle, delle Pretidi in santuarî di Apollo.
Mezzo di purificazione peculiare ad Apollo era l'aspersione con il ramoscello di lauro; ma classico mezzo divenne infine il sangue di porco specialmente nei casi di omicidio in qualche modo giustificato, come quello di Oreste.