ALMEIDA, Apolinar
Nacque a Lisbona il 22 luglio 1587. Entrato nella Compagnia di Gesù il 5 novembre 1601, dopo aver insegnato letteratura, filosofia e sacra scrittura, fu nominato da Filippo IV vescovo di Nicea e coadiutore, con diritto di successione, del patriarca di Etiopia, Alfonso Méndez. Partito da Lisbona nel 1629, giunse il 21 ottobre a Goa, donde ritornò in Etiopia. Vi rimase tre anni, occupato nei processi di canonizzazione di Andrea de Oviedo e di Abramo Giorgio (gesuita maronita, ucciso a Massaua). Amichevolmente ricevuto da re Susenyos (Susnēyos) Seltān Sagad, non poté tuttavia svolgere grande attività, perché il mutamento politico, la morte di Susenyos (16 settembre 1631) e l'accessione di Fāsiladas condussero all'espulsione dei gesuiti. Apollinare Almeida rimase sotto la protezione di Kefla Māryām, ma questi, cedendo alle promesse e alle minacce di Fāsiladas, lo relegò nel deserto di Defalō, dove l'Almeida trascorse tre mesi; poi fu congedato. Entrato ad Adeuxâ, (Adisciâ), v'istituì il processo dei padri Gaspare Paes e Giovanni Pereira uccisi con quattro cattolici, il 25 agosto 1635, dagli scismatici. Tradito dal portoghese Akay e consegnato a Fāsiladas, venne relegato, insieme con due altri padri, in un'isola del lago Ṭānā, occupata da monaci scismatici, i quali, dopo un anno di prigionia, fra il 10 e il 15 giugno 1638, li impiccarono e li lapidarono. Si hanno di lui, oltre i due processi indicati, parecchie lettere.
Bibl.: Le storie dell'Etiopia e delle missioni di Manuel de Almeida e di Alfonso Méndez, in C. Beccari, Rerum Aethiopicarum scriptores occidentales, Roma 1908; V-IX; Rivière, in Dictionn. d'histoire et geogr. ecclés., Parigi 1914, II, col. 638 seg.