APLOSPORIDÎ (dal gr. ἁπλοῦς "semplice" e σπορά "seme"; lat. scient. Haplosporidia)
Protozoi parassiti dei tessuti (o della cavità del corpo) di anellidi, crostacei, molluschi, pesci; caratterizzati dalla presenza di spore a parete semplice o doppia, con un'apertura protetta da un coperchietto mobile, attraverso la quale si rende libero il germe. Nell'Haplosporidium limnodrili (Granata, 1914) il germe mononucleato dà origine a un plasmodio plurinucleato, che si suddivide in individui mononucleati per un processo di schizogonia. In altri casi ha luogo anche una moltiplicazione per plasmotomia. Gli schizonti danno origine a isogameti (anisogameti in Anurosporidium); questi si accoppiano formando sporoblasti mononucleati, che si trasformano direttamente in spore. Il Debaisieux (1921) nell'Haplosporidium chitonis e nel nemertis (contro il Pixell-Goodrich che conferma i dati di Granata), nega la formazione di gameti, ammettendo un accoppiamento di nuclei nel plasmodio; e ritenendo dimostrata la struttura semplice della spora dei Microsporidî (v.), unisce a questi gli Aplosporidî. Cépède dà valore di nucleo ad un corpo cromatoide che si trova nella spora, spesso addossato alla membrana, e unisce gli Aplosporidî a Paramyxa (Acnidosporidî).
Il gruppo degli Aplosporidî, quale fu creato nel 1899 dal Caullery e dal Mesnil, comprende forme eterogenee che hanno in comune il solo carattere della struttura semplice della spora (spore protette della famiglia Haplosporididae, spore nude della famiglia Coelosporididae). Il Caullery e il Mesnil hanno peraltro riconosciuto affinità tanto coi Cnidosporidî quanto coi Micetozoi e coi Funghi inferiori. Ricerche ulteriori hanno permesso di assegnare molte forme a gruppi meglio definiti. Così Coelosporidium (Debaisieux, 1916 e 1920), Chytridiopsis (Léger e Duboscq, 1909), Blastulidium (Chatton, 1908) sono oramai connessi alla Chytridineae; e così anche, secondo l'Ashworth (1923), Rhinosporidium parassita del setto nasale dell'uomo e del cavallo. Gli Aplosporidî veri, allo stato attuale delle conoscenze, sono da ritenersi affini piuttosto ai Micetozoi che ai Cnidosporidî.
Bibl.: Caullery e Mesnil, in Arch. Zool. Exper., IV (1905); Cépède, in C. R. Acad. Sci., Parigi 1911-13, pp. 153 e 156; Granata, in Arch. Protistenk., XXXV, (1914), Pixell-Goodrich, in Proc. Zool. Soc., Londra 1915; Debaisieux, in La Cellule, 1916-21, p. 30.