APLASIA (dal gr. ἀ privativo e πλάσσω "formo")
È conosciuta anche col nome di agenesia e significa il mancato sviluppo o l'arresto di sviluppo di un organo o di una parte del corpo.
La mancanza di alcuni organi può talvolta verificarsi, specialmente per gli organi pari, in organismi per il resto bene sviluppati. Così può aversi mancanza di un rene o di un testicolo: talvolta fu trovato mancante un polmone. Può non svilupparsi la metà destra o sinistra del muscolo diaframma ed aversi quindi la penetrazione dei visceri addominali nella cavità toracica. Talora l'arresto di sviluppo deve essere interpretato come l'espressione del persistere di uno stato embrionario che dovrebbe essere semplicemente transitorio. Si può avere l'arresto d'un organo allo stato rudimentale, mentre esso dovrebbe ulteriormente svilupparsi; si hanno così arresti di sviluppo delle membra, della regione posteriore del tronco (spina bifida) ecc.
Molti arresti di sviluppo dell'embrione hanno per prima origine modificazioni di sviluppo delle membrane ovulari e possono anche essere conseguenza di processi meccanici o patologici.
Questi arresti di sviluppo dànno spesso luogo a mostruosità, come la acardia, appartenente alle mostruosità doppie, nella quale l'embrione è sempre imperfettamente sviluppato e privo di cuore ed il feto rudimentale è connesso al feto bene sviluppato mediante la placenta; e l'acefalia, forma di mostruosità in cui manca il capo, mentre il torace è rudimentale, il bacino e le altre parti sono bene sviluppate (v. teratologia).
L'aplasia va tenuta distinta dall'atrofia, che indica un rimpiccolimento fisiologico o patologico d'un organo o di una sua parte dopo che già aveva raggiunto un regolare sviluppo. Le aplasie, in quanto costituiscono una forma particolare fra le anomalie di conformazione, e più precisamente fra quelle che dipendono da arresto di sviluppo, possono prodursi durante la vita fetale, dall'istante del concepimento alla nascita, oppure nel corso della vita extrauterina, poiché anche in questa possono verificarsi perturbazioni dello sviluppo, come la persistenza di organi con caratteri infantili (p. es. l'aplasia o l'ipoplasia dell'utero) o l'arresto della crescita in lunghezza. Le cause dell'aplasia si riconoscono in un duplice ordine di fattori: cause interne ed esterne. Le prime sono inerenti alla cellula uovo fecondata, e spesso di origine ereditaria, derivando dall'uno o dall'altro o da entrambi i genitori; fra le seconde sono specialmente importanti le azioni meccaniche (traumi) ed in generale varie influenze d'indole fisica, chimica e fisico-chimica che possono esercitarsi sul prodotto del concepimento dai suoi primi momenti di vita fino all'epoca dello sviluppo perfetto.