Vedi APIS dell'anno: 1958 - 1994
APIS
(Ἄττις, Apis·, v. vol. I, p. 462). In epoca romana si assiste a un cambiamento nell'iconografia di A. direttamente dipendente da una nuova interpretazione della sua identità divina. A contatto con il mondo mediterraneo, A. perde infatti il suo aspetto solare e viene associato alla luna. Le sue rappresentazioni in forma taurina vengono spogliate di tutti gli elementi decorativi egiziani e tra le corna compare un crescente di luna. Talvolta sono le stesse corna a essere modellate in modo da assomigliare al crescente. Questa nuova iconografia ha forse la sua ragione di essere in un'errata interpretazione del disco solare di epoca egiziana, ma trova anche riscontro in una leggenda riferita da Plutarco (Mor., 368D). Secondo questo racconto Α., immagine vivente di Osiride, sarebbe stato generato da un raggio di luna e una giovenca.
Sempre in epoca greco-romana muta anche lo stile di rappresentazione. Il corpo del toro riceve un trattamento più plastico, è data maggiore importanza alla muscolatura e la testa è sovente reclinata su un lato, una delle gambe anteriori resta sollevata da terra e la coda ricade, descrivendo un ampio cerchio, sulla groppa. Questo modo rappresentativo è particolarmente diffuso nelle province europee dell'impero romano e risulta essere la tipologia attestata con maggior frequenza in Italia, dove fu probabilmente creata intorno al I sec. a.C. In alcune statuette, sulla groppa del toro si trova un uccello, segno di una possibile assimilazione di A. con Giove Dolicheno o con il dio egiziano Horus. Quest'ultima ipotesi appare la più probabile se si considerano le immagini, incise su alcune gemme, dove A. viene allattato da Iside. Il motivo riecheggia la leggenda secondo la quale Iside e Horus, fuggendo da Seth, si sarebbero trasformati rispettivamente in Sekhat-Hor e Apis.
Interessanti sono anche alcune figure in terracotta, ritrovate in suolo egizio, dove A. compare in associazione con Serapide e altre divinità locali. La figura di A. si trova anche su monete tolemaiche ritrovate in Mauritania e su monete imperiali romane dall'Egitto; queste ultime abbracciano un periodo che va da Nerone a Settimio Severo.
Bibl.: G. Grimm, Etne verschollene Apisstatuette aus Mainz, in ZAS, XCV, 1968, pp. 17-26; G. J. F. Kater-Sibbes, M. J. Vermaseren, Apis I. The Monuments of the Hellenistic-Roman Period from Egypt, Leida 1975; iid., Apis II. The Monuments of the Hellenistic-Roman Period from Outside Egypt, Leida 1975; iid., Apis III. Inscriptions, Coins and Addenda, Leida 1977; M. Malaise, Compte Rendu de Apis I et II, in ChrEg, LH, 1977, pp. 100-104.