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APICIO

di Cesare Giarratano - Enciclopedia Italiana (1929)
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APICIO (Apicius)

Cesare Giarratano

Sotto il suo nome ci è giunto un trattato de re coquinaria in dieci libri con poco meno di cinquecento ricette. Il nome Celio, che segue quello di Apicio nei codici recenti, si deve a congettura umanistica. Varie testimonianze antiche riferiscono che un Apicio aveva scritto di culinaria. Era certamente M. Gavio Apicio, che visse al tempo di Tiberio e profuse in banchetti la più gran parte del suo immenso patrimonio. Di esso narra Seneca che, quando s'accorse che gli rimanevano solo dieci milioni di sesterzî si tolse la vita col veleno per timore di dover morire di fame. Il trattato di Apicio, ch'era divenuto d'uso comune, ebbe varie edizioni, e ogni volta sofferse tagli, aggiunte, mutamenti e interpolazioni d'ogni specie, finché perdette in gran parte la fisionomia originaria. L'opera arrivata a noi appartiene, come sembra, a un editore della fine del sec.. IV, ed è scritta in latino volgare. Anche per colpa degli amanuensi il testo subì molti danni. Da un'edizione contaminata da altre fonti derivarono nel quinto o nel sesto secolo gli excerpta di Viridario.

I due codici fondamentali sono il 275 della collezione Phillips in Cheltenham e il Vaticano Urbin. lat. 1146, ambedue del sec. IX. L'editio princeps è quella stampata a Venezia, s. a., da Bernardinus Venetus; ediz. critica a cura di C. Giarratano e di F. Vollmer, Lipsia 1922.

Bibl.: V. Vollmer, Studien zu dem röm. Kochbuch von Apicius, in Sitzungsber. d. Bayer. Akad. d. Wiss., Phil-hist. Kl., 1920, Abh. 6; R. Sabbadini, I codici di Apicio, in Historia, I (1927); i; id., Apicio, in Historia II (1928), 2; E. Brandt, Untersuch. zum röm. Kochbuche, in Philologus, Suppl. XIX (1927).

Vedi anche
condimento Qualsiasi sostanza, liquida o solida, che viene aggiunta ai cibi per insaporirli, esaltarne il gusto o renderne il sapore più gradevole (come le spezie e le erbe aromatiche, l’olio, l’aceto, il sale ecc.). Esiste poi una categoria di prodotti commerciali di introduzione relativamente recente nella cucina ... Lucio Anneo Sèneca Filosofo e scrittore latino (n. Cordova 4 a. C. - m. 65 d. C.). Figlio di Seneca il Retore, compì i suoi studî a Roma, con Papirio Fabiano, retore e filosofo stoico, lo stoico Attalo, il cinico Demetrio e il neopitagorico Sozione. Giovane, si recò in Egitto, e al suo ritorno fu introdotto a Roma nell'ambiente ... cucina Termine con cui ci si riferisce all'ambiente della casa, di una comunità, di un ristorante, di una nave, ecc., in cui si preparano e cuociono i cibi, fornito degli impianti necessari a questo fine, e quindi il complesso dei mobili con cui una cucina è arredata; anche, per metonimia, chi provvede a fare ... gastronomia Complesso delle regole e delle usanze relative all’arte culinaria, che nella preparazione dei cibi privilegia l’aspetto del godimento dei sensi rispetto ai bisogni meramente nutrizionali. La g. ha per oggetto la preparazione dei cibi, la loro successione e il loro accostamento durante il pranzo o la ...
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Vocabolario
apicite
apicite s. f. [der. di apice]. – Nome generico di malattie infiammatorie, interessanti l’apice di alcuni organi. In partic.: a. Affezione tubercolare circoscritta dell’apice polmonare e della corrispondente cupola pleurica, per lo più di...
àpice
apice àpice s. m. [dal lat. apex apĭcis «punta»]. – 1. Culmine, cima, e sim.: a. della fiamma; più com. fig.: l’a. della fortuna, della felicità; essere all’a. della potenza, della gloria; raggiungere l’a. della carriera; io avea toccato...
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