APELLE
. Tutore del giovane Filippo V di Macedonia, innalzato a tale carica da Antigono Dosone (221-20 a. C.) insieme con Leonzio, Megalea, Taurione, Alessandro. Anche Arato di Sicione era divenuto ascoltato consigliere di Filippo. Mentre Apelle propugnava presso Filippo l'assoggettamento degli Achei, continuando la politica di Demetrio e di Antigono, che avevano mirato ad assicurare alla Macedonia il predominio in Grecia, Arato invece cercava di assicurare agli Achei l'aiuto della Macedonia e di spingere Filippo nella guerra sociale, alla conquista dei territorî convenienti alla lega Achea. Ne derivò un conflitto fra Arato e Apelle, che non è soltanto l'intrigo di due cortigiani per soverchiarsi a vicenda, ma il contrasto fra due concezioni politiche. I consiglieri aulici congiurarono per eliminare l'influenza di Arato su Filippo; ma Arato grazie alla sua abilità diplomatica finì col prevalere (219-218 a. C.). Le accuse che Apelle mosse contro di lui apparvero infondate, né riuscì un tentativo di Leonzio per sollevare le milizie. Apelle, che s'era recato a Calcide per creare ostacoli a Filippo, tornato a Corinto e non bene ricevuto dal re, brigò con gli Etoli, sicché Filippo non poté concludere con loro la pace. Persuaso che autore degl'intrighi fosse Apelle, Filippo lo fece arrestare e lo mandò a Corinto, dove insieme col figlio lo fece uccidere (218 a. C.).
Fonte: Polibio, IV, 82 segg.; 87, 8; V, 15 segg.; 25 segg.
Bibl.: B. Niese, GEsch. der griech. und maked. Staaten, III, p. 446 segg.; G. Niccolini, La Confederazione Achea, Pavia 1914, pp. 74, 79 segg.; A. Ferrabino, Il problema della unità nazionale nella Grecia, I: Arato di Sicione e l'idea federale, Firenze 1921, pp. 147, 173 segg.; M. Nicolaus, Zwei Beiträge zur Gesch. König Philipps V, Berlino 1909, pp. 19, 27, 52 segg., specialmente per la politica antiromana dei ministri di Filippo; J. Beloch, Griech. Gesch., Berlino, 2ª ed., IV, p. 730 seg.