APELLE gnostico
Gnostico, se si può chiamare tale un discepolo di Marcione. Sulle orme delle Antitesi di questo scrisse dei "Ragionamenti" (συλλογισμοί), negando l'origine divina dei libri di Mosè (S. Ambrogio, De Parad., V). Notizie su di lui sono fornite principalmente da Tertulliano (De Praescript. haeretic.; De carne Chr.; De anima; Advers. Marcionem). Venuto meno alla castità, fuggì ad Alessandria; poi, tornato a Roma, e suggestionato da una tal Filomena scrisse delle Φανερώσεις ("Rivelazioni") avute da lei. Il creatore - scartate le notizie di Ippolito (Philosophumena, VII, 38) - pare fosse per lui un angelo creato sì dal Dio buono, ma cattivo e di natura ignea. Il corpo del Cristo era per lui un corpo reale, "solido, proveniente dagli astri e dall'essenza del mondo superiore". In sostanza Apelle sembra aver singolarmente riavvicinato le dottrine marcionite a quelle della gnosi tradizionale.
Bibl.: Origene, In Genes, II, 2; C. Celsum, V, 54; in Tit., III, 10, 11; Epifanio, Panarion, haer. 44; A. Harnack, De Apellis gnosi monarchica, Lipsia 1874; id., Sieben neue Bruchstücke der Syllogismen des A. (Texte u. Untersuchungen, VI, 3), Lipsia 1890; id., Marcion, 2ª ed., Lipsia 1925.