APATURIO
. Pittore greco, nativo di Alabanda, a quel che sembra, particolarmente versato nell'arte decorativa. Il suo nome ci è noto da un aneddoto narrato da Vitruvio (VII, 5,5 e segg.), a proposito delle stravaganze che egli lamentava nell'arte decorativa del suo tempo. A. avrebbe dipinto nel piccolo teatro di Tralles, chiamato ἐκκλησιαστήριον, una scena, che, per quanto eseguita con arte assai fine, peccava tuttavia di questa illogicità: che, in luogo di colonne, erano statue e figure di centauri che sorreggevano le trabeazioni e i tetti circolari delle cupole, ecc., e che il tutto era sormontato da altre soprastrutture ricche di svariati ornamenti. L'opera di A. piaceva; e già stava per essere approvata, ma il matematico Licinnio avrebbe osservato che, senza dubbio, gli Alabandei erano gente assennata negli affari civili; ma che, per un piccolo difetto di improprietà, godevano fama di insipienti; in quanto che le statue del ginnasio erano rappresentate nell'atto di arringare, e quelle del fòro nell'atto di giocare al disco, alla corsa o alla palla. Se i cittadini di Tralles - avrebbe aggiunto Licinnio - avessero approvato l'opera di A., anch'essi sarebbero passati per Alabandei o per Abderiti. All'osservazione di Licinnio, A. avrebbe senz'altro disfatto la sua pittura, per rifarla conformandosi ai dettami della naturalezza e della logica.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte der griech. Künstler, 2ª ed., II, Stoccarda 1889; A. Mau, Geschichte der dekorat. Wandmalerei in Pompeji, Berlino 1882, O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, Stoccarda 1894, col. 2681; Bethe, in Jahrbuch d. deutschen archäol. Instituts, 1900, p. 62; Sauer, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon II, Lipsia 1908, p. 22.