APATURIA (gr. 'Απατούρια)
Festa ionica delle famiglie, che si celebrava nel mese di Pianepsione, quando i padri convenivano per procedere all'iscrizione dei figli nella rispettiva fratria. Di qui proviene il nome in cui l'ἀ ha valore intensivo. Invece la comune tradizione, nata probabilmente nel sec. V a. C., fa derivare la parola da ἀπάτη "inganno", narrando che Melanto uccise Xanto invitandolo a volgersi e guardare un uomo vestito di una pelle di capra nera; onde il sacrifizio a Dioniso Melanaigis. Esichio dice che durava quattro giorni. Alla sera del primo giorno, detto δορπία, i padri si riunivano e gli αἰνόπται curavano la mescita del vino; il secondo giorno, ἀνάρρυσις, era contrassegnato dal sacrifizio a Zeus Fratrio e Atena Fratria; nel terzo, κουρεῶτις, avveniva la presentazione dei ragazzi e vi era un duplice sacrifizio: il minore pei neonati, il maggiore o κούρειον (taglio di capelli?) per i più grandi, con giudizio della fratria intorno alla loro ammissione. Il padre doveva giurare sulla loro legittimità. È incerto il nome del quarto giorno (ἐπίβδα?).
Avevano relazione con la festa anche Efesto, Artemide Cureotide, Zeus Ερκεῖος, Apollo Πατρῶπς; essa era estesa anche, tranne Efeso e Colofone, agli Ionî dell'Asia.
Bibl.: Th. Mommsen, Feste der Stadt Athen, Lipsia 1898, p. 323 segg.; E. Samter, Familienfeste der Griechen und Römer, Berlino 1901, p. 70 segg.; M. Nillson, Griech. Feste von religiöser Bedeutung, Lipsia 1906, p. 79 seg., 469 seg.; G. Busolt, Griech. Staatskunde, Monaco 1926, p. 961 seg. V. anche fratrie.