Vedi AOSTA dell'anno: 1958 - 1994
AOSTA (Augusta Praetoria Salassorum)
Colonia romana fondata da Augusto, circa il 24 a. C., ai piedi delle Alpi Pennine, alla confluenza della Dora Baltea e del torrente Buthier, sulla pianta di un castrum, e, si ritiene, presso il luogo dove sorgeva la capitale dei Salassi. Lo sviluppo della città medioevale e moderna si uniforma sostanzialmente al piano geometrico regolare della città antica, di cui restano avanzi notevoli. Tali la cinta completa, rettangolare, delle mura, con alcune delle relative torri di vedetta (torre Pailleron, torre Bramafam, torre del Lebbroso), e la famosa Porta Pretoria sul lato orientale della città: un saggio di arte fortificatoria con doppî fornici, esterni e interni, e cavaedium intermedio: il tutto a filari di blocchi regolari, di ottima esecuzione e (salvo il piano rialzato) in buono stato, malgrado malintesi restauri. Degli edifici urbani rimane, presso il Duomo, un grande criptoportico quadrangolare, cui sovrastava un Forum con al centro i resti di un tempio. Rimangono inoltre avanzi notevoli del teatro e dell'anfiteatro, entrambi nel settore N-E dell'abitato. Specialmente importante ed originale il grandioso muro di fondo della cavea del teatro: muro rettilineo a tre filari di arcate (più una fila intermedia di aperture rettangolari), conservatosi miracolosamente attraverso i secoli, mentre poco o nulla rimane della gradinata, di cui si possono tuttora osservare le fondazioni a raggiera. Avanzi pure significativi rimangono dell'anfiteatro (non ancora sistematicamente esplorato), cui sono addossate costruzioni moderne che lo rendono quasi irriconoscibile. La collocazione dell'anfiteatro internamente alle mura, mentre in una città romana tale edificio è di regola costruito al di fuori, dimostra la scarsa densità della popolazione in età imperiale. Anche nei secoli seguenti, fino ai tempi moderni, la città non raggiunse mai uno sviluppo demografico molto notevole sicchè varie insulae delineate nel castrum originario rimasero, attraverso i secoli, prive di costruzioni.
Importantissimo, nella serie dei monumenti romani, l'arco augusteo, che sormonta la strada suburbana oltre la Porta Pretoria, in direzione del torrente, cavalcato, in continuazione della strada, da un ponte romano in pietra. L'arco onorario si può dire tuttora di ottima conservazione, a prescindere dall'attico interamente mancante, per essere andato demolito in bassi tempi. Con l'attico andò perduta l'iscrizione dedicatoria, certamente ripetuta sulle due facce, e insieme ogni più precisa testimonianza storica del monumento.
Esso risulta di una caratteristica fusione di elementi eterogenei. Ciascun piedritto si compone di un alto zoccolo di tipo tuscanico, sormontato in fronte da due colonne lisce, munite di capitelli di stile composito, sui quali riposa una trabeazione dorica. Non pare che negli intercolumni vi fosse posto per statue. Nell'interno poi del fornice, tra il sommo di ciascuno zoccolo e la base sagomata dell'archivolto, sono inseriti bassi pilastrini che, per il loro aspetto, come per l'aspetto dei minuti capitelli che li sovrastano, rappresentano un saggio interessante di architettura romano-tuscanica ai piedi delle Alpi. Si suppone che le zone delimitate dai pilastrini fossero coperte di pitture. L'apparente pesantezza delle proporzioni dell'arco è, più che ad altro, dovuta alla soppressione completa dell'attico, di cui non si conosce l'altezza che però doveva essere considerevole.
Bibl: C. Promis, Le antichità di A., Torino 1862; P. Toesca, A., Torino 1911; C. Carducci, Necropoli fuori Porta Decumana e isolamento del teatro di A., in Not. Scavi, 1941, p. 1 ss.; P. Barocelli, Augusta Praetoria, Forma Italiae, I, Roma 1948. Per il teatro romano vedasi inoltre: G. Rosi, Il teatro romano di A., in Rivista It. del Dramma, I, 1937; C. Carducci, Teatri romani del Piemonte, in Dioniso, VI, 1938; riprod. fotografica in Arch. Class., I, 1949, tav. XLVI. Per la Porta Pretoria: S. Finocchi, La "porta praetoria" nella cinta romana di A., in Bollettino Accademia di S. Anselmo, 1951. Per l'arco onorario: F. Noack, Triumph- und Ehrenbogen, in Vorträge der Bibliothek Warburg, 1925-26, p. 147 ss.; E. Loewy, Die Anfänge des Triumphbogens, in Jahrb. d. kunsthistorisch. Sammlungen in Wien, 1928, p. 1 ss.; K. Lehmann-Hartleben, L'Arco di Tito, in Bull. Comunale di Archeol., Roma, LXII, 1934, p. 89 ss., e relat. bibliografia; H. Kaehler, Die römischen Torburgen der frühen Kaiserzeit, in Jahrbuch, 1942, pp. 1-104; F. Castagnoli, Ippodamo da Mileto, Roma 1956, p. 96 ss.