ANZIO (A. T., 24-25-26)
L'antica Antium, città dei Volsci, era situata sul mare a circa 50 chilometri da Roma, con la quale era congiunta per mezzo di una strada particolare, detta Anziatina, che si staccava dall'Appia presso il 16° chilometro (Frattocchie). La tradizione la dice fondata in età assai remota, e infatti la necropoli scoperta recentemente presso il Faro dimostra che essa era fiorente già nell'età del ferro. Di questa antichità andavano fieri gli Anziati, i quali furono gli ultimi a piegarsi alla potenza di Roma, con cui sostennero aspre guerre prima di essere definitivamente vinti nel 341. La tradizione ricorda una battaglia navale, dove gli Anziati avrebbero perduto tutta la loro flotta; certo i rostri delle loro navi furono portati a Roma nel Foro, a decorare la tribuna degli oratori. Subito dopo i Romani avrebbero fondato in Anzio una colonia cittadina, alla quale poi venne dato (nel 317) un regolare ordinamento comunale. Sembra che una nuova colonia fosse poi dedotta ad Anzio dai triunviri o da Augusto: ma, prima e dopo la deduzione, magistrati principali della città rimasero i duoviri.
Per l'ameno litorale e per la vicinanza con Roma, fu luogo molto frequentato e ricco di ville signorili, fra le quali va particolarmente notata quella di Nerone, le cui rovine si trovano nella moderna Villa Sarsina dei principi Borghese; da esse vennero alla luce, nel Cinquecento, il Gladiatore Borghese e, sembra, l'Apollo del Belvedere, e, nel 1878, la statua della Fanciulla di Anzio, forse una sacerdotessa, che si ammira ora nel Museo delle Terme. La divinità particolare del luogo era la dea Fortuna, che aveva un tempio ricordato da Orazio (Carm., I, 35) ed era celebre per il suo oracolo.
Nerone, che nacque appunto in Anzio, vi costruì, su disegno degli architetti Severo e Celere, anche un porto, di forma circolare, con un molo che si vede ancora in parte sulla spiaggia di ponente, distrutto dai Saraceni nel Medioevo. In quel tempo la località fu abbandonata perchè difficile a difendersi, e sorse invece la città di Nettuno, a circa 2 km. di distanza, sopra uno sprone sporgente sulla costa, alta e rocciosa.
Anzio moderna si è sviluppata interamente nel sec. XIX, anzi soprattutto nella seconda metà. Infatti, per quanto alla fine del sec. XVII Innocenzo XII rifacesse il porto, migliorato poi da Benedetto XIV, il paese, detto perciò Porto d'Anzio, era ancora, al principio del sec. XIX, soltanto un piccolo centro di pescatori dipendente da Nettuno. Lo sviluppo del paese, divenuto a poco a poco una cittadina, e l'incremento della popolazione (cresciuta da meno di 1000 ab. nel 1853, a circa 5500, di cui 4843 nel centro, alla data dell'ultimo censimento, 1921) sono conseguenza del graduale bonificamento e ripopolamento della zona costiera e della costruzione della ferrovia, onde, rese facili le comunicazioni con Roma, Anzio ne è divenuta una delle spiagge marittime. La cittadina ha perciò fisionomia moderna, e sviluppa lungo il mare nuovi quartieri, costituiti da ville eleganti, tanto sulla spiaggia ad occidente, quanto sulla pittoresca costiera verso Nettuno. Quivi, tra le più vecchie ville, è quella monumentale dei Borghese, con un magnifico parco.
La pesca è oggi esercitata quasi esclusivamente da pescatori napoletani, che in parte ricercano anche il corallo nelle acque profonde di Astura e Foce Verde. Il territorio (43 kmq.) è ancora per più della metà occupato dalla macchia marittima, utilizzata per carbone; per 1/4 e più è messo a pascolo. Scarsa, ma in progresso, è l'area destinata alle colture.
Nelle acque di Anzio si combatté una battaglia navale il 30 maggio 1378, durante le guerre fra Venezia e Genova. Dieci galee genovesi, capitanate da Luigi Fieschi, dirette a Pera per unirsi colà ad altre navi e poi assaltare Tenedo, s'incontrarono con 14 galee veneziane agli ordini di Vittor Pisani e furono sconfitte; quattro galee e l'ammiraglio stesso furono catturati dai Veneziani; una naufragò, le altre riuscirono a fuggire.
Bibl.: A. Nibby, Analisi dei dintorni di Roma, I, Roma 1848, p. 166 segg.; F. Lombardi, Anzio antico e moderno, Roma 1865; C. Soffredini, Storia di Anzio e Nettuno, Roma 1879; A. Ademollo, Anzio e Nettuno dal sec. XVI al XVIII, Roma 1886; G. e G. Lombardi, Anzio e il suo porto, con appendice, Roma 1890; T. Tomassetti, La Campagna romana, II, Roma 1910, p. 304 segg.; Corp. Inscr. Lat., X, pp. 660, 988, 1019; E. Pais, Storia critica di Roma, particolarmente nel vol. III, Roma 1918, passim.