ANZIO (v. vol. VI, p. 396, s.v. Porto d'Anzio)
(v. vol. VI, p. 396, Le ricerche svolte sul campo e l'esame della documentazione d'archivio ci consentono di ricostruire in modo adeguato le vicende di questo importante centro in epoca preromana. Lo studio dei materiali recuperati in superficie, della cartografia e della documentazione aerofotografica indica una localizzazione dell'abitato protostorico sul pianoro de Le Vignacce, in analogia con quanto conosciamo sugli altri centri latini. La recente scoperta di materiali attribuibili a un gruppo di tombe databili tra il IX e il VII sec. a.C., venute in luce nel 1962, nella zona di Viale Severiano e poste all'interno del «vallo volsco», sembrerebbe inoltre confermare l'ipotesi di un allargamento dell'abitato nella fase arcaica, in corrispondenza della costruzione dell'imponente opera di fortificazione. La sua estensione, lungo tre lati del pianoro e fino al mare, sembra ora confermata da alcune foto aeree scattate all'inizio del secolo e dalla localizzazione dei più estesi tratti delle mura e dell'aggere fino a oggi messi in luce: vanno segnalati quelli individuati, danneggiati o distrutti in lavori di vario tipo alla fine del secolo scorso, il tratto visto da G. Lugli presso il vecchio serbatoio dell'acqua negli anni Trenta e le parti del settore settentrionale venute in luce in seguito a lavori edilizi recenti. Lo scavo della Soprintendenza Archeologica del Lazio (1980-1981) di un tratto di mura lungo più di 25 m e conservato, in alcuni punti, anche per cinque filari di blocchi, ha permesso di datarne la costruzione all'inizio del V sec. a.C.; è stato possibile inoltre identificare una più antica fase di costruzione dell'aggere, riferibile, in base ai materiali ceramici, a un momento non posteriore alla metà del VII sec. a.C., corrispondente alla fase protostorica dell'abitato. Va infine segnalata l'individuazione dell'area dell'approdo di età preromana (il Caenon, ora interrato) a Ν di quella occupata dal porto di età romana.
L'edizione dei mosaici anziati (1975) offre una valida messa a punto circa la localizzazione e la planimetria dei principali monumenti di età romana, in primo luogo della grandiosa villa imperiale (la c.d. Villa di Nerone) posta sul tratto di costa compreso tra l'Arco Muto e il faro. Delle sette fasi costruttive identificate, la prima e la seconda, databili nell'ambito del II sec. a.C., potrebbero corrispondere alla residenza del bisnonno e del nonno di Augusto. All'imperatore va attribuita la totale ristrutturazione dell'edificio, il cui elemento principale è costituito dalla grande esedra, forse un portico a pilastri, aperta verso il mare; al di sopra di questa sono attestate altre quattro fasi, attribuibili rispettivamente a Nerone, Domiziano, Adriano, Settimio Severo. Lungo la riviera di ponente si sono potuti identificare altri due grandi edifici di età repubblicana, uno della zona dell'Arco Muto e un altro, forse attribuibile a Cicerone, in corrispondenza del semaforo; in questa stessa area suburbana è ora possibile identificare un'altra ricca villa di età imperiale. Recentemente anche i resti di un circo nell'area di Villa Serena sono stati correttamente attribuiti a una più ampia residenza di età imperiale; nell'area di Via Bengasi, infine, sono stati rinvenuti colombari e un'edicola con timpano recante un'iscrizione dedicata a un liberto.
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Topografia della città romana: V. Santa Maria Scrinari, M. L. Morricone Matini, Mosaici antichi in Italia. Reg. I, Antium, Roma 1975, passim.·, G. M. De Rossi, Lazio meridionale, Roma 1980, p. 292 ss.; M. A. De Meis, Una villa di età imperiale nel suburbio dell'antica Antium, in BullCom, XCI, 1986, p. 45 ss. Villa imperiale: R. Egidi, Il Lazio meridionale costiero. Le villae maritimae, in Misurare la terra: centuriazioni e coloni nel mondo romano (cat.), Roma 1985, p. 110 ss.
Opere d'arte di provenienza anziate: G. De Luca, I monumenti antichi di Palazzo Corsini, Roma 1977, p. 127 ss.; L. de Lachenal, in A. Giuliano (ed.), Museo Nazionale Romano. Le sculture, I, 1, Roma 1979, nn. 111 e 121; j. Papadopoulos, ibid., n. I22; L. de Lachenal, La collezione di sculture antiche della famiglia Borghese ed il Palazzo nel Campo Marzio, in Xenia, 4, 1982, p. 40 ss.; C. Gasparri, Die Skulpturen der Sammlung Albani in der Zeit Napoleons und der Restauration, in Forschungen zur Villa Albani, Berlino 1982, p. 383 ss.; G. A. Cellini, La Fanciulla d'Anzio. Una proposta interpretativa, in StUrbin, LVI, 1983, pp. 11-44; E. Fileri, in A. Giuliano (ed.)., Museo Nazionale Romano. Le sculture, I, 8, I, Roma 1985, p. 197 ss., n. IV, 7; L. Martelli, ibid., I, 9, Roma 1987, pp. 241-243, n. R, 182.
(A Guidi)