ANZAMPAMBER
. È il nome antonomastico del capocomico miserabile, del "guitto"; il nome fonicamente sgradevole e buffo sembra essere stato quello di un Luigi A. che sosteneva la maschera di Stenterello nella compagnia di Filippo Perini, nel 1832, e non pare sia mai stato capocomico; un suo nipote esercitava la prestidigitazione sulle piazze sul finir dell'Ottocento.
Nel gergo teatrale del secolo passato, il nome valse a significare l'infimo gradino del guittume, sia in una persona, sia in una compagnia, sia addirittura in quel mondo miserrimo che si compendia anche nell'immaginosa designazione di "Guittalemme". Da quel mondo oscuro, dove sarebbe vano ricercare le traccie originarie, i nomi e le note biografiche di chicchessia, e che s' indicò coll'espressione vaga di Anzampambero o, con ulteriore storpiatura, di Zampàmbera, salirono alla luce della notorietà quasi tutti i migliori "comici", siano stati "figli d'arte" o ragazzi scappati da casa per la smania del teatro.
Bibl.: L. Rasi, I comici italiani, Firenze 1897; G. Costetti, Bozzetti di teatro, Bologna 1884.