ANUBI (gr. "Ανουβις; lat. Anūbis; copto anûp; dall'antico egiziano a'nûp [jnp.w] "sciacallo", corrispondente alla voce semitica u̯alp, u̯ulūp)
Sotto forma di sciacallo coricato è raffigurato nelle iscrizioni più antiche; per cane lo scambiano i Greci e i Latini. Non va confuso col dio lupo di Asyūṭ, ritratto in posa aggressiva, in piedi. Il suo culto proviene dalle zone desertiche dell'Alto Egitto; è adorato nella città di Kase, la greca Kynonpolis, oggi el-Qeis; e poco più a sud di Asyūṭ, in Rifa, dove ha il titolo di "signore dell'apertura della grotta". Frequentatore di necropoli e di caverne, egli è ritenuto abitatore del mondo sotterraneo, e quindi dio dei morti ai quali assicura vitto e buona sepoltura; in sciacalli amano mutarsi i trapassati. Talvolta si assimila al dio sole e dio dei morti Osiride, proprio del nomo di Tini e in ispecie di Abido; e a Zoker, signore della apertura dei passaggi sotterranei, dio dei morti a Gīzeh presso il Cairo. Il suo culto è diffuso in Eliopoli e anche in Asyūṭ, dove nel medio regno troviamo un suo santuario nella necropoli. Sacro a lui, o assimilato a lui, è pure un feticcio foggiato da una pelle di bue che pende da un palo, che potrebbe essere un emblema di tabù in relazione con i morti. Col diffondersi della religione osiriana, la fortuna di Anubi tramontò; egli rimase il patrono dell'imbalsamazione, ovvero si ridusse ad addetto alla bilancia della psicostasia nel tribunale di Osiride. Era, del resto, già passato nel mito di questo dio, come colui che ne aveva preservato la salma dalla corruzione dopo averne trovato il cadavere col suo fiuto canino, secondo quanto scrivono i Greci. Chi lo disse fratello di Osiride, chi figlio dell'adulterio suo con la dea Nebthô (Nephthys); chi quarto o primo figlio del dio sole Rîe, partoritogli da Nebthô. Si vuole che una narrazione popolare del sec. XII a. C., il cosiddetto Racconto dei due fratelli, ricordi l'aiuto prestato da Anubi al suo fratello minore Bite, forma, dicono, di Osiride; il quale sfuggito alla malizia di due donne, la cognata e la moglie, dopo varie vicende e mutamenti in cedro e in albero di persea, alla fine sale al trono di Egitto ed ha poi per successore Anubi. In Europa, dove come a Meroe fu diffuso dai misteri d'Iside, il dio venne assimilato al greco Hermes psicopompo, guida dei morti, sotto il nome di Ermanubi, rappresentato spesso con il caduceo. L'immagine, non rara, del dio sotto l'aspetto militare forse è una confusione con il lupo di Asyūṭ, detto Οποις ovvero Μακεδων.