ANTONIO ULRICO duca di Brunswick-Wolfnbuttel
ANTONIO ULRICO duca di Brunswick-Wolfnbüttel - Terzo figlio del duca Augusto il Giovane, nacque il 4 ottobre 1633; morì il 27 marzo 1714 nel castello di Salzdahlum, presso Wolfenbüttel. Fornito di eccellenti doti naturali, accuratamente educato, fece a ventun anno viaggi d'istruzione per l'Europa, allora consueti nelle famiglie principesche; e a meno di ventitré anni sposò la principessa Elisabetta Giuliana di Holstein-Norburg. Gli furono allora assegnate delle prebende secolarizzate; dopo la morte del padre, anche l'investitura di alcuni patrimonî demaniali del successore duca Rodolfo Augusto, suo fratello. E poiché questi si occupava unicamente della caccia, Antonio Ulrico fu nel 1667 nominato luogotenente e finalmente nel 1685 fu chiamato a partecipare al governo. Egli prese parte assai attiva alla politica dell'Impero e combatté contro Francesi, Svedesi e Turchi. Quando, nel 1702, fu conferita la dignità elettorale al ramo cadetto della sua casa (Brunswick-Hannover), egli si pose in contrasto con gli Asburgo. Un tentativo macchinato contro i possedimenti della casa di Hannover provocò la sua deposizione per ordine dell'imperatore (1702) e un'incursione di truppe hannoverane. Ma assunto poi al potere (1704-1714), dopo la morte del fratello, egli si riconciliò con la casa di Hannover e con gli Asburgo. Durante la guerra per la successione di Spagna, gli riusci di concludere (1708) il matrimonio della nipote Elisabetta Cristina con l'arciduca Carlo, il pretendente di Spagna e poi, dal 1711, imperatore Carlo VI. Il bando dei principi elettori di Baviera e Colonia, ostili all'imperatore, gli fece concepire la speranza di ulteriori acquisti (Hildesheim, forse anche Colonia); e anche per questo, forse, il vecchio principe, che già nel gennaio del 1684 in Roma disputava sulla religione con Cristina di Svezia, mostrandosi poco saldo nelle sue convinzioni di protestante, all'età di 77 anni si convertì al cattolicesimo (nel 1709 segretamente, nel 1710 pubblicamente).
Antonio Ulrico fu tra i più notevoli principi tedeschi di quel tempo. Ambizioso, amante del fasto, gareggiò in costruzioni e feste con la corte di Versailles, non senza aggravare però il suo stato di debiti. La celebre galleria di quadri di Salzdahlum forma oggi una parte essenziale del museo di Brunswick. Parecchi dei 61 inni religiosi da lui composti (Christfürstliches Davids Harfenspiel, Norimberga 1667) sono accolti anche oggi nei libri di canti per uso dei devoti. A., che già nel 1659 fu accolto nella Fruchtbringende Gesellschaft sotto il nome der Siegprangende, è noto anche come iniziatore del romanzo politico eroico-galante, travestito da romanzo storico secondo il modello francese. Alle sue opere (per esempio: Die durchlauchtige Syrerin Aramena, voll. 5, 1669-1773; Die römische Octavia, 1677) sono unite delle chiavi per l'identificazione dei personaggi: l'episodio della contessa Solana contiene ad esempio la storia della duchessa d'Ahlden e del conte Königsmark, per cui tanti poeti si commossero in tempi più recenti, da Schiller a P. Heyse. La sua esperienza del mondo vi rifulge nelle molte riflessioni sulla filosofia, la politica e l'amore.
Ediz.: Wendebourg, Des Herzogs A. U. geistliche Lieder nebst Melodien, nach den Originaltexten ausgewählt, Halle 1856; Die durchlauchtige Syrerin Aramena, nuova ed., rimaneggiata e ridotta, in 3 parti, Berlino 1782-86; Die römische Octavia, Brunswick 1712.
Bibl.: W. Hoeck, A. U. und Elisbeth Christine von Braunschweig, Wolfenbüttel 1845; Spehr, in Allgemeine Deutsche Biographie, I, pp. 487-91, Lipsia 1875; H. F. Helmolt, Elisabeth Charlottens (von Orléans), Briefe an A. U. v. B., Lipsia 1909; F. Sonnenburg, Herzog A. U. v. B. als Dichter, 1896.