TURRA, Antonio
– Nacque a Vicenza il 25 maggio 1736 in una famiglia appartenente al ceto dei possidenti di Terraferma.
Si laureò in medicina e filosofia a Padova nel novembre del 1756. Due lettere inedite ad Antonio Vallisneri attestano un soggiorno di studio a Bologna nel 1758-59. Alcuni riferimenti contenuti in altre lettere del periodo lasciano intendere che vi abbia frequentato i naturalisti Gaetano Monti e Ferdinando Bassi. Rientrato nella città natale, preferì dedicarsi alla storia naturale anziché alla pratica medica trovando interlocutori influenti tra i patrizi veneziani interessati alle scienze. Frequentò Giacomo Morosini che a Venezia possedeva un museo e un orto botanico; conobbe Filippo Farsetti che a Santa Maria di Sala possedeva un famoso giardino botanico; infine collaborò con Marco Corner (o Cornaro) vescovo di Torcello, un prelato illuminato che fin dagli anni Cinquanta si era circondato dei migliori naturalisti veneti. Il sodalizio con Marco Corner, iniziato intorno al 1762, si rinsaldò a partire dal 1767 con il trasferimento di questi a Vicenza, città in cui operò quale pastore, mecenate e amatore di storia naturale fino al 1779. Altre personalità di rilievo con cui ebbe modo di collaborare furono il geologo Giovanni Arduino, attivo a Vicenza dal 1748 al 1769, e il fratello di lui Pietro, botanico e agronomo apprezzato.
Di notevole rilievo per la sua maturazione scientifica fu, tra il 1762 e il 1772, la corrispondenza con Carlo Linneo. Dichiaratosi suo discepolo nella lettera del 5 marzo 1763, Turra inviò esemplari botanici allo scienziato svedese, ma inoltrò anche richieste di chiarimento in merito alla corretta applicazione del suo metodo. Gli scritti di sistematica pubblicati nel 1765 e 1766 dimostrano che egli fu uno dei primi, in Italia, ad adottare la riforma botanica promossa da Linneo. Qualche soddisfazione dovette trarre dalla decisione di quest’ultimo di denominare Turraea in suo onore una pianta delle Indie orientali (Linnaeus, 1771, p. 150).
Il progetto scientifico di maggior rilievo, avviato nel novembre del 1763, fu però la realizzazione di quella che sembra essere la prima Flora italica. Settant’anni prima di Antonio Bertoloni e Filippo Parlatore, un botanico di lingua italiana dava inizio a un ambizioso progetto di catalogazione generale della flora della penisola. Di tale vastissima impresa fu pubblicata solo un’anticipazione, nel 1780, con il titolo Florae italicae prodromus. Sappiamo però che Turra continuò a lavorarvi fino ai primi anni Novanta. Lo conferma un corposo manoscritto, Vegetabilia Italiae indigena, methodo linneano disposita ora alla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza, nel quale sono denominate e descritte oltre tremila specie di piante indigene italiane. Le indagini botaniche gli diedero una certa notorietà internazionale come testimoniano i resoconti di viaggio pubblicati, agli inizi degli anni Settanta, da Johann Jacob Volkmann e Johann Jacob Ferber. A ciò si deve, probabilmente, anche la visita di Wolfgang Goethe del 21 settembre 1786, un incontro di cui lo scrittore tedesco lasciò testimonianza nel Giornale del viaggio in Italia per la signora von Stein (1957).
Alla fine degli anni Sessanta anche a Vicenza fu fondata, su impulso del Senato di Venezia, un’Accademia di agricoltura per tentare di porre rimedio alla grave situazione economica in cui versava la Repubblica. Quando, nel 1769, il primo segretario dell’Accademia Giovanni Arduino fu chiamato nella città lagunare in qualità di sopraintendente all’agricoltura, Turra lo sostituì nell’incarico mantenendo poi la funzione di segretario perpetuo fino alla morte. Nel 1769 sposò la giovane e brillante Elisabetta Caminer, giornalista, traduttrice e poetessa veneziana che diventò ben presto una figura di spicco dell’Illuminismo veneto. Trasferitasi nel 1772 a Vicenza, Elisabetta convinse il marito ad aprire una tipografia nella quale si stamparono, dal 1780 al 1795, un centinaio di titoli, soprattutto di poesia e teatro, ma anche di agricoltura, medicina e storia naturale.
Pur in un clima di crescente disillusione, Turra continuò a lavorare con tenacia al perseguimento della ’pubblica felicità’. Non è possibile analizzare in dettaglio la varietà dei contributi teorici e delle iniziative da lui sviluppate in quasi tre decenni di attività accademica. Dei saggi agronomici apparsi tra il 1766 e il 1793 su questioni quali la coltivazione della patata, del riso, del fico, del lino e dei gelsi, sulla preservazione del bosco e del prato di montagna, e ancora sull’allevamento delle api, il più significativo appare quello dedicato al problema della carenza di bestiame bovino. Nella discussione dei rimedi possibili Turra dimostrò piena consapevolezza del fatto che le iniziative di carattere strettamente agronomico e tecnologico sarebbero state inefficaci senza un intervento legislativo che garantisse il vantaggio economico di tutti i soggetti coinvolti. Pur non discutendo mai la delicata questione della distribuzione della proprietà, ebbe ben chiaro che sarebbe stato prioritario porre rimedio alla povertà dei contadini (Sopra i modi di procurare la moltiplicazione..., 1777, pp. 109 s.). L’intervento dello Stato, però, non doveva avere un carattere assistenziale, ma indirizzare proprietari e affittuari verso pratiche innovative facendo leva sulla prospettiva di un reale vantaggio economico, un vantaggio realizzabile solo in un regime di libertà dei commerci.
Morì a Vicenza il 6 settembre 1796.
Opere. Manoscritti: Vicenza, Biblioteca civica Bertoliana, mss. 1722, Promptuarium formularum medicarum (1758); 1723, Turra Antonius Praxis Medica (1759); 1713, Usus tabularum sinuum et tangentium ex Christiani Wolff (1772-1796); 1717, Erbario vicentino (1777); 1718, Catalogus plantarum horti Corneliani methodo sexuali dispositus anno MDCCLXXII, atque ab Antonio Turra elaboratus (1782); 1720, Note di chimica (s.d.); 2481.1-2, Appunti di medicina (s.d.); 2480, Vegetabilia Italiae indigena, methodo Linneano disposita (s.d.). Corrispondenza: Il carteggio con Linneo, consistente in quindici missive (1762-1772), è catalogato in The Linnaean Correspondence, Uppsala Universitetsbibliotek, https://www.alvin-portal. org; Rovigo, Biblioteca dell’Accademia dei Concordi, Concordiano 359/58.1-8, otto lettere ad A. Vallisneri (1758-1766), Concordiano 382/121 bis 1 e 2, due lettere a C. Scapin (1765 e 1790); Chioggia, Biblioteca Civica C. Sabbadino, 51 A 76, una lettera a G. Olivi (1792-1794); Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Carteggi, Vari 452bis. 15, Vari 278, 238-239, tre lettere, di cui due a ignoto (1766 e s.d.) e una a G. Alberti. Le parti edite del carteggio sono registrate in Epistolari italiani del Settecento. Secondo supplemento, a cura di C. Viola, Verona 2015, p. 385. Opere a stampa: Oratio pro solemni studiorum instauratione habita in ecclesia cathedrali Patavina postr. kal. novembris anno 1756 ab Antonio Turra vicetino, Patavii 1756; Dei vegetabili di Monte Baldo; Lettera [...] al sig. dot. Luigi Pagnini fiorentino, in Giornale d’Italia, I (1765), pp. 117-120, 128, 144, 152; Descrizione ed illustrazione d’un genere di pianta detta Echinophora, ibid., pp. 206 s.; Farsetia novum genus, Venezia 1765 (poi in Nuova raccolta d’opuscoli scientifici e filologici, XIV (1766), pp. XXI-XLIV + 1 tavola); Della coltivazione ed uso delle patate, in Giornale d’Italia, III (1767), pp. 266-268, 273-275; Lettera al n. sig. co. Antonio Monza intorno alla caprificazione, in Giornale enciclopedico, X (1771), pp. 98-103; Qual sia il piano agrario più vantaggioso allo stato presente della Provincia vicentina, in Giornale d’Italia, VIII (1772), pp. 124-126; Sopra il governo e l’uso de’ gelsi più confacente e sicuro per la loro prosperità e conservazione, ibid., XII (1776), pp. 209-215; Sopra i modi di procurare la moltiplicazione de’ bestiami nel territorio vicentino, in Nuovo Giornale d’Italia, I (1777), pp. 105-116; Della febbrifuga facoltà dell’ippocastano, Vicenza 1780, poi in Nuovo Giornale d’Italia, IV (1780), pp. 329-334 (trad. ted., Briefe über die fiebervertreibende kräfte der ross-kastanien-baumrinde, Weimar 1783); Florae italicae prodromus, Vicetiae 1780; Insecta vicentina, in Florae italicae prodromus, Vicetiae 1780, pp. 1-16; Memoria sopra la coltivazione e la preparazione del lino, Vicenza 1782 (poi in Nuovo Giornale d’Italia, VII (1783), pp. 193-197, 201-205, 209-212); Osservazioni sopra la rabbia. Del signor Le Reux, Vicenza 1786; Osservazioni mediche e chirurgiche intorno alle facoltà febbrifughe ed antisettiche della corteccia dell’ippocastano, Vicenza 1788; Progressi dell’agricoltura nel territorio vicentino, in Nuovo Giornale d’Italia, n.s., III (1791), pp. 51 s.; Qualità ed indicazioni diverse del polso e della urina nelle malattie, Vicenza 1792; Istruzione per coltivar utilmente le api e far gli sciami artificialmente, Vicenza 1793. Gli sono attribuiti: Per le fauste nozze della signora Francesca Ceroni col sig. dottor Giuseppe Disconzi. Ottave, Vicenza 1785; Nomenclatura plantarum horti Thienaei Vicetiae 1794 tempore autunnalis, s.l. 1794; Series plantarum quae studio et diligentia in horto botanico nobilis comitis vicentini Antonii Mariae Thienaei modo coluntur anno MDCCCII, Vicentiae 1802.
Fonti e Bibl.: C. Linnaeus, Mantissa plantarum altera, Holmiae 1771, pp. 150 s. (n. 1306), 237; J.J. Ferber, Lettres sur la minéralogie de l’Italie, Strasbourg 1776, pp. 23-26; J.J. Volkmann, Historisch-kritische Nachrichten von Italien, III, Leipzig 1778, p. 748; M. Lastri, Biblioteca georgica, Firenze 1787, pp. 130 s.; C. Linnaeus, Amoenitates academicae, VII, Erlangae 1789, p. 402; A. de Theis, Glossaire de botanique on Dictionnaire étymologique de tous le noms et termes relatifs à cette science, Paris 1810; Spiegazione etimologica de’ nomi generici delle piante, tratta dal glossario di botanica di Alessandro de Theis e da altri moderni scrittori, Vicenza 1815, p. 157; F. Rota, In morte di A. T., in Il vaglio, III (1838), 22, p. 179; G.B. Baseggio, A. T., in Biografia degli italiani illustri, a cura di E. de Tipaldo, X, Venezia 1845, pp. 67-70; P.A. Saccardo, Prospetto della flora trevigiana, Venezia 1864, pp. 68-71; S. Rumor, Gli scrittori vicentini dei secoli diciottesimo e diciannovesimo, III, Venezia 1908, pp. 256-259; D. De Tuoni, Volfango Goethe a Vicenza e la sua visita al dottor A. T., in Ateneo veneto, CXXXII (1941), pp. 235-249; J.W. Goethe, Giornale del viaggio in Italia per la Signora von Stein, Torino 1957, pp. 65-80; B. Tecchi, Goethe in Italia (e particolarmente a Vicenza) con le giornate del soggiorno vicentino, Vicenza 1967, p. 48; C. De Michelis, Caminer, Elisabetta, in Dizionario biografico degli Italiani, XVII, Roma 1974, pp. 234-241; B. Vecchio, Il bosco negli scrittori italiani del Settecento e dell’età napoleonica, Torino 1974, p. 36; A. Bellesia, L’Accademia di Agricoltura, in Storia di Vicenza, III, 1, a cura di A. Broglio - L. Cracco Rugini, Vicenza 1986, pp. 367-377; M. Infelise, L’editoria veneziana nel ’700, Milano 1989, pp. 230 s.; K. Pomian, Collezionisti, amatori e curiosi, Milano 1989, ad ind.; A. Colla, Tipografi, editori e librai, in Storia di Vicenza, III, 2, a cura di F. Barbieri - P. Preto, Vicenza 1990, pp. 151-159; F. Venturi, Settecento riformatore, II, 5, La Repubblica di Venezia (1761-1797), Torino 1990, pp. 252, 427; L. Ciancio, La «Repubblica de’ naturalisti». Fortuna e declino della storia naturale nel Settecento veneto, in Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati, CCXLIII (1993), pp. 57-110 (in partic. pp. 101, 109); E. Vaccari, Giovanni Arduino (1714-1795), Firenze 1993, p. 287; L. Ciancio, Autopsie della Terra, Firenze 1995, pp. 123, 183; E. Agazzi, Il prisma di Goethe, Napoli 1996, pp. 57-59; G. Busnardo, Il ruolo degli amateurs veneti nello sviluppo delle scienze botaniche della prima metà del XIX secolo, in Le scienze biologiche nel Veneto dell’Ottocento, Venezia 1998, p. 216; O. Bullato, Archivio ritrovato: un millennio di storia nei documenti della Carità vicentina, Vicenza 2001, p. 22; M. Simonetto, I lumi nelle campagne: accademie e agricoltura nella Repubblica di Venezia, 1768-1797, Treviso 2001, ad ind.; La carità a Vicenza, a cura di C. Rigoni, Venezia 2002, pp. 106, 243 s., 268; Selected writings of an Eighteenth century Venetian woman of letters. Elisabetta Caminer Turra, a cura di C.M. Sama, Chicago-London 2003; P. Mazzarello, Costantinopoli 1786: la congiura e la beffa, Torino 2004, p. 305; Donne sulla scena pubblica, a cura di N.M. Filippini, Milano 2006, p. 63; Lettere di Elisabetta Caminer (1751-1796) organizzatrice culturale, a cura di R. Unfer Lukoschik, Conselve 2006, ad ind.; L. Ciancio, ‘Tuis impulsus consiliis’. A. T., the Vicenza Academy of agriculture and the reception of Linnaeus’ thought in the Venetian Terraferma, in Linnaeus in Italy. The spread of a revolution in science, a cura di M. Beretta - A. Tosi, Sagamore Beach (Mass.) 2007, pp. 169-187.