SQUARCIALUPI, Antonio
– Noto anche come Antonio Organista, Maestro Antonio degli Organi, Antonio di Bartolomeo del Besso (o del Bessa), Antonius de Squarcialupis.
La specifica ‘del Besso’, solitamente riferita al padre di Antonio, è occasionalmente attribuita anche al figlio, mentre l’appellativo Squarcialupi compare per la prima volta in un atto catastale del 1457. Non risultano però legami di sangue tra Antonio e i nobili Squarcialupi della Val d’Elsa; è più probabile che questi abbiano generosamente acconsentito al musicista di fregiarsi del loro cognome per accrescere il proprio prestigio sociale.
Antonio nacque nel 1416 a Firenze dal beccaio Bartolomeo di Giovanni (la nascita è registrata il 27 marzo); risiedé nella parrocchia di S. Lorenzo anche dopo aver sposato, nel 1443, Lisa Iuliani Fei, probabile nipote dell’organista Feo di Giuliano. Lo scrittore e politico fiorentino Lorenzo Strozzi (Le vite degli uomini illustri della casa Strozzi, Firenze 1892, pp. 47 s.) indica il proprio antenato Benedetto di Pieraccione, letterato e polistrumentista, come maestro di Antonio; altri attribuiscono questo ruolo a Piero Mazzuoli; è d’altronde noto che il padre di Antonio fu legato d’amicizia con l’organista e organaro Matteo di Pagolo da Prato, come i Mazzuoli attivo in Orsanmichele. Può darsi che Antonio si sia formato sotto uno o più di questi musicisti, alcuni dei quali tardi esponenti dello stile musicale oggi denominato ars nova. A Firenze è tuttavia da segnalare la presenza di organisti compositori e improvvisatori già all’inizio del Trecento; Filippo Villani, nella sua cronaca, cita Bartolo e il più famoso Francesco Landini. Squarcialupi fu a sua volta maestro del celebre virtuoso Isacco Argiropulo, figlio dell’umanista Giovanni.
A quattordici anni Squarcialupi divenne organista stipendiato in Orsanmichele e due anni più tardi in S. Maria del Fiore, incarico che mantenne fino alla morte e che fu poi ricoperto dal figlio Francesco. Non risulta sia stato anche costruttore, ma in alcuni documenti compare come collaudatore di organi.
Nel 1436 si associò alla Confraternita dei laudesi di S. Zanobi (con sede presso la cattedrale), di cui fu capitano nel 1448 e governatore nel 1466 e per la quale svolse anche mansioni di natura musicale; nel 1451, morto il padre, pur non avendone mai esercitato la professione, si aggregò all’Arte dei beccai divenendone console due anni più tardi. Lasciò il proprio impiego di organista in alcune occasioni: un trasferimento a Volterra dall’estate 1436 all’inizio dell’anno dopo, forse per sfuggire alla peste; un soggiorno presso la corte aragonese di Napoli (1450) e, contestualmente, a Siena; un viaggio a Milano al seguito di Giovanni de’ Medici, in visita a Francesco Sforza (1455). È priva di fondamento la notizia di una successiva offerta d’impiego da parte di Galeazzo Maria Sforza. La frequentazione con la famiglia Medici è documentata, già dagli anni Quaranta, in diverse occasioni conviviali, che lo vedono impegnato come suonatore d’organo. Risale a questo periodo una commessa di Giovanni de’ Medici e dell’amico Rosello Roselli per musicare polifonicamente alcune loro ballate; l’incarico si rivelò tuttavia così arduo che i committenti dovettero ricorrere all’intervento di un secondo musicista: il che apre seri dubbi circa le effettive competenze musicali di Squarcialupi, del quale non resta alcuna composizione scritta e la cui fama si fonda principalmente su testimonianze indirette. È inoltre da smentire l’amicizia di Antonio con il musicista Guillaume Dufay, che si è voluta desumere da due lettere, rispettivamente nell’Archivio mediceo e in quello di S. Maria del Fiore (cfr. Haar - Nádas, 2006, p. 113-116). L’ultimo incarico documentato fu il suo intervento nella messa in suffragio di Giuliano de’ Medici, vittima nel 1478 della congiura dei Pazzi.
Morì nel 1480, fu tumulato il 6 luglio in S. Lorenzo. Aveva fatto testamento il 7 luglio 1479.
Cristoforo Landino, nel Proemio al suo commento dantesco, si esprime su Antonio in termini elogiativi (ed. moderna: Comento sopra la Comedia, a cura di P. Procaccioli, I, Roma 2001, pp. 239 s.); tale testimonianza fu poi ripresa da diversi storiografi successivi, non senza inesattezze: per esempio che a palazzo Pitti si conservassero musiche di Squarcialupi; notizia poi confutata da Angelo Maria Bandini, custode della biblioteca Laurenziana. L’equivoco dovette nascere dal fatto che il più importante testimone del repertorio arsnovistico italiano, il manoscritto Mediceo Palatino 87, reca sulla prima carta una vistosa nota di possesso riferita ad Antonio Squarcialupi, donde il nome di ‘codice Squarcialupi’ generalmente attribuito alla pregevole raccolta (facsimile a cura di F.A. Gallo, Firenze 1992). La sezione musicale del manoscritto è preceduta da una silloge di quindici carmi commemorativi dedicati ad Antonio da altrettanti umanisti, tra cui Bernardo Bellincioni, Marsilio Ficino, Angelo Poliziano, Michele Marullo, Aurelio o Raffaele Brandolini e anche Lorenzo de’ Medici. Quest’ultimo fece incidere i suoi versi come epitaffio sotto il busto di Squarcialupi, opera di Lorenzo da Maiano, tuttora situato nel duomo di Firenze accanto a quelli di altri illustri fiorentini: una notevole attestazione di stima per un musicista che, pur sprovvisto di una salda formazione teorico-compositiva, fu senz’altro un acclamato virtuoso e improvvisatore.
Fonti e Bibl.: N. Valorio, Laurentii Medicei vita, Florentiae 1749, pp. 45 s.; A.M. Bandini, Ragionamento sulla nostra musica, e sopra un codice alla Laurenziana, in Novelle letterarie, XXI (1790), coll. 33-44, 49-59, 65-71, 81-89; L.F. Casamorata, Studi bibliografico-biografici sui musicisti toscani: A. S., in Gazzetta musicale di Milano, VI (1848), pp. 378 s.; L. Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516, continuato da un anonimo fino al 1542, Firenze 1883, p. 3; H. Kühner, Ein unbekannter Brief von Guillaume Dufay, in Acta musicologica, XI (1939), pp. 114 s.; B. Becherini, Un canta in panca fiorentino, Antonio di Guido, in Rivista musicale italiana, L (1948), pp. 241-247; L. Parigi, Laurentiana: Lorenzo dei Medici cultore della musica, Firenze 1954, pp. 51-67; C. Sartori, Organs, organ-builders, and organists in Milan, 1450-1476: new and unpublished documents, in Musical Quarterly, XLIII (1957), pp. 57-67; B. Becherini, A. S. e il codice Mediceo-Palatino 87, in L’Ars nova italiana del Trecento. Primo Convegno internazionale... 1959, a cura di B. Becherini, Certaldo 1962, pp. 141-196; F.A. D’Accone, A documentary history of music at the Florentine cathedral and baptistry during the fifteenth century, PhD diss., Harvard University 1960, pp. 39 s.; Id., A. S. alla luce di documenti inediti, in Chigiana, n.s., XIII (1966), pp. 3-24; G. Giacomelli, Un documento irreperibile su Lorenzo da Prato e qualche riferimento inedito all’organo del Battistero di Firenze, in L’Organo, XXIV (1986), pp. 91-100; K. von Fischer, Le biografie, in Il codice Squarcialupi. Ms. Mediceo palatino 87, Biblioteca Laurenziana di Firenze, a cura di F.A. Gallo, Firenze 1992, pp. 127-144; G. Giacomelli, A. S. e la tradizione organaria in Toscana, Roma 1992; G. Giacomelli - E. Settesoldi, Gli organi di S. Maria del Fiore di Firenze. Sette secoli di storia dal ’300 al ’900, Firenze 1993; La musica a Firenze al tempo di Lorenzo il Magnifico. Congresso internazionale di studi, Firenze... 1992, a cura di P. Gargiulo, Firenze 1993 (in partic. F. D’Accone, Lorenzo il Magnifico e la musica, pp. 219-248; G. Giacomelli, Nuove giunte alla biografia di A. S.: i viaggi, l’impiego, le esecuzioni, pp. 257-273); B. Wilson, Madrigal, lauda, and local style in Trecento Florence, in Journal of musicology, XV (1997), pp. 137-177; G. D’Agostino - K. von Fischer, A. S., in The new Grove dictionary of music and musicians, XXIV, London 2001, pp. 225 s.; J. Haar, The Vatican manuscript Urb. Lat. 1411: an undervalued source?, in Manoscritti di polifonia nel Quattrocento europeo. Atti del Convegno internazionale di studi... 2002, a cura di M. Gozzi, Trento 2004, pp. 65-92; J. Haar - J. Nádas, A. S.: man and myth, in Early music history, XXV (2006), pp. 105-168; Iid., Johannes de Anglia (John Hothby): notes on his career in Italy, in Acta musicologica, LXXIX (2007), pp. 291-358.