SOGLIANO, Antonio
SOGLIANO, Antonio. – Nacque a Napoli il 13 giugno 1854 da Salvatore e da Angela di Giulio. Sposò Giulia Mari, dalla quale ebbe cinque figli (Carlo Alberto, Maria, Lello, Giulio e Carolina, questi ultimi morti prematuramente il 5 e l'8 febbraio 1919). Frequentò il Liceo classico a Napoli, dove ottenne il diploma nel 1872 e dove fu allievo di Felice Barnabei.
Giulio De Petra, allora ispettore archeologo a Pompei, amico di famiglia, lo convinse a partecipare a un concorso, nel 1873, per l'alunnato storico-diplomatico presso l’Archivio di Stato di Napoli. Risultato primo degli idonei, nell’estate di quell'anno fu ammesso alla Scuola Archeologica di Pompei.
Si laureò in lettere presso l’Università di Napoli il 7 luglio 1878 e fu allievo di Giuseppe Fiorelli, ma già il 1° marzo 1877 aveva avuto l’incarico di curare la Biblioteca degli Scavi di Pompei. Nominato vicesegretario il 3 gennaio 1878, fu incaricato di prestare servizio presso gli Scavi di Pompei e presso il Museo di Napoli (dal 1885 al 1901), dimostrando grandi capacità.
Sogliano fu coinvolto, anche se non direttamente, nello scandalo del trafugamento del tesoro di Boscoreale rinvenuto nella Villa detta della Pisanella, e nelle fasi conclusive di quello scavo, fu quindi sostituito da Angiolo Pasqui. Ebbe inoltre parte nella mancata acquisizione della Tabula Capuana e nella polemica sugli affreschi staccati dalle pareti della Villa di Publius Fannius Synistor di Boscoreale, episodi per i quali Giulio De Petra fu esonerato dall’incarico di soprintendente agli scavi e di direttore del Museo di Napoli e sostituito da Ettore Pais. Sogliano fu quindi allontanato da Napoli nell’ottobre del 1901 con la velata e infondata accusa, riferita al ministro Nunzio Nasi, di aver favorito gli interessi dei privati.
Come vicesegretario prima e poi come ispettore (31 marzo 1887) e direttore (6 febbraio 1902), fu inviato in vari musei per procedere all’inventariazione e al riordinamento delle collezioni: a Siracusa, a Campobasso, a Firenze, a Palermo, a Perugia e infine a Roma, al Museo di Villa Giulia. Con decreto del 3 maggio 1905 tornò agli Scavi di Pompei, ma la sua carriera nell’amministrazione degli Scavi di Antichità ebbe una brusca interruzione nel 1911, quando Vittorio Spinazzola, suo allievo, venne nominato – oltre che direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli – soprintendente agli Scavi della Campania ed Abruzzo e direttore degli Scavi di Pompei. Tra Sogliano e Spinazzola vi erano già stati alcuni attriti nel 1898, quando Sogliano e altri funzionari, dirigenti e docenti universitari segnalarono l’irregolarità della nomina di Spinazzola a ispettore-capo con sede presso il Ministero, incarico creato appositamente e dovuto alle sue amicizie politiche (Delpino, 2001, p. 52). Il ruolo di direttore degli Scavi di Pompei era tenuto da Sogliano, che non aveva partecipato al concorso per la direzione del Museo di Napoli perché riteneva distinti i due incarichi. Il Ministero invece li considerò di fatto uniti ed egli fu pertanto rimosso dalla direzione di Pompei e messo a disposizione del Ministero. Sogliano presentò ricorso l'8 febbraio 1911 ma il Consiglio di Stato confermò la nomina di Spinazzola. Inoltre, ai sensi delle disposizioni stabilite dalla legge del 27 giugno 1907, il Consiglio di Stato dichiarò l’incompatibilità tra l’incarico di professore straordinario e quello di funzionario dell’amministrazione statale e Sogliano fu costretto a scegliere tra i due, optando per la carriera universitaria.
Per valutare il ruolo avuto da Sogliano a Pompei come direttore, è certamente utile tenere in considerazione quanto egli riferì, come programma e come descrizione delle attività svolte, nelle quattro relazioni che annualmente inviò al ministro dell’Istruzione pubblica in relazione al periodo 1905-1909. In particolare nella prima relazione (Dei lavori eseguiti in Pompei dal 1° aprile 1905 a tutto marzo 1906. Relazione a S.E. il Ministro della Istruzione Pubblica, Napoli 1906) specificò di aver ripreso l’invio delle relazioni di scavo per la pubblicazione in Notizie degli Scavi, bollettino fermo dal novembre del 1902; di aver organizzato un gabinetto fotografico a Pompei creando un album a disposizione degli studiosi; di aver disposto la realizzazione non solo dei disegni dei quadri delle pitture rinvenute ma anche delle intere pareti; di aver fatto eseguire calchi in gesso e disegni della colonna etrusca, di grande importanza per la storia remota della città; di aver sospeso gli scavi da aprile 1905 a gennaio 1906 ma solo per procedere a lavori di sistemazione dei fronti di scavo, al completamento dello scavo di edifici parzialmente scavati e di aver eseguito esplorazioni per chiarire meglio la storia della città. Sui restauri, Sogliano propose lo studio e la ricostruzione delle parti alte degli edifici, di cui erano stati eseguiti solo alcuni esempi, mentre «oggi deve essere norma di conservazione quello che ieri voleva essere solo un saggio», e infine continuò la sistemazione dei giardini delle domus pompeiane utilizzando piante più rispondenti alle antiche sistemazioni. Oltre a ciò, le novità introdotte da Sogliano, illustrate anche in altri suoi scritti programmatici (Di un nuovo orientamento da dare agli scavi di Pompei, 1901; La rinascita di Pompei , 1915), furono l’interesse per il territorio circostante Pompei, la ricerca delle fasi più antiche della città e in particolare di una fase etrusca (ipotesi che suscitò varie polemiche tra gli studiosi), ma anche lo studio delle fasi successive all’eruzione del 79 d.C., argomento fino ad allora molto trascurato. Si segnalano in particolare, durante la sua attività nel ruolo di ispettore, gli scavi alla Casa delle Nozze d’argento, alla Casa degli Amorini dorati e soprattutto alla Casa dei Vetti, di cui pubblicò un approfondito studio nel 1898, mentre nel periodo successivo si può ricordare lo scavo alla necropoli sannitica presso Porta Ercolano, pubblicato nel 1913. Va inoltre segnalata la schedatura delle pitture rinvenute a Pompei (Le pitture murali campane scoverte negli anni 1867-79, del 1879), che costituisce la prosecuzione del catalogo delle pitture antiche della Campania redatto decenni prima da Wolfgang Helbig, strumento tuttora utilizzato dagli studiosi.
Pur tenendo in considerazione le numerose relazioni di scavo pubblicate periodicamente in Notizie degli Scavi e gli approfondimenti su numerosi monumenti e reperti, la sua opera principale, a cui lavorò a lungo ma che vide pubblicato solo il primo dei tre volumi previsti, è senza dubbio Pompei nel suo sviluppo storico. Pompei preromana (dalle origini all’a. 80 av. C.), edita nel 1937, ora superata dalle nuove scoperte ma che rappresenta il primo studio organico sulle fasi della storia di Pompei.
Se a Pompei e all’area vesuviana dedicò gran parte delle sue energie, Sogliano si occupò anche dei rinvenimenti a Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca, Baia, Pozzuoli, Sorrento, Cuma, Napoli, Arpino, Paestum, Taranto e Canosa. Curatore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, contribuì alla stampa della guida del museo, realizzata per conto di Arnold Ruesch nel 1908, che costituì per lungo tempo un valido strumento per studiosi e visitatori.
Docente privato di archeologia per decreto ministeriale del 16 febbraio 1881, Sogliano fu dapprima incaricato di tenere il corso di esercitazioni pratiche di archeologia presso l’Università di Napoli, insegnamento trasformato in cattedra di antichità pompeiane con decreto del 16 novembre 1906 e affidatogli prima come professore straordinario e poi come professore stabile (28 novembre 1909), ma una legge subentrata pochi mesi prima bloccò la sua nomina per assenza di posti vacanti e solo dopo l’esame da parte di una nuova commissione egli riuscì a diventare professore ordinario (19 giugno 1913). In seguito, con delibera della facoltà di lettere di Napoli del 3 novembre 1925, fu proposto il suo trasferimento alla cattedra di archeologia, passaggio approvato dal Consiglio superiore del ministero della Pubblica istruzione il 4 giugno 1926.
Sogliano fu collocato a riposo per raggiunti limiti di età dalla cattedra universitaria il 1° novembre 1929; il 24 marzo 1930 gli vennero tributate solenni onoranze. Tra il 1905 e il 1911 ebbe incarichi di insegnamento anche presso l’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Fu membro dell'Accademia di archeologia, lettere e belle arti di Napoli dal 1888; del Real Istituto italiano di archeologia e storia dell’arte di Roma; dell’Accademia dei Lincei come corrispondente dal 1897 e come socio nazionale dal 1920. Fu insignito della decorazione dell’Ordine della Corona di Prussia di 3a classe nel 1894 e fu nominato ufficiale (9 novembre 1914) e commendatore (22 giugno 1919) dell’Ordine della Corona d’Italia. Fu amico di numerosi archeologi italiani e stranieri, in particolare di August Mau, Felice Barnabei e Giovanni Patroni.
Morì a Napoli il 27 luglio 1942.
Opere. Degli studi pubblicati da Antonio Sogliano fu redatto l’elenco completo nel 1931, a cura di Emilio Magaldi, nell’opera Onoranze ad Antonio Sogliano, a cui si rimanda. Si veda inoltre, per l’area vesuviana, L. García y García, Nova Bibliotheca Pompeiana. 250 anni di bibliografia archeologica, II, Roma 1998, pp. 1082-1107. Tra le opere di Sogliano si segnalano Le pitture murali campane scoverte negli anni 1867-79, in Pompei e la regione sotterrata dal Vesuvio nell’anno LXXIX, Napoli 1879, pp. 87-243; Il tempio del foro triangolare di Pompei, in Monumenti Antichi. Accademia nazionale dei Lincei, 1890, vol. 1 cc. 189-200; G. Fiorelli, Guida di Pompei, con aggiunte di Antonio Sogliano, Napoli 1893 (1897, 1898); La Casa dei Vettii in Pompei, in Monumenti Antichi. Accademia nazionale dei Lincei, 1898, vol. 8, cc. 233-388; L’Accademia di Platone rappresentata in un musaico pompeiano, ibid., cc. 389-416; Guida di Pompei, Roma 1899 (Roma-Milano-Napoli 1901, 1902, 1910; Milano 1922, 1924, 1925, 1926); L’efebo in bronzo rinvenuto in Pompei, in Monumenti Antichi. Accademia nazionale dei Lincei, 1901, vol. 10, cc. 641-654; Di un nuovo orientamento da dare agli scavi di Pompei, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, s. 5, 1901, vol. 10, pp. 375-390; Studi di topografia storica e di storia antica della regione sotterrata dal Vesuvio nel LXXIX, in Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Arti di Napoli, n.s. 15, 1901 (1902), pp. 77-121; Gli scavi di Pompei dal 1873 al 1900, in Atti del Congresso internazionale di Scienze Storiche, V, 1903 (Roma 1904), pp. 295-349; I rimutamenti nel Museo Nazionale di Napoli, in Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Arti di Napoli, n.s. 18, 1904 (1905), pp. 333-357. Articoli sugli scavi compiuti a Pompei tra dicembre 1902 e marzo 1905 in Notizie degli Scavi, 1905, pp. 85-97; 128-138; 203-215; 245-257; 273-280; ibid., 1906, pp. 97-107; 148-161; 318-323; 345-351; 374-383; ibid., 1907, pp. 549-593 e ibid., 1908, pp. 26-43; 53-84; 180-192; 271-298; 359-370; Dei lavori eseguiti in Pompei dal 1° aprile 1905 a tutto marzo 1906. Relazione a S.E. il Ministro della Istruzione Pubblica, Napoli 1906; Dei lavori eseguiti in Pompei dal 1° aprile 1906 a tutto giugno 1907. Relazione a S. E. il Ministro della Istruzione Pubblica, Napoli 1907; Dei lavori eseguiti in Pompei dal 1° aprile 1907 a tutto giugno 1908. Relazione a S. E. il Ministro della Istruzione Pubblica, Napoli 1908; Guida illustrata del Museo Nazionale di Napoli, Napoli 1908 (con D. Bassi et al.); Dei lavori eseguiti in Pompei dal 1° luglio 1908 a tutto giugno 1909. Relazione a S. E. il Ministro della Istruzione Pubblica, Napoli 1909; La necropoli preromana di Pompei, in Memorie della Reale Accademia di Archeologia, Lettere e Belle arti di Napoli, II, 1913, pp. 207-229; La rinascita di Pompei, in Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, s. 5, 1916, vol. 24, pp. 483-514; Porte, torri e vie di Pompei nell’epoca sannitica, in Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Arti di Napoli, n.s. 6, 1917, pp. 155-180; Disegno storico della Campania antica, in Atti della Società italiana per il progresso delle scienze, Roma 1925, pp. 262-270; Il Foro di Pompei, in Memorie dell'Accademia dei Lincei, s. 6, I, 1925 (1926), pp. 221-272; Il Convegno Nazionale Etrusco e il problema della etruscologia, in Nuova rivista storica, X (1926), 6, pp. 570-579; La fase etrusca di Pompei, in Studi Etruschi, I (1927), pp. 173-185; Intorno alle antichissime cinte murali delle città etrusche e italiche, ibid., III (1929), pp. 73-82. A queste opere vanno aggiunti gli studi non compresi nell’elenco di Magaldi, che di seguito si riportano, escluse le commemorazioni: Etrusca, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, s. 6, 1931, vol. 7, pp. 350-371; Intorno alla etimologia del nome “Pontifex”, in Historia, V (1931), pp. 555-562; Sulla “Venus Fisica Pompeiana”. Osservazioni, in Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Belle arti di Napoli, n.s. 12, 1931-1932 (1933), pp. 359-374; Intorno al “cavum aedium” varroniano, ibid., pp. 283-292; Di un libro intorno a “Tito Lucrezio Caro e l’epicureismo campano”, ibid., 1936, pp. 1-32; Pompei nel suo sviluppo storico. Pompei preromana (dalle origini all’a. 80 av. C.), Roma 1937; Giovanni Patroni e la Preistoria d’Italia, in Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Arti di Napoli, n.s. 18, 1938, pp. 139-155; La Scuola Archeologica di Pompei, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, s. 6, 1939, vol. 15, pp. 323-342; I frequenti riposi di Cicerone nel suo “Pompeianum” e l’annunzio di una visita non gradita. Staberius o Faberius?, in Studi di antichità classica offerti dai colleghi e discepoli a Emanuele Ciaceri al termine del suo insegnamento universitario, Genova et al. 1940, pp. 281-285.
Opere inedite: Aedis Isidis Pompeiana, cit. in A. Mau, Pompeii. Its Life and Art, (trad. di F. Kelsey), New York-London 1902, pp. VI, 526; Pompei nel suo sviluppo storico. Pompei romana; Pompei nel suo sviluppo storico (2° Volume).
Fonti e Bibl.: Roma, Biblioteca Angelica, Carteggio Barnabei, bb. 412/2; 413/1
Biblioteca dell’Istituto di archeologia e storia dell’arte, Carte Barnabei, b. 43.
Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione Generale Istruzione superiore, secondo versamento (1900-1940), b. 147; Napoli, Museo Archeologico Nazionale, Archivio Storico, Antonio Sogliano; Pompei, Parco archeologico, Fondo Antonio Sogliano (dono Associazione internazionale amici di Pompei) e Archivio Ufficio Scavi di Pompei.
A. Maiuri, Aspetti e problemi dell’archeologia campana, in Historia, IV (1930), 1, pp. 51, 77;
Onoranze ad Antonio Sogliano, Napoli 1931; A. Maiuri, Gli studi di antichità nel Sette e Ottocento a Napoli, in Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Arti di Napoli, n.s. 17, 1937, p. 33; P. Ducati, Commemorazione di Antonio Sogliano, in Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, s. 7, 1943, vol. 4, pp. 84-90; G. Patroni, Commemorazione di Antonio Sogliano, Rendiconti della Reale Accademia di Archeologia Lettere e Arti di Napoli, n.s. 23, 1946-48, (1949), pp. 65-86; M. Barnabei - F. Delpino, Le “Memorie di un “archeologo” di Felice Barnabei, Roma 1991; M. Barbanera, L’archeologia degli italiani, Roma 1998, p. 220; L. García y García, Nova Bibliotheca Pompeiana… cit.; F. Delpino, Vittorio Spinazzola. Tra Napoli e Pompei, fra scandali e scavi, in Pompei. Scienza e società, a cura di P.G. Guzzo, Milano 2001, pp. 51-61; G. Stefani, Fondo Antonio Sogliano, in Rivista di Studi Pompeiani, XX, 2009, p. 30; voce Antonio Sogliano in www.treccani/enciclopedia