SESSA, Antonio (
in religione Giovanni Antonio da Palermo, noto anche come Joannes Antonius de Panormo). – Nacque a Palermo, nella modesta famiglia di un fabbro, il 7 settembre 1640.
Compiuti gli studi di umanità e retorica, apprese la filosofia presso il convento palermitano di S. Domenico, poi per tre anni si dedicò agli studi medici sotto la guida di Giuseppe Galeano e Giuseppe Alaimo.
Decise di abbracciare la vita religiosa fra i francescani osservanti, che lo accolsero il 31 ottobre 1660 nel convento palermitano di S. Maria degli Angeli della Gancia. Professò nelle mani del generale dell’Ordine, Michelangelo Bonadies, dal quale fu mandato a Roma per proseguire gli studi secondo l’indirizzo scotista. Nella filosofia e nella teologia mostrò grandi capacità, conseguendo la licenza nel 1667. Per cinque anni insegnò all’Aquila. Rientrato a Roma, fu prima lettore di filosofia, poi si conquistò notorietà insegnando teologia scolastica per quindici anni. Fu dichiarato lettore giubilato nel 1676 dal capitolo generale dell’Aracoeli (Ludovico de Aquis, Conclusiones problematicae, et resolutae viniuersam Scoti theosophiam complectentes in Capitulo Generali Aracœlitano felicissimis sub auspicijs S.P.Q.R. propugnandae, Romae 1676). Insegnò per sette anni diritto canonico ai parroci e ai confessori di Roma. Per un sessennio fu esaminatore presso il collegio dei conventuali dei Ss. Apostoli. Fu costretto a lasciare l’incarico quando, eletto segretario generale dell’Ordine, dovette raggiungere per breve tempo la Spagna per accompagnare il maestro generale in visita canonica.
Servì da teologo per i cardinali Alessandro Crescenzi, Felice Rospigliosi, Paluzzo Altieri e Carlo Bichi. Da Innocenzo XI e Alessandro VIII fu scelto come consultore della congregazione dell’Indice; da Innocenzo XII, qualificatore dell’Inquisizione; da Clemente XI, consultore della congregazione dei Riti, nonché teologo e consultore privato. Fu auditore delle cause degli osservanti (1691).
Nella qualità di segretario generale dell’Ordine per la provincia cismontana, concorse a sciogliere il dubbio circa i soggetti abilitati a partecipare all’elezione del nuovo ministro generale alla morte del padre Luis Torres (1701). Per un triennio fu membro del definitorio della provincia romana e poi, per il successivo triennio, custode. Fu nominato commissario generale della provincia cismontana con breve di Clemente XI del 20 gennaio 1703. Secondo gli storici dell’Ordine, governò con zelo, prudenza e correttezza.
Rifiutò più volte la nomina episcopale (il cardinale Emmanuel Théodose de La Tour d’Auvergne de Bouillon lo propose suffraganeo per Velletri, il cardinale Gaspare Carpegna per Sabina, Innocenzo XII per Lecce, il Supremo Consiglio d’Italia per Patti, Carlo VI d’Asburgo, nel 1720, ancora per qualche altra diocesi siciliana).
Morì a Roma il 16 novembre 1723. A Palermo fu commemorato il 12 febbraio 1724 con un «sontuoso» funerale nella chiesa di S. Maria degli Angeli e con l’elogio funebre di Salvatore Maria Ruffo, del terz’ordine francescano.
Svolse un importante ruolo nel controllo del quietismo. Nel 1689, concorrendo alla censura del volume La règle de perfection di Benoît de Canfield, approntò un articolato Scrutinium doctrinarum qualificandis assertionibus (1709), in cui inserì un insieme di proposizioni da rigettare perché contrarie a quanto sostenuto dai concili ecumenici e dalla Sede apostolica. Con altri teologi fu incaricato di esaminare le opere di Pasquier Quesnel. Il lavoro comune concorse all’individuazione delle 101 proposizioni, condannate poi da papa Clemente XI con la costituzione apostolica Unigenitus Dei filius (1713).
Opere. Diede alle stampe una sola opera: Scrutinium doctrinarum qualificandis assertionibus, thesibus, atque libris conducentium, exemplis propositionum a Conciliis oecumenicis, vel ab Apostolica Sede reprobatarum ditatum, ac plerisque miscellaneis resolutionibus dogmatico-moralibus (Romae 1709). Lasciò inediti due trattati (uno sui concili e un altro sugli eretici), 17 volumi per l’opera omnia di s. Giovanni da Capestrano, svariati sonetti, epigrammi e panegirici, nonché numerosi pareri forniti alle congregazioni romane.
Fonti e Bibl.: Pressoché inesistente la documentazione conservata negli archivi francescani, sia a Palermo sia a Roma. A Palermo, nell’Archivio storico della Provincia del Ss. Nome di Gesù, si conserva un cenno necrologico nel Rescriptum Fratrum Minorum defunctorum almae Provinciae Siciliae ab anno 1614, trascritto da Ambrogio Cardella (Archivi personali, Cardella, 2, p. 158); poche altre notizie, sempre dattiloscritte da Cardella, sono nelle Vite dei santi, beati, morti in odore di santità e personaggi illustri della Provincia del Ss. Nome di Gesù dei Frati Minori di Sicilia (Archivi personali, Cardella, 8, pp. 349 s.). Notizie su di lui in Tabula et Constitutiones celeberrimi Capituli generalis totius Ordinis Fratrum Minorum nuperrime Roma celebrati in conventu S. Mariae de Aracoeli die vigesima tertia Maij Ann. Domini 1676, Neapoli 1680, p. 40; D. Gubernatis, Orbis Seraphicus, IV, Romae 1685, pp. 229, 328; Pietro Antonio di Venezia, Giardino serafico istorico, I, Venezia 1710, p. 73; Giornale de’ letterati d’Italia, 1712, vol. 10, p. 334; A. Mongitore, Bibliotheca Sicula, II, Panormi 1714, App. I, pp. 21 s.; S. Montalbano, Opus theologicum, III, Panormi 1723, pp. 228-230; S. Ruffo, Le proprietà singolari dell’aquila [...] Orazione funebre detta [...] nella chiesa di S. Maria degli Angioli in Palermo li 12 di febrajo 1724, Palermo 1724; Casimiro di S. Maria Maddalena, Cronica della provincia de’ Minori Osservanti Scalzi di S. Pietro d’Alcantara nel Regno di Napoli, I, Napoli 1729, pp. 317, 403, 408, 414 s., 421; R.-F. Marczic (C. Marraccini), Apologia per l’Ordine de’ Frati Minori, III, Lucca 1750, p. 191; Carlo Maria da Perugia, Chronologiae historico-legalis Seraphici Ordinis, I, Romae 1752, pp. 333, 480, 509; Bernardo da Decimo, Secoli serafici, Firenze 1757, p. 233; D. Scinà, Prospetto della storia letteraria di Sicilia nel secolo decimottavo, I, Palermo 1824, p. 176; Diari della città di Palermo, a cura di G. Di Marzo, IX, Palermo 1871, p. 69; H. Hurter, Nomenclator literarius, II, Oeniponte 1876, pp. 654 s.; G. Hofer, Giovanni da Capestrano. Una vita spesa nella lotta per la riforma della Chiesa, L’Aquila 1955, p. 42; S. Giovanni da Capestrano nella Chiesa e nella società del suo tempo, Atti del Convegno, Capestrano-L’Aquila... 1986, a cura di E. Pasztor - L. Pasztor, L’Aquila 1990, pp. XV, XVII s., XXV; F. Fénelon, Correspondance, XVI, a cura di J. Orcibal - J. Le Brun - I. Noye, Genève 1999, pp. 84, 228; A. Malena, L’eresia dei perfetti, Roma 2003, pp. 274-276.