POMA, Antonio
POMA, Antonio. – Nacque il 12 giugno 1910 a Villanterio, in provincia di Pavia, primo dei sei figli di Angelo e di Maria Ballerini.
Nel 1921 entrò nel Seminario vescovile di Pavia, quindi si trasferì nel 1929 a Roma nel Pontificio seminario lombardo per gli studi teologici. Fu ordinato sacerdote a Roma il 15 aprile 1933. Nel 1934 conseguì la laurea in teologia presso la Pontificia università gregoriana, con una tesi sulla teologia di Magno Felice Ennodio (VI secolo). Tornò a Pavia e fu segretario del vescovo Giovanni Battista Girardi dal 1934 al 1942; insegnò teologia dogmatica dal 1944 e fu rettore del seminario diocesano dal 1947 al 1951.
In quegli anni ristrutturò la sede del Seminario e sostituì il vecchio regolamento ottocentesco con una nuova versione basata su poche regole di vita e ridusse molte pratiche devozionali concentrando le attenzioni sulla celebrazione della messa, specialmente quella domenicale. Ricoprì anche l’incarico di assistente del movimento laureati di Azione cattolica.
Il 28 ottobre 1951 il papa Pio XII lo nominò vescovo titolare di Tegaste e lo designò ausiliare del vescovo di Mantova Agostino Domenico Menna. Ricevette l’ordinazione episcopale il 9 dicembre 1951 e assunse subito l’ufficio di vicario generale. Il 2 agosto 1952 fu nominato coadiutore sedi datus per le precarie condizioni di salute del vescovo Menna, al quale successe nella sede di Mantova l’8 settembre 1954, quando Menna rinunciò al governo della diocesi che contava 350.000 fedeli in 168 parrocchie. Prese possesso canonico della diocesi di Mantova il 13 novembre 1954.
Nei suoi anni di episcopato mantovano dette un’impronta moderna alla diocesi. Eresse 15 nuove parrocchie e le dotò di nuove chiese, nel 1960 inaugurò un nuovo seminario e costruì un santuario in onore di san Pio X, suo predecessore a Mantova. Durante questo periodo il vescovo conobbe Giovanni Battista Montini, grazie anche alla comune amicizia con i padri oratoriani bresciani Paolo Caresana e Carlo Manziana. Negli anni successivi ebbe frequenti occasioni di incontro e confronto con Montini, nell’ambito della Conferenza episcopale lombarda, che Montini presiedette per otto anni, dal 1955 fino al giugno 1963. Nell’ottobre del 1955, Poma invitò Montini a predicare le Missioni cittadine indette nella diocesi. Durante l’ultima sessione del Concilio Vaticano II, in occasione della giornata missionaria mondiale del 1965, invitò a Mantova l’arcivescovo polacco Karol Wojtyła. Il 30 maggio 1965 il cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, fu invitato da Poma a presiedere, con tutto il clero mantovano, la prima messa in italiano celebrata nella diocesi. Compì due cicli di visite pastorali in tutte le parrocchie. Sostenne concretamente il laicato, aiutò le attività dell’Azione cattolica, fornì alle Associazioni cristiane lavoratori italiani (ACLI) una nuova sede, mise a disposizione dell’Istituto psicopedagogico la villa vescovile di S. Silvestro e fondò la scuola sociale Giuseppe Toniolo.
Antonio Poma partecipò attivamente al Concilio ecumenico Vaticano II, prese parte a tutte le 168 congregazioni generali che si svolsero durante i quattro periodi conciliari e nel 1963 fu nominato membro della commissione conciliare De doctrina fidei et morum, che nell’ultima fase si unì con la commissione De fidelium apostolatus costituendo la commissione mista per lo schema 13.
Il 16 luglio 1967 Paolo VI lo nominò arcivescovo titolare di Gerpiniana e contemporaneamente coadiutore con diritto di successione dell’arcivescovo di Bologna Lercaro. Il 10 settembre fece ingresso nell’arcidiocesi e l’11 settembre 1967 fu nominato vicario generale. Divenne arcivescovo di Bologna alla rinuncia di Lercaro, il 12 febbraio 1968. Nel concistoro del 28 aprile 1969, Paolo VI lo creò cardinale prete con il titolo di S. Luca al Prenestino e lo chiamò a far parte delle sacre congregazioni per il Clero e per l’Educazione cattolica.
Tutto il suo magistero bolognese, che emerge dalla corposa produzione di lettere pastorali, notificazioni, discorsi e omelie, oltre che dai contenuti dei programmi pastorali diocesani, fu ispirato dal costante riferimento al Vaticano II.
Poma istituì in diocesi le strutture di partecipazione volute dal Concilio: il consiglio presbiterale (1968), il consiglio pastorale diocesano (1970), le assemblee e i consigli pastorali vicariali (1979); nel 1977 aprì la Scuola diocesana di teologia per laici; riorganizzò gli organismi di curia e ne creò di nuovi, come i vicari episcopali, l’ufficio pastorale della famiglia, il centro diocesano vocazioni, la Caritas diocesana, il centro missionario diocesano. Poma eresse sei nuove parrocchie, costruì 34 nuove chiese, aprì una mensa per i poveri, assunse un impegno missionario per la diocesi di Bologna nella diocesi di Iringa in Tanzania; promosse i ministeri laicali istituiti e avviò il diaconato permanente; compì personalmente la visita pastorale in quasi tutte le 478 parrocchie della diocesi.
Poma fu presidente della Conferenza episcopale flaminia dal 22 febbraio 1968 e dell’Emilia Romagna dal 1° febbraio 1977. Il 3 ottobre 1969 papa Montini lo nominò presidente della Conferenza episcopale italiana (CEI), incarico che gli rinnovò il 17 giugno 1972 e il 28 maggio 1975, e che volle prorogargli «ad nutum Summi Pontificis» il 26 maggio 1978; tale incarico nazionale gli fu confermato anche da Giovanni Paolo I e da Giovanni Paolo II e durò fino al 18 maggio 1979.
Il decennio di presidenza della CEI, in un periodo di profonde trasformazioni, fu caratterizzato dall’attuazione delle direttive del Concilio, a cominciare dalla riforma liturgica e dallo sforzo di attuare una pastorale organica in tutta la penisola, attraverso i piani pastorali. Ma fu anche contrassegnato da tensioni e momenti difficili, quali l’introduzione della legislazione civile sul divorzio e sull’aborto, il referendum abrogativo sul divorzio, l’adesione di gruppi significativi di cattolici italiani a posizioni politiche e ideologiche ispirate al marxismo.
Quando il 4 settembre 1972 Paolo VI nominò segretario generale della CEI il vescovo Enrico Bartoletti, nacque subito con Poma una sintonia dimostratasi determinante negli anni successivi. Nel 1976, sotto la presidenza di Poma, si tenne il primo convegno ecclesiale italiano Evangelizzazione e Promozione Umana. I suoi anni alla CEI furono anche quelli della traduzione della Bibbia, del documento base per il rinnovamento della catechesi, della pubblicazione dei testi per il rinnovamento della liturgia in Italia, della ristrutturazione della Pontificia opera di assistenza (POA), che diede vita alla Caritas. Ebbe un profondo legame con Paolo VI che lo designò alla guida della CEI per dare consistenza alla dimensione pastorale della Conferenza quale soggetto cardine del cattolicesimo italiano al fine di realizzare un profilo unitario per le tante chiese della penisola.
Diverse furono le situazioni difficili che dovette affrontare durante i suoi anni bolognesi, fra queste vanno ricordate la strage terroristica al treno Italicus il 4 agosto 1974 e, il 2 agosto 1980, la strage alla stazione di Bologna. Poma accolse Giovanni Paolo II a Bologna il 18 aprile 1982. Pochi giorni dopo venne colto da un grave malore cardiaco che fu causa delle sue dimissioni, accolte dal papa l’11 febbraio 1983.
Morì a Bologna il 24 settembre 1985.
Opere. Si ricordano Ennodio apologista del Romano Pontefice, in Magno Felice Ennodio (474-521). Contributi nel XV centenario della nascita, a cura di E. Galbiati, Pavia 1975; le lettere pastorali e le notificazioni al clero diocesano si possono trovare ad annos in Rivista diocesana di Mantova (1953-66) e in Bollettino della Archidiocesi di Bologna (1968-83); le prolusioni alle assemblee della CEI si trovano negli Atti della Assemblea generale (ad annos), a cura della Segreteria generale della CEI, edizione riservata ai vescovi; altri interventi e discorsi in Il volto e lo spirito della Chiesa in Italia. Discorsi del card. Antonio Poma dal 1969 al 1979, Roma 1981.
Fonti e Bibl.: I fondi archivistici diocesani e romani relativi all’azione di Poma non sono ancora accessibili. Per una documentazione riguardante l’opera svolta a Pavia, Modena e Bologna, 15 anni di episcopato bolognese e il 50° di sacerdozio del card. A. P., Bologna 1983; A. P., gli anni della formazione e del ministero presbiterale a Pavia, a cura di A. Migliavacca, Pavia 1997; G.D. Gordini, P. A., in Dizionario storico del movimento cattolico. Aggiornamento, a cura di F. Traniello - G. Campanini, Genova 1997, pp. 413-415; C. Righi, Mons. A. P.: da vescovo ausiliare ad arcivescovo e cardinale, in Cardinale A. P. nello spirito del Concilio, a cura di S. Siliberti, Mantova 2010, pp. 7-28 (e con i suoi interventi nelle varie sessioni del Concilio Vaticano II); sull’opera da lui svolta alla CEI cfr. L. Maverna, Presentazione, in Il volto e lo spirito della Chiesa in Italia. Discorsi del card. A. P. dal 1969 al 1979, Roma 1981, pp. 9-25; F. Sportelli, La Conferenza Episcopale Italiana (1952-1972), Galatina 1994, pp. 80-301; E. Caporello, Il card. A. P. alla presidenza della Cei nel solco di Paolo VI, in Cardinale A. P. nello spirito del Concilio, cit., pp. 49-60; F. Sportelli, La Cei e la collegialità italiana, in Cristiani d’Italia. Chiese, società, Stato. 1861-2011, a cura di A. Melloni, I-II, Roma 2011, pp. 839-850.
G. Alberigo, La Chiesa italiana tra Vaticano II e nuovo millennio, in Il Vaticano II nella Chiesa italiana: memoria e profezia, Assisi 1985, pp. 58-66; B. Sorge, Bartoletti e il convegno ‘Evangelizzazione e promozione umana’, in Un vescovo italiano del Concilio, Enrico Bartoletti 1916-1976, Genova 1988, pp. 215-221; V. De Marco, Le barricate invisibili. La Chiesa in Italia tra politica e società (1945-1978), Galatina 1994, pp. 220-382; A. Melloni, Da Giovanni XXIII alle chiese italiane del Vaticano II, in Storia dell’Italia religiosa, a cura di T. Gregory - A. Vauchez - G. De Rosa, III, L’età contemporanea, Roma-Bari 1995, pp. 361-403; A. Riccardi, Il card. P. alla presidenza CEI (1969-1979). Interprete della visione riformatrice di Paolo VI per la Chiesa in Italia, in Rivista di teologia dell’evangelizzazione, IX (2005), 18, pp. 507-521; A. Acerbi, Dinamiche ecclesiali in Italia 1965-1978, in A. Acerbi - G. Frosini, Cinquant’anni di Chiesa in Italia. I convegni ecclesiali da Roma a Verona, Bologna 2006, pp. 23-65.