Pennacchi, Antonio
Pennacchi, Antonio. – Scrittore (n. Latina 1950). Figlio di coloni giunti nell’Agro pontino per la bonifica negli anni del fascismo, diviene operaio della Alcatel Cavi, già Fulgorcavi. Si dedica giovanissimo alla politica militando prima nel Movimento sociale italiano (MSI) poi nella sinistra marxista-leninista d’ispirazione maoista, per passare al Partito socialista italiano (PSI), quindi alle sigle sindacali CGIL e UIL, sino al Partito comunista italiano (PCI), per giungere, in anni recenti, al sostegno del Partito democratico (2007) e da ultimo a Futuro e libertà (FLI). La testimonianza, letteraria ma limpidamente realistica, dei trent’anni di lavoro operaio è consegnata alle pagine di Mammut (1995), mentre il più fortunato Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi (2003), ispirato alle prime esperienze politiche dell’autore, è portato nel 2007 sul grande schermo da D. Lucchetti (Mio fratello è figlio unico). La memoria dei luoghi, l’appartenenza alla terra e le contraddizioni sociali causate da genti italiche di diversa provenienza ed estrazione tipiche dell’Agro pontino costituiscono il corpus narrativo, di stile schietto e sanguigno, di diversi scritti (Viaggio per le città del Duce: i saggi di Limes e altri scritti, 2003; Guidonia, Pomezia. Città di fondazione, 2003; Fascio e martello, 2008; Le iene del Circeo, 2010), sebbene il successo arrivi soltanto nel 2010 con Canale Mussolini, vincitore del premio Strega. Della recente produzione si ricordano: L'autobus di Stalin (2005), raccolta di saggi caustici e paradossali sul costume e la storia; Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni (2006), silloge di nuovi racconti sull’epopea della bonifica pontina.