PALELLA, Antonio
PALELLA, Antonio. – Compositore e clavicembalista, nacque a San Giovanni a Teduccio (Napoli) l’8 ottobre 1692, da Domenico e Anna de Noia.
Studiò al Conservatorio di S. Onofrio a Capuana. La prima opera documentata coincise probabilmente con la fine dell’apprendistato in Conservatorio, quando venne eseguito Li scherzi della Grazia: oratorio della gloriosa s. Anna (1721, libretto di Teodosio Stasi), «da rappresentarsi nel regal Conservatorio di Sant’Onofrio Maggiore. Musica del signor Antonio Palella alunno di detto luogo per sua particolar divozione» (così nel libretto; la musica è perduta).
Il nome di Palella viene associato alla diffusione della commedia musicale napoletana nell’Italia del nord. Per il teatro Nuovo e il teatro dei Fiorentini di Napoli compose opere buffe che riscossero successo tanto in città quanto, rimaneggiate, fuori dal Regno. Nelle tre commedie per musica composte su libretto di Antonio Palomba la lingua toscana è estesa a tutti i ruoli, anche a quelli tradizionalmente in napoletano. Lo si osserva nella commedia per musica L’Origille, basata sull’Orlando furioso dell’Ariosto, data al teatro Nuovo l’8 dicembre 1740, poi ripresa con varianti a Ravenna (autunno 1742), indi confluita in parte nel ‘pasticcio’ omonimo dato al S. Moisè di Venezia (autunno 1744) e forse già nel pasticcio denominato L’amante tradito (Brescia, estate 1744; due arie sono a Montecassino, Biblioteca dell’Abbazia, 4-F-7/7f e 6-D-9/18, olim 126-F-13 op.16); altre due si trovano a Napoli, Biblioteca del Conservatorio, Arie 20.3 olim 34.3.24, Arie 32.15 olim 34.4.3; una partitura successiva alla ‘prima’ napoletana è nell’Archivio di Stato di Bologna, Fondo Malvezzi-Campeggi, IV.86/746). Sempre in coppia con Palomba compose parte del Trionfo del valore (Nuovo, inverno 1741): «La musica della Sinfonia, di tutte le arie, cavatine e finale che non sono segnate con lettere è del sig. Gaetano Signorile […] dell’arie che hanno le lettere N.P. è del signor Nicola Porpora, dell’arie che hanno le lettere A.P. è del signor Antonio Palella. La musica de’ recitativi è del signor Gio. Paolo» (così nel libretto). Un’altra commedia composta con Palomba fu Il chimico, anch’essa perduta (Nuovo, inverno 1742; a Venezia fu ripresa nel 1757 con musica di Vincenzo Ciampi).
La commedia per musica L’incanti per amore (Nuovo, autunno 1741), libretto di Pietro Trinchera («Terentio Chirrap napoletano»), presenta elementi innovativi tanto nella tessitura della trama quanto nella struttura musicale. Essa appartiene a quel particolare filone dell’‘opera magica’ settecentesca che a fine secolo trovò nel Flauto magico di Mozart il paradigma ideale. Come scrive David J. Buch, «oltre alle arie d’entrata a fine scena, il libretto prevede brevi pezzi concertati nel finale dei tre atti; un’indicazione musicale specifica compare nelle scene 9-10 dell’atto III: “Una funesta zinfonia” sonorizza l’uscita del Sacerdote che celebra un “sacrificio accompagnato con istrumenti”» (2008, p. 208).
L’ultima commedia per musica nota, Il geloso (libretto di Domenico Macchia), fu data ai Fiorentini di Napoli nell’estate 1751; Palella fu autore quasi unico, «a riserba delle arie e finali quali sono del maestro di capp. napolitano N.N.» (così nel libretto; si conservano alcune arie a Londra, British Library, Add. 31598).
Della produzione vocale di Palella rimangono ancora: un duetto, Non sai che ti dico (Napoli, Biblioteca del Conservatorio, Arie 480 olim 34.3.8), e quattro cantate per basso, conservate in un manoscritto proveniente dalla collezione del napoletano Gaspare Selvaggi nella British Library (ms. 14157) insieme a composizioni di Niccolò Jommelli e Nicola Porpora (cfr. Fabris, 2013).
All’attività di compositore Palella affiancò quella di didatta, soprattutto come preparatore di cantanti: sopravvive la documentazione di una causa intentata nel 1737 da Palella stesso contro due allieve insolventi che, in vista di un ingaggio teatrale a Corfù, cambiarono insegnante (cfr. Capone, 2007).
In almeno un caso una sua composizione sacra venne eseguita fuori Napoli, insieme con composizioni dei suoi conterranei più illustri: la partitura di una sua Salve Regina in Sol minore per contralto, due violini e basso è nel fondo musicale del monastero femminile benedettino di S. Lorenzo a San Severo (Archivio capitolare, Ms. 140; cfr. Melucci-Morgese 1993, pp. XXI-XXIX, 81). La scrittura violinistica e la parte vocale, entrambe virtuosistiche, rivelano una composizione complessa, che sembrerebbe destinata a musicisti professionisti più che alle «signore monache» musiciste di San Severo.
È documentato che nel 1737 Palella assunse il ruolo di secondo clavicembalista nel teatro di S. Carlo in Napoli, il che di norma comportava l’obbligo di accompagnare i recitativi. Per il S. Carlo riadattò agli usi locali drammi per musica di autori forestieri già date altrove, in particolare di Johann Adolf Hasse: il 4 novembre 1738 La clemenza di Tito (data a Dresda nel carnevale dello stesso anno), con l’aggiunta di un prologo onomastico forse composto proprio da Palella; il 4 novembre 1745 il Tigrane, il 20 gennaio 1746 Ipermestra. Del Tigrane (la ‘prima’ di Hasse aveva avuto luogo a Napoli nel 1729), Palella riscrisse la sinfonia, quasi tutti i recitativi, un duetto e metà delle 26 arie, per un cast in cui, nel ruolo eponimo, compariva il Caffarelli). Nell’Ipermestra (già rappresentata a Vienna nel 1744) Palella aggiunse al dramma del Metastasio tre nuove arie.
Nella limitata produzione strumentale di Palella pervenuta si osserva un interesse per il flauto traverso, strumento utilizzato come ‘obbligato’ anche nelle arie superstiti dell’Origille. Rimangono tre Concerti a 4, tutti in Sol maggiore, per flauto traversiere, due violini e clavicembalo, conservati a Karlsruhe (Badische Landesbibliothek, Mus. Hs. 714) e in Svezia (Stoccolma, Musik- och Teaterbiblioteket, FbO-R); uno di essi si trova anche nella Biblioteca universitaria di Lund (Saml. Kraus 5). La Biblioteca del Conservatorio di Bruxelles conserva la copia moderna di una Sinfonia per archi, oboi e «trombe di caccia» (7782), che dovette servire da introduzione a un’opera teatrale.
Palella morì a Napoli il 7 marzo del 1761.
Fonti e Bibl.: O.G.T. Sonneck, Library of Congress: catalogue of opera librettos printed before 1800, Washington, DC, 1914, I, p. 1073; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VII, Leipzig 1902, p. 295; U. Prota-Giurleo, La grande orchestra del R. Teatro San Carlo nel Settecento, Napoli 1928, pp. 8, 17; Id., Notizie biografiche intorno ad alcuni musicisti d’Oltralpe a Napoli nel Settecento, in Analecta musicologica, 1965, vol. 2, pp. 126-128; C. Vitali, Un fondo di musiche operistiche settecentesche presso l’Archivio di Stato di Bologna, in Nuova Rivista musicale italiana, XIII (1979), pp. 371-384; M.G. Melucci - A. Morgese, Il fondo musicale del Monastero delle benedettine di San Severo, Foggia 1993, pp. 81, 228; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini fino al 1800, Cuneo 1990-1994, ad ind.; F. Cotticelli - P. Maione, Onesto divertimento, ed allegria de’ popoli: materiali per una storia dello spettacolo a Napoli nel primo Settecento, Milano 1996, p. 50; The New Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVIII, pp. 929 s.; U. Prota-Giurleo, I teatri di Napoli nel secolo XVII. L’opera in musica, a cura di E. Bellucci - G. Mancini, III, Napoli 2002, p. 369; Il fondo musicale dell’archivio di Montecassino, a cura di G. Insom, Montecassino 2003, II, p. 856; R. Mellace, Johann Adolf Hasse, Palermo 2004, pp. 41, 114, 177, 423; P. Maione - F. Seller, Teatro di San Carlo di Napoli. Cronologia degli spettacoli (1737-1799), I, Napoli 2005, p. 26; S. Capone, L’opera comica napoletana, Napoli 2007, p. 229; A. Magaudda - D. Costantini, Musica e spettacolo nel Regno di Napoli attraverso lo spoglio della «Gazzetta» (1675-1768), Roma 2009, pp. 49 s., 124 s., 187, e cd-rom, p.582; D.J. Buch, Magic flutes and enchanted forests: the supernatural in eighteenth-century musical theater, Chicago 2008, pp. X, 208; A. Bonsante, Musica e clausura in antico regime: uno sguardo al caso delle Benedettine di San Severo, in Celesti sirene: musica e monachesimo dal Medioevo all’Ottocento, a cura di A. Bonsante - R.M. Pasquandrea, Foggia 2010, pp. XIV-XXII; D. Fabris, The collection and dissemination of Neapolitan music, c. 1600 - c. 1790, in New approaches to Naples c. 1500 - c. 1800: the power of place, a cura di M. Calaresu - H. Hills, Farnham 2013, pp. 116-119.