NOBILE, Antonio
NOBILE, Antonio. – Nacque a Campobasso nel novembre 1794.
Dopo aver compiuto i primi studi nella città natale, nel 1818 si trasferì a Napoli per iscriversi all'Università e studiare matematica con Filippo Maria Guidi. Nel 1819, dietro indicazione dell'astronomo Giuseppe Piazzi, che era a Napoli per presiedere alla conclusione dei lavori di costruzione dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte, Ferdinando I di Borbone lo nominò assistente dell'Osservatorio, con l'obbligo di dimora. Andò, dunque, ad affiancare il nuovo direttore Carlo Brioschi ed Ernesto Capocci, nominato secondo astronomo dell'istituto.
Nonostante la salute cagionevole lo costringesse per tutta la vita ad alternare periodi di intensa attività scientifica ad altrettante pause di riposo, Nobile, attento osservatore e acuto scienziato, prese parte fin dai primi anni a tutte le più importanti attività della specola. Tra il 17 dicembre 1819 e il 31 dicembre 1820, insieme a Brioschi e a Capocci, eseguì le prime misurazioni delle distanze meridiane di 11 stelle e del Sole; il 7 ottobre 1820 osservò e registrò l'eclisse solare anulare occorsa durante quell'anno e nel 1821 prese attivamente parte alle prime ricerche meteorologiche dell'Osservatorio. Nel 1829 si dedicò allo studio di alcuni problemi di fisica e idrometria, in particolare alla misurazione della gravità specifica dei liquidi.
Nel 1832, grazie a un finanziamento offertogli dal governo napoletano, visitò per motivi di studio le più importanti città d'Europa ed entrò in contatto con importanti figure della comunità scientifica dell'epoca, tra cui il matematico francese Jean-Nicolas-Pierre Hachette, il quale gli affidò il compito di recapitare una sua missiva al fisico inglese Michael Faraday (The correspondence of Michael Faraday, II 1832-1840, a cura di F.A.J.L. James, London 1993, p. 65).
Nel 1833, con la morte di Brioschi e la nomina di Capocci alla direzione dell'Osservatorio, fu promosso alla qualifica di secondo astronomo. Nel 1835 sposò la poetessa e letterata partenopea Maria Giuseppina Guacci, conosciuta nel salotto dello storico e politico Carlo Troja. Nel 1841 vinse il pubblico concorso per l'insegnamento di algebra all'Università di Napoli, dove tra gli allievi ebbe anche l'astronomo Ercole Dembowski.
Tra il 1842 e il 1844 rivolse la sua attenzione al problema delle maree in rapporto alla pressione atmosferica, come testimoniato da due differenti memorie presentate alla R. Accademia delle scienze di Napoli. Il 20 settembre 1845 prese parte al VII Congresso degli Scienziati italiani, che si tenne a Napoli per volontà di Ferdinando II e vide la partecipazione di più di 600 tra i maggiori intellettuali dell'epoca.
Animo sensibile e attento alle esigenze di cambiamento della società in cui visse, nel 1848 Nobile riprese a organizzare con la moglie, nella loro casa di Capodimonte, le riunioni 'sabatine' che Guacci era solita tenere nella sua abitazione di via Toledo prima del matrimonio: quei salotti mondani presto si popolarono di intellettuali, accademici e scienziati vicini ad ambienti liberali e animati da risentimento nei confronti delle politiche borboniche. Nello stesso anno, Nobile insieme a Capocci partecipò ai moti che scossero la città partenopea e quando Capocci aderì al documento di protesta che aveva come primo firmatario il politico Stanislao Mancini e attaccava duramente la monarchia per la repressione nelle piazze, fu Nobile a dargli rifugio nella propria casa. Alle proteste e alle richieste di monarchia costituzionale da parte degli intellettuali napoletani, Ferdinando II rispose però con una repressione feroce, seguita da persecuzioni politiche contro tutte le personalità considerate compromesse, tra cui Nobile. Nel 1850, questi fu dimesso dall'impiego presso l'Università, insieme ad altri esponenti liberali del mondo accademico come lo zoologo Oronzio Gabriele Costa, il professore di medicina pratica Salvatore de Tommaso e il direttore dell’Osservatorio meteorologico, Macedonio Melloni. Gli effetti del decreto ebbero conseguenze solo sulla sua attività universitaria e gli fu permesso di mantenere la sua posizione di secondo astronomo, anche se il re vietò che fosse nominato direttore dell'Osservatorio, ruolo che fu assunto da Leopoldo Del Re. A causa delle sue idee politiche, nel 1853 gli fu anche negata la nomina a socio del Reale Istituto di Incoraggiamento di Napoli.
Nel 1859 elaborò un sistema per determinare la differenza di longitudine tra le città di Napoli e Roma, basandosi sull'analisi delle traiettorie dei meteoriti (Sur la détermination de la différence en longitude de Rome et de Naples en moyen d'observations simultanées d'étoiles filantes, in Comptes rendus de l'Academie des sciences, XII [1859], p. 426; Notizia di alcune applicazioni delle stelle cadenti alla determinazione delle differenze di longitudine geografiche, in Astronomische Nachrichten, LI [1859], p. 265; Applicazione delle stelle cadenti alla determinazione della longitudine tra Napoli e S. Giorgio a Cremano, in Atti della R. Accademia delle scienze di Napoli, XXI [1862], p. 45).
Nel 1862 fu reintegrato all'interno dell'Università di Napoli con la nomina a professore emerito presso la cattedra di algebra.
Morì a Napoli il 2 agosto 1863.
Opere: a testimonianza dell'attività scientifica di Nobile restano numerose memorie, per la maggior parte pubblicate nei Rendiconti della R. Accademia delle scienze di Napoli. Le ricerche sulle variazioni delle maree nell'area del Golfo di Napoli furono esposte per la prima volta nell'articolo Su le maree del golfo di Napoli, ibid., I (1842), p. 114; successivamente, le considerazioni su questo argomento furono ampliate e ripubblicate nella memoria Mutamenti del livello del mare per opera della pressione atmosferica e di altre cause diverse, ibid., III (1844), p. 81. Per quanto riguarda la fisica, oltre alla memoria Sul teorema fondamentale dell'induzione elettrostatica, ibid., XV (1856), p. 63, particolare rilevanza riveste Sull'elettroscopio di M. Melloni, ibid., XIII (1854), p. 88, con cui Nobile adempì alla promessa di presentare alla comunità scientifica napoletana lo strumento messo a punto da Melloni per la rilevazione delle cariche elettromagnetiche dei corpi. In materia di astronomia, riservò sempre una particolare attenzione ai corpi celesti comunemente definiti stelle cadenti e a essi dedicò numerose memorie, tra cui: Breve notizia intorno al ritorno periodico di stelle cadenti del 10 agosto 1842, ibid., I (1842), p. 259; Memoria sulle stelle cadenti, ibid., II (1843), p. 119; Investigazioni su le sedi delle stelle cadenti, ibid., V (1846), p. 95. Particolare attenzione nella comunità astronomica internazionale fu suscitata dalla pubblicazione di alcune note sull'osservazione di specifici corpi celesti o fenomeni a essi collegati, in particolare: Sulla cometa di Klinkerfues, ibid., XII (1853), p. 158; Intorno ad alcune singolari apparizioni del pianeta Giove osservate durante la sua occultazione dietro la Luna e prova dell'esistenza di un'atmosfera di quest'ultimo astro, ibid., XV (1856), p. 84. Il nome del N. viene anche citato in Astronomische Nachrichten, XXXIII (1851), p. 202, in occasione di alcune osservazioni sull'eclisse solare del 28 luglio di quell'anno.
Fonti e Bibl.: Napoli, Biblioteca dell'Osservatorio astronomico di Capodimonte, Archivio Storico 1802 - 1948 (vi è conservato l'archivio privato del nipote di Nobile, Vittorio, donato all'Osservatorio dai suoi eredi nel 2009). P. Papa, Giuseppina Guacci Nobile e un suo carteggio inedito, in Rivista Contemporanea, I (1888), 3, pp. 416-443; 5, pp. 228-248; 6, pp. 394-413; F. Contarino, Cenno storico del R. Osservatorio di Capodimonte in Napoli, Torino 1900 (Napoli 1996); E. Fergola, R. Osservatorio astronomico di Napoli, Roma 1913; A. Bemporad, Cenno storico sull’attività dell’Istituto nel primo secolo di vita, Napoli 1929, P. Emanuelli, Bio-bibliografie di astronomi dimenticati, in Memorie della Società astronomia italiana, X (1937), pp. 81-103; C. Nobile Fiore, A., Arminio e Vittorio Nobile, Astronomi all'Osservatorio di Capodimonte, Roma 1974, passim; L'Osservatorio astronomico di Capodimonte, a cura di M. Rigutti, Napoli 1992, pp. 12-14.