MOSTO, Antonio
Patriota, nato a Genova il 12 luglio 1824, morto ivi il 30 giugno 1890. Magnifica figura d'uomo, di patriota, di soldato, prese parte attivissima a tutto il movimento nazionale dal 1847 al 1870. Ardente mazziniano, sempre fedelissimo al maestro, contribuì efficacemente all'opera di lui con la persona e col denaro, e fu dei pochi che mirarono a sopire, non ad acuire, i frequenti dissensi fra Mazzini e Garibaldi. Condannato a morte dal governo sardo per il moto genovese del 1857, fu tuttavia uno degli intermediarî, col gradimento di Vittorio Emanuele II, nelle trattative del 1863-64 fra Mazzini e il re in vista di un accordo fra governo e partito d'azione per la liberazione del Veneto, e si condusse con molto tatto e grande delicatezza.
Nel 1850 fondò in Genova, con altri patrioti, una Società di Tiro a segno, dalla quale uscirono quei meravigliosi Carabinieri genovesi che, condotti da lui, si copersero di gloria nel 1859 in Lombardia; nel 1860, fu con i Mille, a Calatafimi, a Palermo, a Milazzo (a Calatafimi e a Milazzo, dove M. ebbe la medaglia d'oro al valore, i Carabinieri ebbero il 50 per cento di perdite in morti e feriti), al Volturno; nel 1866, con un battaglione di volontarî genovesi comandato da lui, accorse nel Trentino; nel 1867, partecipò alla campagna dell'Agro Romano, nella quale fu gravemente ferito a Monterotondo.
Nel 1861 fu uno dei fondatori dei Comitati di provvedimento per Roma e Venezia, e nel 1862 membro del comitato direttivo del grande fascio delle Associazioni liberali democratiche e cassiere dell'Associazione Emancipatrice Italiana.
Dopo la liberazione di Roma tornò al lavoro tradizionale della sua famiglia, il commercio, avendo sacrificato tutto il suo patrimonio per la causa nazionale.
Bibl.: G.C. Abba, Da Quarto al Volturno, Bologna 1899; F. Sclavo, L'origine dei Carab. genov., in Riv. ligure, maggio-giugno 1916; Giacinto (e Giunio) Bruzzesi, O Roma o morte. Da Quarto ad Aspromonte, Milano 1907.