MORROCCHESI, Antonio
Attore, nato a San Casciano in Val di Pesa il 15 maggio 1768, morto a Firenze il 26 novembre 1838. Mandato a Firenze per studiare belle arti, si lasciò prendere dagli entusiasmi, allora vivissimi, dei dilettanti drammatici, facendosi un bel nome; e per provarsi fra gli attori di professione allestì a proprie spese l'Amleto di Shakespeare nella riduzione del Ducis, riportando pieno successo. Si scritturò allora nella compagnia Paganini-Pianca come secondo amoroso; e, per la sua bella figura, per il puro accento toscano e la notevole intelligenza, piacque specialmente nel repertorio passionale.
A Trento, dove ebbe l'amicizia di C. Vannetti, scrisse il suo primo lavoro, La presa di Belgrado. Fu poi in altre compagnie, spesso come capocomico e pregiato direttore artistico. Tornato a Firenze, si fece interprete delle tragedie alfieriane, specie di Oreste, Virginia, Saul ecc., lodato dallo stesso Alfieri. Altra sua ammirata interpretazione fu quella della Semiramide del Voltaire. Nemico della dizione volgare e vicina al parlare comune, fu attore ponderato, commentatore della frase, analizzatore della parola; ma il suo classico studio del colorito e della forma non gl'impediva il più intero abbandono alla passione, sino al punto, si disse, di perdere il controllo di sé stesso: come quando, in una recita del Saul, gettandosi sulla propria spada, si ferì. Nominato insegnante d'arte scenica all'Accademia di belle arti in Firenze, pubblicò le sue Lezioni d'arte drammatica (Firenze 1832). Come autore, le sue Ferriere di Maremma si recitarono lungamente, ridotte anche per Stenterello; qualche interesse per la letteratura napoleonica può avere La battaglia d'Austerliz. Pubblicò le sue Opere teatrali (Firenze 1822, voll. 4) e lasciò voluminose Memorie ancora oggi inedite.
Bibl.: Jarro (G. Piccini), Vittorio Alfieri a Firenze, Firenze 1896; A. Manzi, C. Vannetti tra i comici, in Nuova Antologia, 16 febbraio 1931.