MIGLIORATI, Antonio (Antonio da Amandola)
– Figlio, secondo la tradizione agiografica, di Simpliciano e di Giovanna da Comunanza, nacque il 17 genn. 1355 sul colle S. Giovanni, alle falde del monte Berro, nel territorio del Comune di Amandola, diocesi di Fermo, in località identificata dalla pietà popolare come «cuna del beato».
Trascorse la prima giovinezza all’ombra del cenobio benedettino dei Ss. Vincenzo e Anastasio, insediamento monastico che polarizzava le attività economiche e le attese religiose di quelle contrade montane.
Attratto dalla fama della santità e dei miracoli di Nicola da Tolentino, il M., intorno al 1375, entrò nell’Ordine dei frati eremiti di S. Agostino, presenti in Amandola almeno dal 1301 presso un hospitium esterno alla cinta muraria, sul colle Marabbione. Intorno al 1380 fu ordinato sacerdote. Verso i trent’anni fu trasferito nel convento agostiniano di Tolentino, dove ricoprì per dodici anni l’ufficio di sacrista; secondo la tradizione agiografica si distinse, sul modello del taumaturgo Nicola lì venerato, per l’umiltà, la vita di penitenza e le veglie notturne in chiesa, non di rado segnate da presenze demoniache. Intorno al 1397 fu inviato dai superiori nelle Puglie, forse a Bari, e ai primi del 1400 era di ritorno nel convento di S. Agostino in Amandola. Priore dal 1422 agli anni Quaranta del secolo, avviò una radicale ricostruzione degli ambienti conventuali e della chiesa, ultimata nel 1468. Quasi ottuagenario, gli agiografi lo vogliono pellegrino a Loreto nel 1432.
La presenza del M. ad Amandola nell’ultima fase della sua vita è testimoniata da alcuni atti notarili. I rogiti di ser Vanno di Angelo Clarelli attestano, al 25 genn. 1401, una pia donna che lascia una casa in usufrutto a sua sorella e in proprietà al convento di S. Agostino, facendo esecutore testamentario «fr. Antonium Megliorati» (Ferranti, p. 485). Dagli atti di ser Antonio Viziati del 3 febbr. 1422 risulta che la stessa casa viene alienata dai beni conventuali da «fra Antonius ut prior» (ibid.). Dagli atti di ser Antonello Gallo, si apprende che, il 20 ag. 1431, «fr. Antonius Prior loci S. Agostini de Amandula» (ibid.) riceve 80 scudi da ser Antonio Baronibus, mentre in data 28 genn. 1434 il M., nella sua veste di priore, rilascia quietanza a Benvenuto Farina per 18 fiorini lasciati dalla moglie Crescenza. Il 5 genn. 1437, infine, Thomasa figlia di Luca nomina il M. suo erede. Ancora nel 1442, il de Baronibus roga la vendita di alcune terre del convento degli agostiniani «cum praesentia fratris Antonii Meliorati» (ibid.).
Il M. morì nel convento di Amandola il 25 genn. 1450.
Nel 1453 il corpo fu traslato dal sepolcro comune dei religiosi in un’arca di legno posta in una cappella dedicata al M. con il titolo di beato, conferito spontaneamente dai devoti e utilizzato, insieme con quello di defensor populi, anche in alcune delibere prodotte nel decennio successivo dal Consiglio del Comune di Amandola, fino a essere formalmente ratificato nel nuovo statuto comunale del 1470.
L’11 luglio 1759 Clemente XIII ascrisse il M. nel novero dei beati, riconoscendone il culto prestato ab immemorabili. L’Ordine degli agostiniani ne celebra la festa il 28 gennaio.
La prima biografia del M., composta in latino nel 1495, è dell’amandolese Donato Smeraldi, dottore in legge e conte palatino, presso la cui famiglia era in custodia la chiave delle reliquie del beato. Giovambattista Picucci fece, poi, stampare in Amandola con il titolo Vita del beato Antonio di Amandola in lingua italiana, nel 1550, un compendio della vita dello Smeraldi. Di entrambe le agiografie, allo stato attuale della ricerca, non è stato reperito alcun esemplare. Finalmente, nel 1654 fu stampata, a spese pubbliche secondo una risoluzione consiliare del Comune di Amandola del 1651, la vita in latino elaborata da Giuseppe Palmieri, maestro di retorica, opera unica di riferimento per la conoscenza della biografia e del culto prestato al beato, con un secolo di anticipo sul questionario informativo formulato nell’ambito del processo per il riconoscimento del culto ab immemorabili.
Fonti e Bibl.: Archivio segr. Vaticano, Congregazione dei Riti, Processus (pro beatificatione et canonizatione Servorum Dei), Antonii de Amandula, in saec. Migliorati …; Amandola, Arch. del Convento di S. Agostino, Atti processuali riguardanti il riconoscimento del culto ab immemorabili reso al beato A. M. sacerdote agostiniano (Amandola-Fermo, 1756); G. Palmieri, Beatus Antonius ab Amandula. De beati ipsius Amandulensis vita, moribus et miraculis opus in duas partes divisum, Maceratae 1654; Id., Del beato A. d’Amandola, felice germe della Religione eremitana di S. Agostino; discorsi historiali, Macerata 1657; Firmana beatificationis et canonizationis venerabilis servi Dei Antonii de Amandula summarium, Romae 1758; G. Panfilo, Chronica Ordinis fratrum eremitarum S. Augustini, Romae 1581, c. 73v [anno 1419]; L. Torelli, Secoli agostiniani, VI, Bologna 1680, pp. 792-797; Id., Ristretto degli uomini illustri dell’Ordine agostiniano, cent. 3, cap. 57; G. Navarra, Vita del b. A. da Amandola, Padova 1746; F. Giorgi, Vita del b. A. d’Amandola dell’Ordine romitano di S. Agostino, San Severino Marche 1872; P. Ferranti, Memorie storiche della città di Amandola, II, Ascoli Piceno 1891, pp. 483-489; Traslazione della salma del b. A. dal vecchio al nuovo sarcofago, Amandola 1897; G. Concetti, Vita del b. A. di Amandola, Tolentino 1899; G. Castelli, L’istruzione nella provincia di Ascoli Piceno dai tempi più antichi ai giorni nostri, Ascoli Piceno 1899, p. 476; R. Damen, Ricordo della consacrazione della chiesa di S. Agostino di Amandola, santuario del b. A. M.: Amandola, 6 sett. 1908, Amandola 1908; N. Concetti, Vita e miracoli del b. A. d’Amandola dell’Ordine romitano di S. Agostino, Amandola 1911; A. Terribili, Marchigiani: santi, martiri, papi, Roma 1935, p. 101; Id., Amandola nei suoi sette secoli di storia e di vita cittadina: 1249-1949, Roma 1949, p. 198; F. Cruciani, Il b. A. da Amandola, Genova 1975; G. Crocetti, Conventi agostiniani nell’antica diocesi di Fermo, Fermo 1987; D. Gutierrez, Storia dell’Ordine di S. Agostino, I, 2, Roma 1987, p. 204; T. De Herrera, Alphabetum Augustinianum, a cura di F. Rojo Martínez, I, Roma 1990, p. II; R. Cicconi, Gli insediamenti agostiniani nelle Marche e le relazioni del 1650, in Arte e spiritualità negli Ordini mendicanti, Tolentino 1994, p. 93; Le origini della fondazione agostiniana ed il suo vitale apporto alla crescita spirituale e culturale di Amandola, a cura di T. Marozzi, Tolentino 1997, pp. 43-45, 65-67; M. Mattei, La profanazione del corpo del b. A. d’Amandola compiuta dai soldati francesi nel 1798, in Analecta Augustiniana, LXI (1998), pp. 43-72; A.M. Giacomini, B. A. da Amandola (1355-1450), in Il fascino di Dio, a cura di F. Rojo Martinez, Roma 2000, pp. 103 s.; P. Piatti, Alter Nicolaus. Il dossier agiografico di A. da Amandola: un culto tra patronato locale e santità monastica, in Omnia religione moventur. Culti, carismi ed istituzioni ecclesiastiche. Studi in onore di C.D. Fonseca, a cura di P. Piatti - R. Tortorelli, Galatina 2006, pp. 201-227; G.M. Claudi - L. Catri, Dizionario storico biografico dei marchigiani, I, Ancona 1992, pp. 51 s.; Dict. d’hist. et de géogr. ecclésiastiques, III, col. 752; Bibliotheca sanctorum, II, coll. 137 s.
P. Piatti