MATTIUZZI, Antonio
MATTIUZZI (Collalto, Matteucci, Collalto Matteucci, Mattiucy Collalto), Antonio. – Nacque a Vicenza l’8 nov. 1717. Non sono noti i nomi dei genitori.
Sul nome di famiglia regna una notevole incertezza. Carlo Goldoni nei Mémoires lo nomina, già all’inizio della sua carriera, «Antoine Mattiuzzi, dit Collalto» (II, 7), poi nel resto dell’opera e altrove semplicemente Collalto, e così lo ricordano i contemporanei F.S. Bartoli, P. Verri, A. d’Origny. Come «Antonio Mattiucy Collalto» figura nell’atto di morte, sottoscritto tuttavia dal fratello Innocente Collalto (Rasi, p. 673). Campardon registra la forma Mattiucci e Collalto come soprannome; mentre secondo Ademollo (p. 69) il nome di famiglia sarebbe Collalto, e Matteucci deriverebbe da un secondo nome di battesimo, Mattias, divenuto nel periodo francese Mattiucy e diffusosi poi nelle varie forme italianizzate.
Sempre secondo i Mémoires di Goldoni, prima di calcare il palcoscenico il M. fece parte di una compagnia di dragoni al servizio della Serenissima. La sua fortuna di attore iniziò nella stagione 1750-51, quando entrò a far parte della troupe diretta da Girolamo Medebach, capocomico del teatro di S. Angelo a Venezia, il quale aveva come drammaturgo Goldoni. Subentrò a Cesare Arbes nella maschera di Pantalone ed esordì il 5 ott. 1750 nel Teatro comico. In seguito interpretò vari personaggi: fu «mercante non molto ricco» ne La figlia obbediente; un uomo di mondo ne Le donne curiose; ricoprì un ruolo di pacificatore ne La serva amorosa e ne I puntigli domestici; fu padre preoccupato ne Il contrattempo; infine Gugliemo nell’Avventuriero onorato.
Attore abile nel canto e capace di recitare con la maschera ma anche senza, era dotato di particolare duttilità artistica. La padronanza delle tecniche recitative ne faceva un interprete in grado, entrando e uscendo dalla fissità della maschera tradizionalmente comica di Pantalone, di travalicare all’occorrenza il sistema recitativo della Commedia dell’arte e di soddisfare le istanze del teatro riformato in fase di attuazione. In Goldoni il M. ebbe il drammaturgo che seppe valorizzare in pieno le sue caratteristiche artistiche e la sua capacità nel recitare più ruoli.
Per le abilità artistiche del M., Goldoni compose I due Pantaloni, commedia definita «strepitosa» dallo stesso autore, perché ritagliata come un abito sul trasformismo attorico del Mattiuzzi.
Nel testo, andato in scena nel 1753, un padre assennato (il vecchio Pantalone) e un figlio (Pantaloncino) non si incontrano mai, permettendo all’attore di interpretarli entrambi, Pantalone con la maschera, l’altro a viso scoperto, cosa che consentiva al M. di mettere in mostra le sue eccezionali capacità tecnico-recitative. Nel doppio ruolo sono a confronto il vecchio veneziano della Commedia dell’arte e un nuovo innamorato, che riflette anche i caratteri propri dei servi astuti della tradizione dell’Arte.
Quando Goldoni passò al teatro di S. Luca il M. rimase nella compagnia del S. Angelo, che nel 1753 scritturò come commediografo il rivale di Goldoni, l’abate Pietro Chiari. Del M. Chiari dà un ritratto lusinghiero ne La commediante in fortuna (pp. 123 s.). Nel 1759 il M. passò alla Comédie-Italienne a Parigi, dove sostituì Carlo Antonio Veronese, altro celebre Pantalone. Esordì il 20 sett. 1759 negli événements de la chasse, commedia di Antonio Sticotti e di Antoine-Jacques Labbet de Morambert; l’8 ottobre recitò con successo in un suo scenario Le vieillard rajeuni (o Pantalon rajeuni). Il 26 febbr. 1760 fu accolto come socio della Comédie-Italienne a tre quarti di parte, l’11 marzo 1765 a parte intera. Nell’aprile 1766 fu inviato in Italia per cercare due attrici in sostituzione di Anna Piccinelli-Vézian e di Elena Savi, e scritturò Rosa Brunelli e sua figlia Antonia Zanarini-Bianchi (figlia di Giuseppe Zanarini).
A Parigi il M. «molto guadagnò e molto spese, perché gli piacque di trattarsi alla grande» (Bartoli, p. 174). Divenne il principale autore della Comédie-Italienne: scrisse commedie, riprese vecchi scenari e ne compose di nuovi per un totale di diciassette titoli. Il 31 dic. 1773, dinanzi al re Luigi XV a Versailles, insieme con Carlo Bertinazzi (Arlecchino) recitò il canovaccio in quattro atti, da lui composto, I tre gemelli veneziani, pubblicato a Parigi l’anno dopo come commedia distesa nella traduzione di P.-A. Lefèvre de Marcouville (Les trois jumeaux vénitiens, poi ibid. 1777, 1778; Parigi-Avignone 1792; in Fin du répertoire du théâtre français, XVII, Paris 1824; in olandese: Utrecht 1799).
Il precedente è I due gemelli veneziani di Goldoni, di cui il M. riformò la trama e nel quale aggiunse un terzo protagonista, riscuotendo l’apprezzamento dello stesso Goldoni, che elogia l’opera nei Mémoires (III, 3). Il M. riuscì a emergere nella parte senza maschera, nella quale dette prova del suo virtuosismo. La trama prevedeva tre gemelli, «il primo armigero, il secondo sciocco, ed il terzo accorto» (Bartoli, p. 174). In scena il M. mutava soltanto la parrucca, indossandone, a seconda del personaggio, «una nera, una bigia (e queste rotonde) e l’altra alla francese colla borsa appiccata» (ibid.). Rispetto al modello goldoniano, inoltre, il M. seppe dare uno spazio più ampio anche all’Arlecchino-Bertinazzi, il quale si trovava a esibirsi come servitore addirittura di tre padroni. Il M. girò con la pièce in tutta la provincia parigina, recitandola in francese e riscuotendo ovunque un largo consenso di pubblico.
Il M. morì a Parigi il 5 luglio 1778, F.M. Grimm compose l’orazione funebre.
Intorno al 1754 il M. aveva sposato a Venezia Lucia Rosalia Cinigoto, da cui il 18 sett. 1755 ebbe Caterina Maria Antonia. Nel 1759 Caterina seguì il M. a Parigi, dove l’11 apr. 1774 sposò Félix Gaillard, dal 1773 attore della Comédie-Italienne, e il 26 aprile esordì come amorosa nella parte di Angelica nel Pantalon rajeuni. Nel 1775 fu accolta come socia nella Comédie-Italienne e vi rimase fino allo scioglimento, nel 1780.
Fonti e Bibl.: P. Chiari et al., Della vera poesia teatrale. Epistole poetiche di alcuni letterati modanesi…, Modena [1754], p. 8; P. Chiari, La commediante in fortuna…, Venezia 1755, pp. 123 s.; P. Verri, La vera commedia al chiarissimo signor avvocato Carlo Goldoni…, Venezia 1755, p. 216; C. Goldoni, Mémoires…, Paris 1787, parte II, capp. VII, XIV; parte III, cap. III; F.M. Grimm, Correspondance littéraire, Paris 1877-82, VIII, p. 283; X, p. 99; É. Campardon, Les comédiens du roi de la troupe italienne, Paris 1880, p. 118; A. Graziani, Un documento inedito sull’attore goldoniano Antonio Collalto, in Giorn. stor. della letteratura italiana, CII (1933), pp.224-229; C. Goldoni, I due Pantaloni, a cura di F. Vazzoler, Venezia 2001, pp. 75-179, 215-217; F.S. Bartoli, Notizie istoriche de’ comici italiani che fiorirono intorno all’anno 1550 fino ai giorni presenti, I, Padova 1782, pp. 173-175; A. Ademollo, Una famiglia di comici italiani nel secolo decimottavo, Firenze 1885, pp. 69-73; L. Rasi, I comici italiani. Biografia, bibliografia, iconografia, II, Firenze 1895, pp. 673-675; A. Gentile, Carlo Goldoni e gli attori, Trieste 1951, pp. 37-39; C. Morinello, Collalto-Mattiuzzi, Antonio Cristoforo, in Enc. dello spettacolo, III, Roma 1975, coll. 1073 s.; R. Cuppone, I Pantaloni di Goldoni. L’autore, gli attori, la figura del vecchio, in Biblioteca teatrale, 1992, n. 28, pp. 72-76; F. Vazzoler, Dramaturgie de l’auteur, dramaturgie des acteurs: le problème fondamental dans le théâtre de Goldoni, in Goldoni. La scène, le livre, l’image. Actes du Colloque… 1993, a cura di P. Laroche, Paris 1994, pp. 65-68; E. Sala Di Felice, Goldoni e gli attori: una relazione di imprescindibile reciprocità in Quaderns d’Italia, II (1997), pp.61-66; F. Vazzoler, Scene di teatro. La professione dell’attore nel teatro goldoniano, in La rassegna della letteratura italiana, s. 9, II (2007), p. 124.