TRAVERSI, Antonio Maria
– Nacque a Venezia il 21 febbraio 1765, quartogenito di Francesco e di Veneranda Mainon.
La famiglia era di estrazione modesta, il padre era fenestrer, un falegname di infissi e finestre, la madre casalinga; dei loro cinque figli, due morirono prima dei tre anni di vita, e solo uno, Giovanni, continuò il mestiere del padre.
Fu probabilmente la precoce predisposizione agli studi, non comune in un giovane della sua condizione, a volgere Antonio Maria alla vita ecclesiastica, iniziata con la prima tonsura l’11 aprile 1779 e conclusa con l’ordinazione sacerdotale il 22 dicembre 1787, dopo che, nel settembre precedente, si era laureato in teologia. Negli anni successivi Traversi continuò gli studi, approfondendo le scienze matematiche e filosofiche, tanto che nel 1796 il Senato veneto gli assegnò la cattedra di logica e matematica in una delle scuole dei chierici previste al di fuori del seminario, quella di S. Marco. Scomparse queste istituzioni con la caduta della Repubblica, nel 1797 Traversi si volse all’insegnamento privato, istituendo un collegio nei locali della sua abitazione e dell’officina del padre, da poco defunto. Il collegio Traversi ebbe subito buona fama e iscrizioni, tanto che nel 1801 poteva contare su quattordici studenti, in parte nobili, che ricevevano lezioni di grammatica, retorica, filosofia, religione e fisica, impartite da due docenti, caso unico nella realtà delle scuole private veneziane. L’insegnamento della fisica, in particolare, si avvaleva di un gabinetto con strumenti non comuni e una collezione di mineralogia.
Dopo il primo governo austriaco (1798-1806), Venezia, con il Veneto e il Friuli, inglobati nel Regno d’Italia, furono coinvolti nelle riforme napoleoniche. Tra queste vi fu anche quella scolastica: quando il viceré Eugenio de Beauharnais emanò il 14 marzo 1807 il decreto che istituiva i nuovi licei, fu quasi naturale che Traversi fosse messo a capo di quello veneziano, nominato provveditore sulla scorta dei positivi riscontri della sua attività didattica. Identificata la sede del liceo-convitto nel soppresso monastero delle suore di S. Caterina, Traversi dedicò la sua iniziale attività ai restauri dell’edificio, per dotarlo di camerate per oltre un centinaio di allievi, reperendo mobili, arredi e preziosi volumi soprattutto nei cessati conventi dei Ss. Giovanni e Paolo e di S. Michele e S. Giorgio, selezione svolta personalmente con l’unico aiuto dell’amico monaco camaldolese Mauro Cappellari, che in seguito salì al soglio pontificio come Gregorio XVI.
Inaugurato il liceo il 15 dicembre 1807 e arredata anche l’annessa chiesa di S. Caterina, il provveditore decise di donare le sue raccolte di strumenti fisici e di mineralogia. Traversi iniziò la sua attività mostrando non comuni doti scientifiche, pubblicando a partire dal 1806 varie edizioni delle Lezioni di fisica moderna teorico-esperimentale (Venezia, Curti), ma soprattutto organizzative nei confronti di studenti, genitori e anche delle autorità superiori, pubbliche ed ecclesiastiche, dalle quali riuscì sempre a ottenere quanto richiesto, come nel caso dell’orto botanico a San Giobbe (1812), il secondo in Veneto dopo quello universitario di Padova. Il suo peso, didattico e politico, nella prefettura dell’Adriatico fu tangibile al punto da esser nominato nel primo consiglio del nuovo Comune di Venezia e tra i quaranta consiglieri del dipartimento dell’Adriatico (1807). Membro di varie accademie, come socio dei Filareti e della Società veneta di medicina, Traversi fu tra i fondatori dell’Ateneo veneto, in virtù del decreto napoleonico del 25 dicembre 1810 che accorpava tutte le vecchie accademie in un unico ateneo cittadino, dove fu socio attivo anche con Osservazioni metereologiche [...] Esercitazioni scientifiche e letterarie dell’Ateneo di Venezia (II, 1827, p. 391). Gli austriaci, rientrati a Venezia nel 1814, non solo confermarono Antonio Maria alla guida del liceo, ma gli chiesero anche di stendere un nuovo Regolamento pei Licei-Convitti di Venezia e Verona, a conferma della stima generale di cui Traversi continuò a godere con diversi governanti, ma anche con differenti patriarchi, da Francesco Maria Milesi a Giovanni Ladislao Pyrker, a Jacopo Monico, che lo rinsaldò alla direzione della congregazione diocesana e lo nominò canonico della basilica di S. Marco.
Vi era, in questa serie di nomine, il pubblico riconoscimento per aver creato nel liceo S. Caterina una scuola che, pur mantenendo l’impostazione classica, aveva notevolmente ampliato il peso delle discipline scientifiche attraverso il gabinetto di fisica, il laboratorio di scienze naturali, l’orto botanico e la stessa biblioteca di oltre quindicimila volumi, molti dei quali di interesse scientifico. Elementi che, non nella loro interezza, sono rimasti nell’attuale liceo classico europeo Marco Foscarini, così rinominato nel 1867, dopo l’unificazione di Venezia all’Italia, in omaggio al doge letterato settecentesco (1695-1763). Attorno al liceo di S. Caterina si catalizzarono attenzioni trasversali, con studenti provenienti sia dalle famiglie dell’antica aristocrazia quanto della borghesia in ascesa, da esponenti della comunità ebraica o di quella più progressista, come testimonia la presenza in quegli anni del futuro storico Samuele Romanin o di uno dei due fratelli Bandiera, Attilio. E per un docente, insegnarvi era, nel cursus honorum di allora, di rango inferiore solo a un incarico all’Università di Padova.
Traversi giunse all’apice della sua popolarità con l’elezione a papa (1831) di Gregorio XVI, l’antico amico camaldolese Cappellari, che il 2 giugno 1832 lo volle ricevere con gli onori degni di un cardinale, nominandolo protonotario apostolico e suo prelato domestico. Ma amare sorprese attendevano al rientro l’abate Traversi, che il 4 agosto 1832 venne sollevato dal doppio incarico di provveditore del collegio-convitto e direttore dello studio filosofico, a favore dell’abate vicentino Luigi Dalla Vecchia.
Al di là della motivazione ufficiale («l’avanzata sua età») della comunicazione e di voci maligne alimentate da una satira, circolata anonima, e che nei mesi precedenti (giugno del 1830) aveva dileggiato il corpo docente del liceo, ma soprattutto lui, descritto come «sacerdote or di Bacco, un dì d’Amore» (Archivio di Stato di Venezia, II Dom.aust., Pres. Gov., b. 735), Traversi venne destituito per la debolezza manifestata nel non aver represso un certo clima goliardico, sinonimo agli occhi della polizia austriaca di possibili sedizioni e di opposizione.
Nei mesi successivi, l’ex provveditore continuò a dirigere il laboratorio di fisica, ricevendo anche un premio, o forse la giubilazione definitiva, da parte dell’imperatore Francesco I, che gli inviò una collana d’oro e la medaglia al merito civile. Si aprirono a quel punto le porte della Sede apostolica: in occasione della nomina a cardinale del patriarca Monico (1833) e della sua consacrazione (1834), Traversi venne nominato legato apostolico, restando alcuni giorni a Roma. Completato quest’incarico, nel 1835, si trasferì definitivamente nell’Urbe, dove, godendo dell’amicizia del papa, ricevette numerosi incarichi e prebende.
Fu nominato infatti canonico della basilica di S. Maria Maggiore, prefetto della commissione dei Sussidi, consultore dell’Inquisizione, vescovo di Nazianzo (1836) e poi patriarca di Costantinopoli (1839), ma soprattutto assistente al soglio pontificio, oltre a una serie impressionante di incarichi nel controllo dell’educazione e della formazione teologica, ma anche nell’assistenza alla popolazione più indigente, a favore della quale non si lesinò nei casi di epidemia, come il colera e il vaiolo, l’ultima delle quali gli fu fatale.
Morì a Roma, nella sua residenza di palazzo Passarini, il 23 settembre 1842, durante una violenta epidemia di vaiolo. Gregorio XVI dedicò all’amico una solenne cerimonia nella basilica di S. Maria Maggiore, dov’è sepolto.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, II Dom.aust., Pres. Gov., b. 735, Istr.pubb.1831, prot. 4166, 6 settembre1832 (sull’avvicendamento, all. la satira goliardica, prot. 2602); G. Bellomo, Orazione funebre recitata nella chiesa di Santa Caterina il dì 1. dicembre 1842 per le solenni esequie di mons. Antonio Traversi patriarca di Costantinopoli, Venezia 1842; L. Dalla Vecchia, Nella inaugurazione del busto di mons. patriarca di Costantinopoli A.M. T., 3 settembre 1844, Venezia 1844; L. Mezzaroba, A.M. T. Fondatore del Liceo Santa Caterina, in 1807-2007. I 200 anni del Foscarini fra storia, scienza e cultura classica, a cura di L. Mezzaroba, Venezia 2007, pp. 41-59, cui si rimanda per più opportuni approfondimenti (in partic. per le fonti tratte dall’archivio del liceo Marco Foscarini). G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia 1840-1861: per la carriera ecclesiastica di Traversi cfr. XVIII, pp. 106 s., XXVIII, pp. 59 s., LXXVII, p. 67, XCI, pp. 115 s. e passim; Le visite pastorali di Jacopo Monico nella diocesi di Venezia (1829-1845), a cura di B. Bertoli - S. Tramontin, Roma 1976, pp. CLXXXI-CLXXXV; sulla situazione delle scuole all’inizio dell’Ottocento: M. Gottardi, L’Austria a Venezia. Società e istituzioni nella prima dominazione austriaca 1798-1806, Milano 1993, pp. 280-287; sulla storia del liceo: M. Isnenghi, Un liceo veneziano. Dal ‘Santa Caterina’ al ‘Marco Foscarini’, in Storia d’Italia. Le Regioni dall’Unità a oggi. Il Veneto, a cura di S. Lanaro, Torino 1984, pp. 233-263; sulla nascita dell’Ateneo veneto: M. Gottardi, L’Ateneo e la città. Intersezioni, in Ateneo veneto 1812-2012. Un’istituzione per la città, a cura di M. Gottardi - M. Niero - C. Tonini, Venezia 2012, pp. 3-10.