BEDUZZI (Beducci), Antonio Maria Nicolao
Nacque a Bologna, in data a noi ignota, ma da ricondurre, con tutta probabilità, alla seconda metà del sec. XVII se, come attestano le fonti, il B. ebbe modo, prima di recarsi in Austria, di usufruire dell'insegnamento di G.G. Dal Sole (1654-1719).
Non restano tracce di una sua attività artistica in patria; sappiamo tuttavia che il suotalento non, dovette essere úiisconosciuto se fu incluso fra i membri dell'Accademia Clementina. Nel 1703 dipinse il soffitto nella sacrestia nuova (o d'estate) dell'abbazia di Melk per la quale disegnò poi l'altar maggiore e gli altari laterali (ordinati nel 1726 a Salisburgo). Il 3 maggio 1707 sposò a Vienna Desideria Johanna Zianìn. A Vienna, otttnne, dal 1° gennaio 1708, la carica di secondo ingegnere teatrale al servizio dell'imperatore, ma il fatto che egli chiedesse di essere pagato dall'aprile 1707 ci fa ritenere che subentrasse nell'ufficio alla morte di L. O. Burnacini col quale già collaborava. Già prima di quella data, però, la corte asburgica si era servita della sua opera in occasione degli apparati funebri di Leopoldo 1 (1705). Il "castrum doloris" che il B. eseguì in quella circostanza, presso la confraternita spagnola di San Michele (inciso da J. A. Pfeffel. e C. Engelbrecht), mostra fino a che punto egli avesse assimilato l'amore, radicatissimo in quell'ambiente culturale, per una scenografia spettacolare e fastosa, complicata e ricchissima. Pochi anni più tardi (1711), in una contingenza analoga, curò l'allestimento del "castrum, doloris" di Giuseppe I ed anche questa volta, rispondendo pienamente l'invenzione al gusto locale, l'immenso catafalco servì di pretesto all'incisione effettuata da un altro austriaco, B. Kenckel.
Tra il 1708 e il 1710 lavorò ripetutamente presso il teatro della corte di Vienna: a lui si debbono le scene per il Mario fuggitivo di G. B. Bononcini e per la Chilonida di M. A. Ziani.
L'opera dei B. più impegnativa e lodata resta la virtuosistica decorazione ad affresco nel salone del Landhaus a Vie (completata nel 1710), esaltante, don una complicata simbologia, l'Austria imperante, opera che divenne lezione insostituibile e punto di riferimento obbligato per molti decoratori tedeschi, J. Michael Rottmayr innanzi tutti. Questa prova pittorica del B. non va considerata come episodio isolato, ma è piuttosto da ricollegarsi ad una nutrita serie di esperienze analoghe, da padre Pozzo al veneziano Bellucci al bolognese Chiarini, testimonianze tutte di un interesse autentico per certa pittura decorativa italiana contemporanea, che facilmente poté innestarsi nel filone più nordico, per affinità di ricerche e per via di comuni premesse prospettiche.
Il B. morì a Vienna nel 1735.
Bibl.: P.Zani, Encicl. metodica... delle belle arti, I, 3, Parma 1820, p. 158; A.Ilg, A. B., in Berichte und Mitteil. des Altertums Vereins zu Wien, XXX (1844), pp. 67-77; Sommerversammlung in Melk, in Monatsblatt des Vereins für Landeskunde von NiederUsterreich, V (1906), p. 89; H. Tintelnot, Die barocke Frescomalerei in Deutschland, München 1951, pp. 74, 80; J. Meyer, Allgemeines Künstler-Lexikon, III, p. 277; U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 161; Encicl. d. spettacolo, II, col.132.