MATANI, Antonio Maria
– Nacque a Pistoia il 27 luglio 1730. Quasi nulla conosciamo della famiglia. Dopo una prima formazione in lettere e filosofia nel seminario pistoiese – dove tenne anche, provvisoriamente, l’insegnamento di geometria – passò all’Università di Pisa, dove fu allievo dei galileiani D. Gotti (anatomia) e D. Brogiani (medicina teorica), di G. Taddei e C.T. Verzani, fino a laurearsi il 31 maggio 1754 in arti e medicina con R. Buonaparte.
Fondamentale per la sua formazione fu la pratica per il conseguimento della matricola nell’ospedale fiorentino di S. Maria Nuova, a contatto dell’insigne maestro A. Cocchi, dove il M. costruì il proprio profilo di medico «nuovo», pratico, attento osservatore delle malattie, meticoloso anatomista. Suo primo contributo scientifico originale furono le De aneurysmaticis praecordiorum morbis atque praecipuis eorum causis animadversiones physico-medica disquisitione pertractatae (Florentiae 1756), con in epigrafe il motto di Fedro «Nihil agere quod non prosit». L’opera, un contributo personale all’anatomia patologica nell’ambito della nuova medicina fisico-pratica che univa studio, ragione e sperimentazione sotto il nume tutelare di Ippocrate, raccolse i migliori frutti delle ricerche e osservazioni scaturite dalle attente dissezioni autoptiche di A. Vesalio, M. Malpighi, G.M. Lancisi, G.B. Morgagni, Cocchi e A. Knips Macoppe. La fortuna delle Animadversiones è attestata da una seconda edizione accresciuta (Livorno 1761), da una ristampa e da una traduzione tedesca (Wahrnehmungen von Pulsadergeschwulsten der Herzgegend, Frankfurt a.M.-Leipzig 1766) «iuxta exemplar Liburninum», dall’inclusione in un’antologia curata da T. Lauth, Scriptorum Latinorum de aneurysmatibus collectio (Argentorati 1785) e da una traduzione italiana annotata, edita da A. Funaioli (Considerazioni fisico-mediche su i mali aneurismatici precordiali, Pistoia 1832).
A partire dal 1757 il M. fu medico nell’ospedale del Ceppo di Pistoia, dove per due anni (1765-66) insegnò fisiologia e patologia medica e chirurgica, per passare poi nel 1766 alla cattedra di anatomia teorica, che tuttavia occupò ufficialmente solo dal 1772, alla morte del maestro A.D. Vivarelli. Alla carriera nella scuola medico-chirurgica pistoiese, il M. ne affiancò una nell’ateneo pisano: questa, secondo tradizione, aveva preso l’avvio con l’incarico di lettore di logica (dal 1756 al 1758), come successore di A. Gatti. Di tale esperienza restano il discorso inaugurale, che incitò gli allievi allo studio della logica e alla filologia come discipline propedeutiche a ogni scienza (Oratio de rationali philosophia eiusque praestantia, Pisis 1757); nonché un manoscritto contenente lezioni pisane, ma di incerta collocazione (Institutiones philosophiae rationalis et artis criticae Praelectiones ex Philosophia rationali et arte critica desumptae et in Pisano Lyceo habitae: per cui cfr. Storia dell’Università di Pisa, II, parte 2ª, p. 603 n.).
Un omaggio agli studi filosofici della città natia è la De philosophicis Pistoriensium studiis dissertatio (Augusta [ma Pistoia] 1764), dedicata al nobile inglese J. Strange, che ha in calce un’utile bibliografia degli studiosi pistoiesi e un elenco delle opere edite e inedite del Matani.
Dal 1758 fu professore straordinario di medicina teorica, con l’obbligo di spiegare le istituzioni mediche, divenendo ordinario nel suo ultimo anno accademico (1778-79). Questa lunga e brillante carriera fu costellata da pubblicazioni di carattere medico e scientifico, quali una nuova traduzione in latino dei Capita opticorum di Eliodoro di Larissa (Pistoia 1758), con dedica all’amico e professore di medicina G.A. Pantaleoni, che aggiornava la classica versione cinquecentesca di E. Danti, l’edizione degli Opuscula physico-medica selectiora methodo matematica exposita di L. Bellini (Pisis 1759) e, soprattutto, le De osseis tumoribus observationes (Pistorii 1760), chiaro omaggio al grande A. von Haller, cui l’opera era dedicata.
Essa metteva a frutto le recenti osservazioni del medico bernese nel Mémoire sur la formation des os (1758), aggiungendo un originale contributo alla ricerca sulla formazione dei tumori ossei, nei loro rapporti con l’alimentazione, e alla loro cura, combattendo le nocive teorie dei seguaci di G.E. Stahl sull’importanza dell’anima nell’economia animale. Dei fondamentali Elementa physiologiae corporis humani dello stesso Haller il M. propose due nuove edizioni, entrambe in dieci volumi (Venetiis 1766-75 e Neapoli 1776), mentre con l’amico e concittadino B. Vitoni curò un’edizione pistoiese del De solido intra solidum naturaliter contento di N. Stenone (1763).
Altra pubblicazione scientifica che risale a quegli anni è il De remediis tractatus (Pisis 1769), in cui si accenna all’introduzione dei medicamenti in vena. Medico di stampo ippocratico e allievo di Cocchi, il M. si occupò anche di igiene e sanità delle derrate alimentari, nel discorso Della maniera di conservare i vini – pubblicato insieme con la Memoria sulla coltura delle viti in Ispagna e la maniera come si fa il vino (Venezia 1780 e 1788; poi nel primo dei tre tomi del miscellaneo L’Agricoltore italiano, Venezia 1810) – e nel Ragguaglio… sulle diverse manifatture del pane, pubblicato in appendice alla traduzione della dissertazione Del pane e della economia e coltura de’ grani di S.A. Tissot (Venezia 1792).
Gli interessi del M. si rivolsero anche ad altri campi: da esperimenti di fabbricazione della carta da vari vegetali (cfr. G. Pelli Bencivenni, Efemeridi, giugno 1765, in Firenze, Biblioteca nazionale, Mss., N.A.1050, vol. XIV, pp. 131 s.) alla geometria e alle scienze naturali. Ne sono esempio il Ragionamento filosofico istorico sopra la figura della Terra (Pisa 1760), dedicato al concittadino B. Panciatichi, commissario e capitano generale di Pisa, rapido resoconto storico-filosofico delle opinioni più note di antichi e moderni pensatori sulla misura della Terra, sviluppo di una breve dissertazione letta dal M. nell’Accademia di Varia Letteratura, istituita a Pistoia nel 1744 sotto gli auspici del granduca Francesco Stefano I di Lorena. Il testo apparve poi ampliato come Dissertazioni filosofiche sopra l’istoria delle varie opinioni ed osservationi relative alla figura della Terra da Zenofane Colofonio, ed Anassimandro Milesio fino a Maupertuis, e de la Condamine, e altri filosofi del nostro tempo (ibid. 1766).
All’interesse per le scienze naturali possono pure ascriversi una collezione naturalistica avviata dal M. e l’opera Delle produzioni naturali del territorio pistoiese: relazione istorica e filosofica (Pistoia 1762), finanziata da Francesco Stefano I con un sussidio di 80 zecchini provenienti dalle decime ecclesiastiche: a detta di Pelli Bencivenni, curiosa ma «non affatto plausibile», pedante, zeppa di citazioni, per cui «non pochi hanno messo in ridicolo l’opera» (Efemeridi, giugno 1762, vol. VII, p. 119); anche i giornali dell’epoca e D. Moreni (nella sua Bibliografia storico-ragionata della Toscana) la criticarono duramente.
Gli interessi letterari del M. si esplicarono in lettere dedicatorie, componimenti poetici d’occasione e nell’Elogio di Michel-Angelo Giacomelli (Pisa 1775), suo concittadino, del quale commentò pure i Prologi in Terentium, corredati dalla vita dell’autore (Pistorii 1777).
Il M. morì a Pistoia il 21 giugno 1779, lasciando la moglie, Anna Marchi, e cinque figli.
Fu membro della Società fisico-botanica fiorentina, della Royal Society di Londra, della Société royale des sciences di Montpellier.
Fonti e Bibl.: A. Fabroni, Elogio del dottore A. M. di Pistoia, in Giorn. de’ letterati di Pisa, XXXVI (1779), pp. 250-269; V. Capponi, Biografia pistoiese, Pistoia 1883, pp. 265 s.; C. Fedeli, A. M. Elogio letto in Pistoia il 25 nov. 1906, Montecatini 1907; F. Rodolico, La Toscana descritta dai naturalisti del Settecento: pagine di storia del pensiero scientifico, Firenze 1945, ad ind.; G. Ciampi, Note mediche e meteorologiche di A. M., in Bull. stor. pistoiese, LXXXIV (1982), pp. 95-102; E. Coturri, La scuola medico-chirurgica dell’ospedale del Ceppo, Pistoia 1983, pp. 7-12; C. Fantappiè, Aspetti della cultura ecclesiastica pistoiese nel secondo Settecento, in Scipione de’ Ricci e la realtà pistoiese della fine del Settecento, Pistoia 1986, pp. 51-70; A. Dini, La medicina, in Storia dell’Università di Pisa, II (1737-1861), 2, Pisa 2000, pp. 663-697 (in partic. pp. 668-671).