CANANI (Canano), Antonio Maria
Nacque a Ferrara da Bernardino (o Bernardo) negli ultimi anni del sec. XV. Medico, chirurgo ed esperto anatomista, fu rìconoscìuto nel suo campo come una delle maggiori autorità, tanto da essere definito in una lettera indirizzata a suo figlio Giovan Francesco dal contemporaneo Vittore Trincavello "oracolo delfico da consultarsi in ogni questione medica o filosofica", e ricordato con ammirazione e lodi dai medici G. Mainardi, G. Emiliani, e dal letterato Flavio Antonio Giraldi in una lettera in esametri indirizzata a Giovanni Battista Canon il Giovane.
Dal 1530 al 1578 insegnò nell'università di Ferrara medicina teorica, e poi pratica, con un crescente successo sottolineato dall'ammontare del suo stipendio, per quel tempo eccezionale: 300 lire marchesine nel 1548, il doppio sette anni dopo, 500 dal 1565 in poi. Avviò alla pratica chirurgica il cugino Giovanni Battista il Giovane, divenuto poi famoso per le scoperte anatomiche, che lo ricorda affettuosamente nella introd. all'opera Musculorum humani corporis picturata dissectio. Nella casa di questo, il C. intorno al 1540 eseguiva dissezioni anatomiche insieme con altri medici ferraresi come Bartolomeo Nigrisoli, A. Piccolomini, I. Boschi e il famoso Amato Lusitano. Per lo più, durante queste dissezioni, egli faceva la dimostrazione anatomica dei corpi che Giovanni Battista sezionava. Con L. Bonaccioli e G. Mainardi curò, prima che morisse, Ludovico Ariosto, sofferente di un'occlusione alla vescica; ma pare che la cura prescritta dai tre medici, inadeguata, non facesse che accelerare la morte del poeta (Catalano, p. 631).La "magna domus" della famiglia Ariosto, sita in prossimità della chiesa di S. Maria di Bocche, nel 1539 fu "data a livello" al C., e da lui acquistata nel 1552. Si ignora la data della morte; pare infatti inaccettabile l'opinione di alcuni autori (Zaffarini, p. 2;Petrucci, p. 93), secondo cui sarebbe morto nel 1541. In quell'anno alla cattedra di anatomia gli sarebbe successo il ventiseienne cugino Giovanni Battista. In realtà questi successe al Falloppio (Bottoni, p. 105), e del resto il C. era ancora vivente almeno fino al 1551, se poté tenere il sottomenzionato corso ed acquistare la casa dell'Ariosto. Fu sepolto nella sacrestia della chiesa di S. Domenico a Ferrara, insieme con gli altri componenti la sua famiglia.
Di lui restano opere (per lo più corsi miversitari o raccolte di consulti medici) tutte manoscritte: nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna è conservato il corso del 1551-52 dal titolo Antoni Marii Canani Medici clarissimi super Galeni Artem Medicinalem dilucida expositio (Sorbelli, p. 195). Il Borsetti (II, p. 140) ricorda altresì un manoscritto di Lectiones in Aphorismos Hippocratis, di 124 carte scritte, conservate dal medico G. A. Filoni (ora nella Biblioteca civica di Ferrara: vedi Antonelli, p. 234), e delle Consultationes medicae, tenute nel 1553, possedute da Egidio dalla Fabra. Il Manget gli attribuisce pure un Commentarium in libros Artis Medicae Galeni (I, p. 26), che però non risulta essere mai stato dato alle stampe, nonostante l'affermazione contraria dei Libanori (III, p. 46).
Bibl.: A. Libanori, Ferrara d'oro imbrunito, II, 3 Ferrara 1667, p. 46; J. J. Manget, Bibl. script. medicorum, I, Genevae 1731, p. 26; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, II, Ferrariae 1735, p. 140; L. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, II, Ferrara 1793, pp. 146-47; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini ill. ferraresi, I, Ferrara 1804, p. 110; N. Zaffarini, Scoperte anatomiche di G. B. Canani, Ferrara 1509, pp. 2 s., 31-32; G. Petrucci, Vite e ritratti di XXX illustri ferraresi, Bologna 1833, p. 93; E. Cugusi Persi, Notizie storiche sulla Univ. degli studi di Ferrara, Ferrara 1873, p. 57; G. Antonelli, Indice dei manoscritti della Civica biblioteca di Ferrara, Ferrara 1884, p. 234; A. Bottoni, Cinque secoli di università a Ferrara (1391-1891), Bologna 1892, p. 105; G. Pardi, Lo Studio di Ferraranei secc. XV e XVI, Ferrara 1903, p. 156; V. Ducceschi, G. B. Canano, in A. Meli, Gli scienziati italiani dall'inizio del Medioevo ai giorni nostri, II, Roma 1923, pp. 285, 291; M. Catalano, Vita di L. Ariosto, I, Genève 1931, p. 631; P. Capparoni, Amato Lusitano e la sua testimonianza della scoperta delle valvole delle vene fatta da G. B. Canano, in Atti e mem. dell'Acc. di storia dell'arte sanit., s. 2, VII (1941), 4, p. 201; G. Muratori, Su due insigni anatomisti del 1500 (G. B. Canani e G. Falloppio), in Rivista di storia delle scienze med. e nat., s. 6, XXXV (1946), 1-2, p. 5; A.Sorbelli-G. Mazzatinti, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, XXX, p. 195.