BORGOGNINI, Antonio Maria
Nacque a Siena nel 1753 da Orazio della famiglia del Venture e Porzia Massari.
Nella casa paterna ebbe come precettore il p. Francesco Corretti. All'università cittadina studiò poi scienze naturali, seguendo i corsi di Giuseppe Baldassarri: primo risultato di questi studi fu la stesura del poema La teoria del fuoco, Firenze 1774 (l'opera, divisa in tre parti, è corredata di prolisse annotazioni dovute alla penna di F. M. Sodini), cui fece seguito il poemetto in ottave Della utilità delle mode (Siena 1777), segnalata negativamente da periodici dell'epoca, nonostante le sue pretese di attualità, anche civile.
Nella città natale il B. tenne cordiali rapporti con i personaggi raccolti nel salotto di Teresa Regoli-Mocenni. Nel 1777 la compagnia si onorava della presenza di Vittorio Alfieri, che avrebbe parlato spesso di quel "crocchietto di sei o sette individui dotati di senno, giudizio, gusto e cultura da non credersi in così picciol paese", formato da Francesco Gori Gandellini, dal Belli, dal Luti, dal Pistoi, dal Giaccheri, da Gio. Maria Mugnaini, da A. Mario Bianchi e dal B., le cui composizioni ed ubbie l'astigiano giudicherà con garbata ironia in due lettere del 5 ott.1786 e dell'8 maggio 1787 indirizzate al Bianchi.
Membro di varie accademie - rimane traccia della sua appartenenza alla Regia Accademia di scienze e belle lettere di Mantova, oltre che all'Arcadia - il B. fu attivo in quelle cittadine degli Intronati e dei Rozzi. Costituì, insieme al Bianchi e a L. De Angelis, l'Accademia degli Impiumati, che si tenne in casa della Mocenni. Nella sala degli Intronati, il 18 febbr. 1781, pronunziò l'orazione funebre In morte di Maria Teresa Imperatrice dei Romani, pubblicata nello stesso anno presso la stamperia di V. Pazzini Carli.
Alcuni anni dopo commemorò la morte del suo antico maestro con un Elogio del sig. dottore Giuseppe Baldassarri (Siena 1787), che lo trascinò in una lunga polemica con i giornalisti di Pisa, i quali, nel dare notizia di un altro elogio per il Baldassarri, scritto dal Fabroni, provveditore all'università di Pisa, non avevano fatto menzione del precedente del Borgognini. Questi pubblicò i documenti della polemica che interessavano la sua parte: più precisamente la Lettera ai signori giornalisti di Pisa (Siena 1798) e la Lettera ad un amico in replica della risposta fatta dai detti giornalisti di Pisa alla sua lettera precedente (Siena 1798).
Nel 1801 il B. assunse la carica di gonfaloniere di Siena e a lui, antico frequentatore di un salotto sospettato di giacobinismo, toccò in sorte di subire le minacce e anche la carcerazione da parte francese. Morì il 22 dic. 1810 nella sua villa di Ginestreto.
Fonti e Bibl.: Novelle letterarie (Firenze) n.s., V (1774), pp. 119-122; VIII (1777), pp. 403-404; XII (1781), pp. 215-216; Effemeridi letterarie di Roma, XIV (1774), pp. 108-109; XX (1781), pp. 156-157; Giorn. de' letterati, XXVII (1790), pp. 274-281; L. De Angelis, Biogr. degli scritt. sanesi, Siena 1824, pp. 162-166; E. De Tipaldo, Biogr. degli italiani illustri, VI, Venezia 1838, pp. 374-376; F. Inghirani, Storia della Toscana, XII, 1, Fiesole 1844, pp. 309-311; Lettere inedite di Vittorio Alfieri alla madre..., a cura di I. Bernardi e C. Milanese, Firenze 1864, pp. 99, 101 s., 114-115, 186, 196; R. Cantoni, L'Alfieri in Siena, in Riv. delle Bibl. e degli Archivi, XXVI (1915), 16, p. 73; V. Alfieri, Epistolario, a cura di L. Caretti, I, Asti 1963, pp. 182, 341 s., 348, 359, 360 n.